Ho tenuto questo post fermo nelle bozze per svariate ore. Perché non farmi i fatti miei ogni tanto? Perché devo sempre stare a lamentarmi come un bambino al quale viene tolto il suo pupazzo preferito prima della nanna?
Mi sto crucciando da ieri sera ma ho deciso di tirare fuori il rospo dopo aver letto e capito di non essere il solo a notare una “situazione squallida buffa” all’interno della blogosfera italica.
Mettetevi comodi bambini, lo zio Gioxx sta per raccontarvi una storiella che genererà certamente una polemica a colpi di freddure, code di paglia facilmente infiammabili ed effetti speciali gentilmente offerti dalla premiata ditta “Marvin & figli“.
Una volta si chiamavano “meme” e consistevano in innocenti catene di S.Antonio fatte partire da una fonte a caso. Queste scoppiavano generando approvazioni da parte di altri autori che partecipavano di spontanea volontà riproponendo il fenomeno sui propri blog.
Tutto ciò generava qualcosa di armonioso ma poco redditizio per l’inventore della catena. Perché mai proseguire questo cammino poco fruttuoso?
Esse si trasformarono in “meme forzati“. A differenza dello stadio 1.0 questo includeva la possibilità di citare altri blogger nel contenuto della notizia affinché questi si sentissero in dovere di dare una loro risposta generando un nuovo post con le stesse caratteristiche e ringraziando il primo autore per aver cominciato il giro.
Tutto ciò generava una mole di traffico e di link in ingresso uscita non ancora soddisfacente. Si doveva certamente inventare qualcosa di nuovo e rivoluzionario.
Noi siamo precursori del web 2.0, siamo fighi nel midollo e nessuno ci ferma. Siamo sempre pronti a sacrificare tempo, risorse e denari in ciò che crediamo (alcuni ci definirebbero idioti). Chiamiamoli “Contest” e facciamo si che le giovani leve piuttosto che qualche anziano ben visto possa davvero cambiarci la vita a colpi di link in ingresso!
Tutto ciò genera un traffico notevole e utilissimo per risalire classifiche, fare qualche soldino (ho detto qualche, non cifre astronomiche) con gli adv e –di conseguenza– acquisire quella tacchetta di (finta) notorietà in più che ci consente di andare in giro dicendo “ehi bimbo, io sono XX di XX`blog, come fai a non conoscermi?“.
Se tutto questo non dovesse bastare, si può ricorrere in “calcio d’angolo” alla soluzione “scambiamoci il link, tanto chettefrega?“.
Un buon amico mi chiedeva qualche giorno fa “Giò, perché non partecipi al mio contest?”… la risposta non sono riuscito a dargliela via Skype in quanto mi trovavo in ufficio collegato dall’altro account. Voglio darla qui pubblicamente senza fare preciso riferimento al buon Daniele in particolare:
“Perché mi sono rotto i coglioni della gente che acquista link o ci prova in qualsiasi modo pur di risalire una fottutissima classifica che non sta a significare che sei figo o capace“
Ripeto: la risposta non è riferita in particolare a Daniele. E’ la stessa identica che do in un solo colpo a tutti quei blog che percorrono questa strada per risalire “il fiume“. Lo fanno i “grandi” già ampiamente conosciuti nel settore, lo fanno i più piccoli e quelli appena nati pur di farsi conoscere ed entrare “nel giro che conta” (ma cosa conta poi?).
A tal proposito ricordo bene due post di due vecchie mie conoscenze:
In principio fu Geekissimo a colpi di mela. Arrivò poi Dema che lanciò la moda con la sua simpaticissima idea. Ora è “la normalità” applicata da qualsivoglia persona abbia a disposizione un blog e dei soldi/materiali “da investire“. Solo qualche giorno fa ho notato sul blog di Luca l’ennesima vaccata (non volermene vecchio mio). Dando poi una occhiata ad una veloce ricerca fatta su BlogBabel ci si rende conto dell’entità di questa moda. D’accordo farne uno ogni tanto, ma ora si esagera diamine!
Il buon Alberto suggerisce:
- scrivere contenuti di qualità con uno stile personale;
- scrivere con regolarità senza farsi ossessionare dalla quantità;
- scrivere con passione, con autorità, con uno scopo, con materiale di supporto, in modo originale;
- presentare il tuo blog al mondo in modo chiaro e deciso;
- ottimizzare il blog, anche per i motori di ricerca;
- creare una rete di link interni ai tuoi post
- entrare a far parte di una comunità di blogger per confrontarsi e comunicare(tipo MyBlogLog);
- provare a creare e coltivare un una rete sociale di persone intorno al blog;
- mirare alla qualità dei commenti piuttosto che alla quantità.
Ancora ci chiediamo perché in Italia non veniamo considerati e visti con lo stesso peso dell’America o altri paesi del mondo? Non è un problema di lingua né tanto meno di notizie troppo localizzate, ma un difetto di club a numero chiuso. Ricordate quei famosi 4 amici al bar? Ecco, cosa vi suggerisce tutto questo?
Probabilmente dopo questa mia scenata mi ritroverò con una vagonata di disapprovazioni e “amici virtuali” in meno. Non importa granché, dovreste ormai saperlo che non ho poi molti peli sulla lingua. Il tutto è stato pensato e scritto in rigoroso “IMHO Style“, l’area commenti è a vostra totale disposizione.
L'articolo potrebbe non essere aggiornato
Questo post è stato scritto più di 5 mesi fa, potrebbe non essere aggiornato. Per qualsiasi dubbio ti invito a lasciare un commento per chiedere ulteriori informazioni! :-)