Seven: “Il miglior iPhone di sempre” (TM)

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Non è Natale, ma credo sia la giusta occasione per utilizzare questo video:

Si, perché per ogni conferenza Apple, c’è sempre un prima, un durante, un dopo. Non ti trovi al banco delle ovvietà, è solo un pensiero personale, qualcosa che ho già visto mille volte, molto probabilmente lo hai visto anche tu. I rumors, i suggerimenti per includere ogni cosa nella nuova versione dello smartphone che ha cambiato la storia, le conferme e i tick ✔ per capire quanto il totoscommesse ci abbia preso, per pura fortuna o perché c’è qualche uccellino che cinguetta più del dovuto.

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Lui è 7

iPhone 7 è stato svelato, ufficialmente presentato, e insieme a lui anche gli accessori e le novità che Apple ha scelto per vecchi e nuovi clienti. Riporto le parole di un amico con le quali sono in accordo al 90%: per quanto schifo ci faccia, l’iPhone segna la strada che prenderanno anche gli altri costruttori (prendo in prestito Luca, poi restituisco, promesso!). Il restante 10% in realtà riguarda il fatto che a me iPhone non fa schifo, affatto. È sempre stato un buon telefono, perfetto anche nei suoi difetti, adatto a tutti, anche a chi non ha mai maneggiato uno smartphone poiché estremamente intuitivo e difficile da mettere in ginocchio con passaggi sbagliati fatti solo perché non si sa dove mettere mano. Di motivi per i quali non sceglierei di tornare su di lui (come telefono personale) ce ne sono, ma sono di altro tipo.

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Con l’arrivo sul mercato di iPhone 6, Apple aveva deciso di eliminare il taglio di memoria da 32 GB, fino ad allora il migliore nel rapporto qualità-prezzo sul listino di Cupertino. Siamo seri, oggi molti di noi fanno un uso intensivo di servizi di storage in cloud, da Dropbox a Spotify, passando per iCloud o scegliendo Google Photos per conservare tutto lo storico del proprio rullino fotografico. Cosa c’entra Spotify? So bene che non si tratta di “spazio disco in rete“, ma nel mio caso ha completamente sostituito la libreria musicale che prima facevo -per forza di cose- entrare nella memoria locale di un iPhone 4S, tutt’al più oggi mi limito a conservare in offline qualche album, stando intorno ai 4 o 5 GB di cache, per evitare di consumare il piano dati in palestra o in luoghi non ben coperti da connettività.

Prezzi

Ma torniamo sulla questione memoria (che richiama inevitabilmente anche il dettaglio sui prezzi). Ancora una volta è Apple a decidere. Il taglio da 32 GB è tornato sul mercato ma è considerato adesso l’entry-level, si passa infatti ai superiori 128 o 256 senza alcuna via di mezzo, dicendo definitivamente addio a quel piccino 8 GB durato molto poco (per fortuna, peccato però che sia stato acquistato da parecchi clienti poi –ovviamente– scontenti nel corso del tempo) e quel 16 sempre esistito, così come per il 64 che ci ha accompagnato per un po’. C’è molta confusione agli occhi dei clienti, molta meno nel reparto di marketing. Se credi che il 32 GB sarà piccolo, stai sicuro che ti fionderai sul 128 senza battere ciglio, pagando a caro prezzo un upgrade di spazio locale. I prezzi? Sono quelli già disponibili alla luce del sole. In Italia si va dai 799€ ai 1019€ (rispettivamente per taglio da 32 GB e 256 GB, il 128 GB costa 909€) per un iPhone 7 standard, si sale invece di un gradino per quello Plus, dai 939€ ai 1159€ (rispettivamente per taglio da 32 GB e 256 GB, il 128 GB costa 1049€), tenendo però presente che in entrambi i casi, la nuova colorazione Jet Black non verrà venduta nel taglio più piccolo. Vuoi fare il figo? Fallo come si deve.

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Le vere novità (ironia come l’IVA, al 22%)

L’ho già detto che si tratta del miglior iPhone di sempre? È l’impronta stessa dell’azienda, difficile pensare che possa fare peggio dell’iPhone subito antecedente, è giusto che ci creda, è giusto che ci credano i fanatici e anche quelli che probabilmente stanno per scegliere un iPhone come prossimo loro smartphone. È per forza di cose il migliore di sempre perché tecnologicamente avanzato, perché introduce novità spesso belle, perché fa scelte stilistiche azzeccate, perché è un maledetto status symbol. Al diavolo se si sceglie di eliminare il jack delle cuffie e si include uno splendido adattatore per andare a bloccare l’unica porta lightning che quindi non potrà essere contemporaneamente utilizzata per caricare la batteria del telefono.

Seven: "Il miglior iPhone di sempre" (TM)

Apple vuole un futuro libero da fili, non manca di dirlo nel video di presentazione ufficiale di quello che sarà l’accessorio più desiderato, delicato e facilmente smarribile del mercato, gli AirPods.

