Prese intelligenti: cosa acquistare?

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Buongiorno, ancora buon anno, bentrovato (sento voci dal fondo della fila che inneggiano al buongiorno un …, più o meno ciò che ho pensato io rientrando in ufficio la settimana scorsa). Fai finta che tu abbia già letto un fantastico post di chiusura anno, di quelli che tirano una riga (tanto adorata da Lapo) e fanno le varie somme, qualcosa di davvero gradevole, perché nonostante la buona volontà il tempo è tiranno e non sono riuscito a scriverne uno, quindi continuiamo con i soliti contenuti del blog come nulla fosse, ci sarà tempo per dire “benvenuto” al 2017.

Dopo circa un mese di onorato servizio (in realtà qualche giorno in più, e ancora io e Ilaria dobbiamo smontare l’albero e l’illuminazione fuori dal balcone, non voglio pensarci), posso finalmente parlarti delle prese intelligenti, quelle che –secondo una mia personale visione– vanno a sostituire in maniera egregia e più tecnologica i temporizzatori (questi, per capirci).

Prese intelligenti: cosa acquistare?

Il tuo smartphone, l’applicazione dedicata, la presa collegata al WiFi di casa e un clic, così puoi accendere o spegnere qualsiasi dispositivo collegato a quella presa, anche se ti sei dimenticato di impostarne l’accensione o lo spegnimento automatico, una comodità –a patto di avere una WiFi sempre attiva in casa– che ha pochi eguali. Pensa all’utilizzo in una casa di campagna fredda durante l’inverno o troppo calda in estate, e ora pensa ai pochi secondi che ci vogliono per accendere una piccola stufetta che hai lasciato collegata a quella presa, prima che tu arrivi ad aprire le porte della casa, la troverai già calda, ti sembra poco? :-)

Il mio utilizzo è stato decisamente più spartano e bislacco, ma comunque ha risolto qualcosa per me scomodo: il dover accendere e spegnere le luci di natale fuori dal balcone. Si, ho una compagna anche io, quella alla quale ha fatto piacere avere già le luci accese al rientro a casa e spente al mattino, al primo sorgere del sole. Studiati gli orari migliori, restava l’acquisto della presa intelligente da tenere sul balcone, protetta da pioggia e sole diretto. Ho fatto due acquisti per valutare un prodotto di fascia medio-bassa e uno di alta.

Da Yongse a D-Link

Acquistata su Amazon a circa 20€, costa una decina di euro in meno di una D-Link (l’alternativa di fascia più alta, acquistata insieme alla prima approfittando di uno sconto), svolge però lo stesso mestiere principale: accende e spegne a comando qualcosa che è stata collegata a lei, con schedulazione oraria oppure manualmente, dall’applicazione.

Yongse Smart presa Wi-Fi intelligente con controllo A per iOS e Android, bianco
  • Installazione semplice
  • Facile da usare e può essere attivato immediatamente e in modo stabile.

Rapidamente, qualche osservazione: l’applicazione “Broadlink” per controllare la presa Yongse si scarica dal sito web del produttore, non da Play Store, fonte “non sicura” (qui ne trovi una copia sul mio Dropbox), dovrai abilitare l’opzione di installazione pacchetti di terze parti sul tuo Android. Non ho provato (in tutta onestà) l’applicazione iOS. Non la conoscevo prima, l’ho scaricata, creato un account per la prima volta (utilizzando una password dedicata) e tutt’oggi la utilizzo. Tutto sommato spartana, potrebbe fare più di quanto sia realmente necessario.

Sotto rete WiFi è alquanto schizzinosa, lenta nel collegarsi all’account, spesso fallisce proprio. Basta un attimo sotto rete 4G (o 3G, ovviamente) e tutto si risolve. Anche dopo un login fallito sotto WiFi (non si capisce per quale strana magia) riuscirai comunque a controllare la tua presa intelligente, anche se non sei teoricamente connesso (all’account, intendo, ricorda che comunque avrai effettuato almeno un login precedentemente).

Un pulsante, un’azione, è semplice, saprebbe usarla davvero chiunque (e secondo me vale anche per la parte relativa alla schedulazione di giorni e fasce orarie). Altri difetti non ne ho trovati, davvero (ma ricorda che non puoi farla lavorare su WiFi 5GHz, e questo per alcuni potrebbe essere un problema, così come una password superiore ai 16 caratteri o con caratteri particolari come lo spazio).

