Assassin’s Creed Odyssey ci porta nelle battaglie tra Sparta e Atene

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Cosa c’è di più antico, bramato e difeso a spada tratta del controllo? Il dominio, la conoscenza, la possibilità di sapere ogni cosa, controllare gli eventi, le persone, il destino. Avanzano gli anni ma la storia è un continuo racconto dell’inevitabile egoismo umano, delle lotte di classe, dei sotterfugi per arrivare a ottenere ciò che si desidera, senza fare la conta di ciò che ci si lascia dietro, quello poco importa. Assassin’s Creed Odyssey è il nuovo capitolo della storia Ubisoft, quello che racconta della storia di Sparta, Atene, dei suoi filosofi, dei suoi combattenti, dei suoi segreti più profondi. Un mondo davvero enorme che sfrutta le meccaniche di gioco rinnovate con il precedente titolo della saga, che mette alla prova il giocatore su più livelli ma che in alcuni casi finisce per essere ripetitivo, snoccioliamo insieme tutto quello che c’è da sapere.

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Assassin’s Creed Odyssey

Assassin's Creed Odyssey ci porta nelle battaglie tra Sparta e Atene

Assassin’s Creed Odyssey è immenso. Questo è il dato di fatto con il quale voglio partire a scrivere di un gioco che sconfina rispetto a qualsiasi suo predecessore, che permette di battagliare sulla terra ferma e in mare, campi di scontro molto lontani e diversi tra di loro, mancherebbe giusto qualche scontro tra i cieli, ma di certo questo non avrebbe poi nulla a che fare con la splendida ambientazione e periodo storico scelti. Ci troviamo nel 480 a.C., tutto parte con la battaglia di Leonida che –come i libri ci raccontano– morì per difendere la sua Terra, l’appartenenza a quel popolo spartano fiero che, in un ultimo disperato tentativo, provò a respingere la potenza persiana, un inizio di gioco che ci permette di prendere immediatamente confidenza con i comandi e che ci fa un po’ impettire per cercare di difendere quello che sappiamo già essere stato conquistato, almeno fino a quando questo termina e ci sposta in avanti di 50 anni, al 431 a.C., in una Grecia nuovamente involontaria protagonista di una faida interna che –incontrollata– diventa guerra tra Sparta e Atene.

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È in questo momento che conoscerai i protagonisti della storia, i quali non vivono esclusivamente bei momenti con la propria famiglia da ricordare in futuro (provo a non spoilerare, promesso), bensì approdano in una terra un po’ più lontana che li adotterà e formerà per diventare ciò che la storia e il loro destino vogliono. Parlo al plurale perché i protagonisti di Assassin’s Creed Odyssey in realtà sono due, e sarai tu a scegliere chi dei due portare avanti con il tuo controller, forgiandone il condottiero che tu vuoi che venga fuori, a mostrare muscoli, astuzia e capacità di sopravvivenza. Alexios e Kassandra sono due fratelli, non importa chi dei due sceglierai, vedrai entrambi nel corso della storia a ruoli invertiti rispetto alla tua selezione iniziale.

Cefalonia

La tua storia comincia realmente da qui, il tuo rapporto con il passato è burrascoso e lo sarà sempre più con l’avanzare della storia principale del gioco. A Cefalonia Marco, tuo patrigno adottivo, ti darà un tetto sotto il quale dormire e crescere, per diventare ciò che sei oggi, non certo evitando di cacciarti nei guai che lui procura, avendo a che fare con persone davvero poco raccomandabili e situazioni incresciose e rischiose dalle quale dovrai portare fuori la pelle e anche quei bottini che lo stesso Marco ti chiederà (e dei quali terrai una parte, ovvio, sei pur sempre un mercenario, un Misthios) e che tu potrai usare per migliorare l’attrezzatura a tua disposizione, per creare nuovi oggetti.

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Considera Cefalonia come un paese in grado di mettere alla prova la tua preparazione e il tuo modo di muoverti sul campo di battaglia, è qui che affronterai certamente le tue prime difficoltà e potrai permettere al tuo personaggio (nel mio caso Alexios) di ottenere nuove armi e capacità, di portare più in alto l’asticella della sua resistenza fisica, delle sue capacità di guerriero a petto fiero e assassino silenzioso, serviranno entrambe le “specialità” in base alle missioni affrontate. Fai in fretta però, perché il tempo è poco clemente, la storia deve andare avanti e conoscerai presto Elpenore, personaggio alquanto discutibile che –presto capirai– trae vantaggio da questo caos incontrollato. È a causa sua se alcuni spettri del passato torneranno a farsi prepotenti tra i tuoi ricordi e il tuo presente. A te toccherà cercare di mettere ordine, capire cosa sta accadendo, arrivando a qualche centimetro di distanza dal tuo vecchio “biologico” e a quella notizia che non ti aspetteresti: tua madre è viva, si trova in una posizione non meglio specificata all’interno delle isole greche, ed è –come non bastasse– in pericolo, perché una setta è sulle sue tracce, il Culto di Kosmos, gruppo che intende dominare di nascosto il mondo ellenico, tenendo in costante movimento pedine assai importanti.

