Auguri ai miei lettori

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Ravenna, 25 dicembre 2010

Innanzi tutto: auguri.

Auguri ai miei lettori 1Oggi è il 25 dicembre e come di consueto ci si scambia gli auguri per un sereno Natale, con la speranza che ciascuno di voi possa passarlo in compagnia dei propri cari, in una casa accogliente e calda che possa abbracciarvi tutti e farvi gioire di questo periodo che ci poterà alla fine dell’anno 2010, che lascerà velocemente spazio al 2011 con l’eterna speranza che “l’anno successivo possa essere migliore del precedente“, è una frase che sento ripetersi da almeno 10 anni.

Un pensiero in particolare va alle famiglie in difficoltà, in special modo a quelle che hanno parenti e amici in Iraq e nelle altre zone dove “qualcuno ha deciso che c’era da fare la guerra” (in TV dicono “colpite dalla guerra” ma non sono particolarmente d’accordo). Sono le famiglie che non conoscono un domani, quelle che non sanno quando sarà possibile riabbracciare un marito, una moglie, un padre o una madre, un amico caro, un parente stretto con il quale magari si è cresciuti da piccoli. Sono quelle persone che vivono il quotidiano con la costante paura di ricevere una brutta notizia da un momento all’altro, quelli che –in pratica– non vivono.

Un abbraccio va alle famiglie disagiate, quelle che non ce la fanno a potersi godere una casa propria, all’Abruzzo colpito duramente dal terremoto e che ancora oggi accusa il colpo e che non è affatto guarito, con famiglie che ancora non hanno un tetto sufficientemente solido sopra la testa. Le famiglie che hanno deciso di lottare per riprendersi ciò che la natura gli ha portato via, i negozianti, gli artigiani, i liberi professionisti, ancora più i disoccupati, nessuno escluso.

Un grazie va a tutte le persone che hanno reso in qualche modo speciale anche quest’anno, alle persone che hanno deciso di starmi vicino, a quelle che hanno deciso di prendere le distanze, a quelle che “si sono perse per la via” e a quelle che incontrerò in futuro, alle amicizie consolidate, a quelle nuove che lentamente si solidificheranno sempre più (me lo auguro), alle lingue biforcute che tra comportamenti non propriamente carini e voci non del tutto veritiere aiutano il mio fiuto a svilupparsi per evitare futuri errori.

Grazie alla mia famiglia, che ancora oggi mi supporta e mi sopporta nel quotidiano, tra alti e bassi, in momenti di stress e di relax. Alla mia compagna di vita, che da 3 anni rende migliori tutte le mie giornate, completandomi e provando a correggere lentamente quei difetti che nessun’altra è stata mai in grado di ritoccare. Ai colleghi di lavoro, che seppur non propriamente adatti a tenere a bada una testa calda come la mia, ancora oggi mi sopportano tra litigate e bei momenti che messi insieme compongono le giornate trascorse in ufficio (se non è viverci insieme questo!).

Grazie a te, che sei arrivato a leggere questa riga, con la quale concludo il mio augurio di un sereno Natale.

Questo muro vedrà comparire altri articoli prima della chiusura dell’anno, niente ferie o pause per il periodo di festa stavolta, spremerò fin quando possibile questi ultimi giorni che ci restano del 2010.

Auguri.

Giovanni

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