Il mio 2012 cinematografico non poteva partire meglio, contrariamente a quello che afferma il buon Cristi. “Sherlock Holmes – Gioco di ombre” è un seguito che nulla fa rimpiangere del suo primo geniale episodio. Il mio “geniale” è voluto, la scelta della coppia Downey Jr. & Law gioca già in partenza un ottimo ruolo all’interno della produzione cinematografica dedicata al più grande degli investigatori folli, senza considerare l’ottima sceneggiatura, la fotografia e gli effetti speciali (forse un pelo abusati in questo “Gioco di ombre”, ndr) e soprattutto quel voler far trasparire che non c’è necessariamente bisogno di parolacce o allusioni sessuali per far divertire e piacere una pellicola, il mio voto è del tutto positivo e sono rimasto soddisfatto della serata.
Ecco –parlando di serata– avrei giusto un paio di cose da scrivere in proposito, magari per strapparvi un sorriso o un commento, e capire se è normale ciò che ieri sera è accaduto per la prima volta in 20 e più anni di spettacoli goduti in poltrona nelle sale di mezza Italia.
La pausa tra i due fantomatici tempi del film: non sempre presente –come per esempio nei film 3D o nei kolossal– permette al povero malcapitato di recarsi urgentemente in bagno nel caso in cui non l’abbia fatto prima dell’inizio del film o magari al bar, per prendere qualcosa da mangiare o da bere. Ieri sera per la prima volta ho visto interrompersi brutalmente la proiezione mettendo in pausa la scena, per poi far entrare alcuni operatori con il carretto delle “schifezze” (patatine, bibite, ecc.) nell’atrio della sala. Nella fotografia che ho inserito in questo articolo potrete notare infatti la scena interrotta, le luci accese e –con un piccolo colpo d’occhio– i ragazzi di cui vi parlo in basso a destra, in fondo. Ricordavo del venditore urlante con noccioline e pop-corn, ma allo stadio! :-D
Ad approfittare di questa pausa è stato uno dei ragazzi dell’ultima fila, che armato di giubbotto e cappello ha ben pensato di andare ad aprire la porta di emergenza in alto nella sala per fumarsi la sigaretta. Ha giusto trascurato un piccolo particolare: tutti quelli seduti in corrispondenza della porta belavano dal freddo (me compreso) e tutto il fumo entrava dentro, rendendo ancora più fastidiosa la cosa. Inutile dire che in pochi secondi ha collezionato un carretto di complimenti poco rispettosi della religione cattolica e la visita di una ragazza dello staff del cinema che lo ha pregato di rientrare e chiudere quella porta che in teoria non andrebbe utilizza se non in casi di emergenza. L’emergenza nicotina evidentemente era molto forte.
Cheers.
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