La presa è sul balcone di casa da più di un mese, in perfetta forma, non perde un colpo e nonostante le temperature non siano proprio tra le più tropicali, non mostra segni di cedimento. Ah si, un’altra cosa: nella stessa presa intelligente c’è un attacco USB femmina, che puoi utilizzare per alimentare contemporaneamente un’altra periferica, come un cellulare o equivalente.

Con D-Link la storia invece è diversa, lo si capisce già da come è costruita, dai dettagli e dalla sua applicazione fatta per tenere sotto lo stesso tetto più tipi di dispositivi (vale anche con alcune delle loro telecamere, giusto per dire). Costa di più (circa 40€, tranne negli ultimi tempi, attestatasi ormai sui 30€ circa), è meno dolce nei lineamenti, per certi versi più tedesca, lavora bene, l’applicazione permette di dare un’occhiata anche ad altri dettagli (come il consumo di kW/h e il loro costo). Anche questa permette di fissare una schedulazione oraria per l’accensione e lo spegnimento automatico del dispositivo connesso, così come la creazione di un ambiente fatto da più prese, da poter controllare contemporaneamente (immagina un ambiente intero, come una stanza).

L’applicazione è gratuita e disponibile sugli store Apple e Android:

mydlink Home
mydlink Home
Developer: D-Link Corporation
Price: Free
‎mydlink Home
‎mydlink Home
Price: Free

E si presenta in maniera estremamente intuitiva, aiutandoti anche nella fase di setup del dispositivo (un po’ come vale per la Yongse, una procedura adatta a chi ha il WiFi in casa, ma non ha molta confidenza con le impostazioni del router, e vuole passare quindi da un semplice accoppiamento rapido, magari in WPS).

Questa, un po’ per non fare torto all’altra, l’ho usata per il medesimo scopo, ma tenendola indoor. È servita per accendere e spegnere le luci dell’albero di Natale, senza dover andare a staccare e riattaccare la spina nascosta volutamente dietro il divano (avevo pensato inizialmente di mettere una ciabatta con interruttore, ma così facendo è stato ancora più comodo, da smartphone è tutt’altra cosa) :-)

Migliore la fattura, un pelo più grande l’ingombro (un po’ come detto già all’inizio evidenziando il particolare riguardo la sua estetica), in entrambi i casi però è perfetta la profondità della spina che andrà a fare da tramite tra la spina vera e l’accensione completamente comandata (o programmata, poco importa).

Sono prodotti (entrambi) che torneranno nella scatola entro breve, e che potranno essere riutilizzati certamente nel corso dell’anno, per poi rendere più facile e snella la vita quando incomberà la festività del Natale del 2017. In tutto questo, l’unico gesto di mancata benedizione di Ilaria è stato quello che ha riguardato il prezzo. Per me è stato tutto sommato bilanciato rispetto ai produttori (forse sul primo avrei avuto un pelo più di riserva, ma volevo metterne due sui piatti della bilancia, per capire che differenza ci fosse tra le varie prese disponibili sul mercato).

Aukey non ne esce bene

Si perché in realtà era partito tutto dalla necessità di una semplice presa “parzialmente intelligente“, qualcosa che poteva andare bene anche controllandola con un telecomando lasciato sul tavolo di casa, da accendere e spegnere senza necessità di uscire in balcone, a prendere freddo per staccare o riattaccare la spina nella presa a muro. Per questo motivo avevo dato una possibilità ad Aukey, ottima azienda dalla quale ho acquistato diversi loro prodotti in passato e mi sono sempre trovato bene, ma che stavolta non ha fatto centro rispetto alla mia esigenza.

Nessun prodotto trovato.

Sono 3, è vero, ma soffrono di una necessità di occupazione spazio non indifferente, senza contare che non sono affatto adatte a prese schuko di ogni tipo (nel caso della mia esterna, non riuscivano a rimanere attaccate, costringendomi a utilizzare un adattatore!), la ciliegina sulla torta che ha fatto partire il reso verso Amazon è stata l’impossibilità di attaccare una spina schuko a mia volta (quella delle luci esterne), costringendomi ancora una volta a prendere un adattatore. Ho voluto stare al gioco e provarci, in pratica da muro avevo circa 25cm di distanza tra un adattatore e l’altro, una vera schifezza.

Dopo questo tentativo andato a male, sono passato alle prese intelligenti di cui ti ho parlato nella prima parte dell’articolo, com’è andata lo sai già (se hai letto fino a qui) :-)

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