Da ora in poi tutto ciò che farai, dirai e sceglierai di seguire contribuirà all’arrivo verso uno dei nove finali di gioco disponibili. Sì, hai letto bene, ci sono nove possibili modi di veder concludersi la storia di Assassin’s Creed Odyssey, tu arriverai solo a uno di questi (certo, potresti sempre decidere di giocare una nuova partita e prendere scelte differenti! ;-)). Questo tipo di modifica dinamica non tocca esclusivamente al finale, bensì a qualsiasi altro passaggio della nostra sessione di gioco: sei tu a decidere se risparmiare, uccidere o farti amici dei nemici; ognuna di queste scelte ha una conseguenza che può modificare le sorti della tua missione, che può portarti vantaggio in futuro o maggiore complessità nell’avanzamento della storia. Magari spesso si tratta di piccole modifiche di gioco, ma alcune volte possono aggiungere quel pepe sulla coda che probabilmente ti saresti evitato ben volentieri.

Istinto da esploratore

È quello che dovrà contraddistinguerti dal resto della massa. Durante la fase di setup di Assassin’s Creed Odyssey non ti limiterai a scegliere il tuo personaggio principale (impostazione che non potrai modificare in seguito), bensì la modalità di gioco a cui prenderai parte, l’assistenza. Sei abituato (un po’ come me) a giocare un Assassin’s Creed abbastanza lineare, certo da esplorare, ma con una linea temporale da poter seguire e degli indizi sulla mappa ben visibili. E se tutto questo sparisse e lasciasse spazio solo alle tue capacità di esploratore? Missioni secondarie ti permetteranno di perderti tra le terre greche e raggiungere obiettivi che vengono assegnati da personaggi che incontrerai durante la tua avventura, i quali ti indicheranno in maniera non troppo dettagliata che strada prendere, nulla più. Tocca a te porre massima attenzione a ciò che ti circonda, osservare qualsiasi dettaglio, soffermarti anche più del dovuto.

Durante il mio walkthrough (che poi tanto dettagliato non è, perché include anche errori e quel mio girovagare per scoprire un po’ il titolo nelle sue prime ore) ho preferito tenere Assassin’s Creed Odyssey a livello facile e senza la modalità di esplorazione senza indizi, per evitare di perdere troppo tempo e permetterti di guardare meglio con che tipo di titolo hai a che fare:

Ti capiterà abbastanza spesso di spostarti da un punto all’altro della mappa, incontrando indizi e persone con cui parlare che ti aiuteranno a chiudere anche missioni secondarie precedentemente accettate ma non immediatamente gestite, ma occhio ai tempi massimi di risoluzione a tua disposizione, talvolta fallirai senza volerlo, solo perché sei andato troppo oltre e non hai rispettato le condizioni di un contratto da te accettato.

E se ciò che si muove sulla terraferma non ti basta, ecco che Assassin’s Creed Odyssey torna prepotentemente a proporre epiche e violente battaglie anche in mare aperto, passaggio che certo non potrai perderti perché obbligato per potersi spostare più agilmente in terre diversamente inaccessibili a cavallo (in alcuni casi così non è, ma ci si impiega davvero una vita e si possono anche incontrare nemici di livello molto più alto, pronti a inseguirti per mettere fine alla parola “vita“, la tua). Dovrai equipaggiare quindi al meglio la tua imbarcazione, renderla sempre più resistente, assoldare ufficiali che potranno guardarti le spalle, aiutarti durante gli arrembaggi (che consiglio rispetto allo speronamento semplice, per portare a casa maggiori ricompense), resistere ad attacchi nemici molto prepotenti e in alcuni casi così incessanti da metterti in ginocchio e farti correre –doverosamente– ai ripari, per evitare di soccombere.