Che te lo dico a fare? Sono belli vero? Come dici? Ti fanno schifo perché sembrano gli auricolari attuali con il filo tagliato? Beh si, forse hai ragione, ma ti assicuro che funziona un po’ come quella canzone che all’inizio dell’estate non potevi sopportare, ora la canticchi in macchina mentre gli altri passeggeri non sopportano te. Tutto studiato, nei minimi dettagli, al resto ci pensa il marketing d’assalto che nel caso di Apple potrebbe fare scuola da qui all’eternità, potrebbero vendere frigoriferi agli eschimesi o preservativi agli uomini di chiesa (uhm). AirPods, non avrai altro suono all’infuori di loro, con la massima resa sonora, la leggerezza di una piuma, il microfono ambientale in grado di togliere qualsiasi rumore di fondo, persino quello prodotto dalle flatulenze alle quali darai libero sfogo sul divano mentre sei in conversazione con il tuo capo.

Il tutto per la modica cifra di 179€ da listino Apple. E non mi soffermo certo a parlare del loro fantastico contenitore che in un solo colpo farà da custodia e culla di ricarica. Parla da sé.

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Ho amici che fanno chiaramente già ironia su chi fa a sua volta ironia sulla quantità di AirPods che verranno smarriti, lasciando orfani il proprio fratello di sinistra (o di destra, dipende da quello che si smarrisce per un qualsiasi motivo). Dai ragazzi, si fa per ridere, anche perché mi auguro che per quella cifra ci si metta una catena per tenerli ben allacciati al collo e non perderli neanche volendo. Ricordo ancora bene quella volta che ho deciso di abbandonare gli auricolari standard di Apple per acquistare la versione in-ear, era la prima realizzata da Cupertino, bellissima e dalla qualità audio eccezionale. Li ho rotti, pur trattandoli bene e tenendoli nella custodia appositamente acquistata, dopo circa un anno di attività. La terza volta che il centro assistenza mi ha visto tornare con quegli auricolari mi ha pregato di accettare un buono di pari valore per acquistare un diverso prodotto. L’ho fatto, un equivalente di diversa marca, ce l’ho ancora oggi, perfettamente funzionante.

E qui rispondo anche a Paolo, altro amico che giustamente critica coloro che criticano Apple e le sue scelte. Faccio parte della schiera di quelli che hanno un iPhone, un MacBook Retina, un iPad Mini, un Magic Mouse e fino a poco tempo fa un Apple TV. Io amo Apple, realizza prodotti straordinari, poi ogni tanto ci molla la stronzata come è giusto che sia, non siamo mica perfetti, ma permettimi di pensarlo e dirlo, al massimo genero qualche flame con i fanboy che per Apple si strapperebbero i peli dal petto.

Che poi, in realtà, non sono certo si possa parlare di stronzate, perché in fondo se Apple continua a vendere e guadagnare su qualsiasi cosa faccia, un motivo ci sarà, giusto? Penso sia proprio questo il succo di questo mio pensiero e relativo pezzo scritto, il permetterti di capire che non c’è giusto e sbagliato. C’è chi fa parlare le vendite, i piazzamenti, quei corridoi brulicanti di sapientoni e scommettitori del sabato sera sempre pronti a darti la notizia come ricevuta da Tim durante l’ultima colazione insieme a Cupertino. È una versione più evoluta della videosorveglianza di quartiere dei tempi delle nostre nonne, ovvero le stesse nonne affacciate alle finestre e pronte a controllare ogni cosa.

Abbiamo riso (me per primo) e criticato tantissimo in occasione del lancio del primo iPad. Sappiamo tutti com’è andata a finire. La storia si ripete e coinvolge anche Apple Watch (la seconda serie) e quella linea lanciata da Nike che assomiglia fin troppo alla grafica utilizzata nelle autoradio del 2001, eppure…

Sei pronto al mercato del futuro e ai prezzi sempre più simili al mercato del laptop? Samsung è già lì che si sfrega le mani per il prossimo S8, ammesso che risolva il più attuale problema delle batterie dei suoi nuovi Note.

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Che poi tutto questo frastuono per cosa? Il miglior annuncio è senz’altro lui, quello che attenderò con tanta pazienza e dita pronte a tornare a giocare sullo schermo di iPhone, non lo faccio da anni (se non con l’eccezione di Pokémon Go, mi hanno trascinato dentro, giuro, non c’entro, non è colpa mia).

30 anni (e più, ormai) e non sentirli, Nintendo ha vinto tutto un tempo, riesce a farlo ancora senza cambiare pressoché nulla, alla faccia di chi impiega anni per studiare, realizzare e pubblicare giochi “da togliere il fiato“, che a nulla serve se poi si torna alle origini ed è subito lo scatto zero-cento per andare a prendere il fungo verde, per tirare a campare una vita in più.

Lunga vita ad Apple e a chi la sostiene rendendola sempre più forte (compresi quelli che piantano la tenda fuori dallo Store già due settimane prima per mettersi in fila e acquistare il nuovo iPhone 7).

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