Una differenziazione nel combattimento

Lo avrai ormai capito: Assassin’s Creed Odyssey non è solo una mappa davvero molto estesa (ma parecchio, credimi), è anche combattimento, istinto, fiuto per gli indizi, scelte, situazioni e bivi ai quali prendere una posizione o scegliere di percorrere una via che non sai poi tanto bene dove ti porterà. Una delle particolarità aggiunta è proprio una molteplicità di situazioni all’interno delle quali ti ritroverai (per scelta tua o di altri), come le le Battaglie di Conquista, i mercenari messi sulle tue tracce (per terminarti, manco a dirlo) e la vera e propria Guerra al Culto.

La prima è forse quella più facilmente intuibile rispetto alle altre due che hai già in qualche maniera visto in passato o che ti aspetti di vedere in Assassin’s Creed Odyssey dopo aver letto la parte introduttiva di questo mio articolo. Ti ritrovi catapultato nella Guerra del Peloponneso, i territori appartengono agli ateniesi e agli spartani, sta a te mettere maggiore peso sul piatto della bilancia di uno o dell’altro schieramento, e potrai farlo proprio durante le Battaglie di Conquista, situazioni nelle quali verrà indebolito il dominio di uno o dell’altro esercito (sarai tu a farlo, attraverso le tue missioni o semplicemente perché ne hai voglia e capacità), con possibilità di scagliarsi quindi contro ciò che rimane e cercare di conquistare quella regione (o difenderla dall’imminente attacco, a te la scelta). Durante questa battaglia (che vivrai immediatamente da protagonista, la scena verrà tagliata e tu verrai portato immantinente nell’area dello scontro) avrai a che fare con decine di soldati (di ambo le fazioni) e tu dovrai sconfiggerne quanti più possibile nel minor tempo, attaccando anche i capitani e i mercenari più forti e meglio addestrati, portando così a casa la vittoria, i crediti (l’esperienza) e le attrezzature migliori. L’esito è tutt’altro che scontato, credimi, non dipenderà tutto da te (l’altra fazione attaccherà i tuoi alleati, non hai molto tempo a tua disposizione), cerca di muoverti bene e subito.

I mercenari, come già anticipato, sono personaggi controllati dalla IA, ben addestrati e pronti a raccogliere la taglia che qualcuno ha deciso di mettere sulla tua testa a causa del tuo comportamento. Portare a termine missioni, dare fastidio ai civili e ai soldati, distruggere scorte o rubare concorrerà a non farti passare inosservato come vorresti. Per questo motivo dovrai difenderti da questo tipo di imprevisto (non tanto imprevisto, a dirla tutta) che potrebbe comparire nel momento peggiore (durante una missione per esempio), rendendo più difficile la tua sopravvivenza e attaccandoti mentre lo stanno già facendo altri nemici, il tutto andandosi a sommare con una rabbia e caparbietà data dal livello del tuo oppositore (mercenario come te), dai suoi punti di forza e dal fatto che è in grado di raggiungerti molto rapidamente, insistendo molto nelle ricerche anche quando tendi a rimanere nell’ombra.

Hai qualche metodo pratico per far valere le tue ragioni con queste figure (che verranno -una volta viste in fase di gioco- mostrate sulla mappa e nel menu dei mercenari, dove potrai dare un’occhiata alla classifica e alle loro qualità): ucciderle in combattimento (e talvolta non vengono da sole, ma sono accompagnate dai loro fedeli a quattro zampe), uccidere chi ha messo la taglia sulla tua testa (questo viene indicato sulla mappa, e non è pressoché mai un obiettivo facilmente raggiungibile) o pagare, rimettendoci di tasca tua è vero, ma in alcuni casi può aiutare a non perdere tempo e andare avanti con quanto programmato.

Per concludere in bellezza, la Guerra di Culto è un po’ ciò che ho precedentemente anticipato, e riguarda il Culto di cui sei venuto a conoscenza, composto da elementi particolarmente importanti, pedine di livello medio-alto alle quali dovrai avvicinarti per ottenere informazioni, mettendo poi fine alle loro vite, scalando così una piramide affatto semplice con la quale confrontarsi. Un menu di gioco ti permetterà di tenere traccia di quanto già scoperto, identificare i successivi obiettivi, scoprirne di nuovi (tramite indizi o semplicemente avanzando con la storia principale di Assassin’s Creed Odyssey).

Scontrarsi con questi personaggi (ma in generale anche contro qualsiasi altro nemico presente sulla mappa) richiede che il tuo personaggio venga potenziato costantemente, nell’arsenale tanto quanto nelle sue capacità di cacciatore, guerriero e assassino; potrai farlo attraverso i bottini conquistati, da migliorare presso i fabbri che potranno incidere le armi e le difese rendendole migliori nelle caratteristiche, mentre grazie ai punti conquistati con l’avanzare dei tuoi livelli nel gioco potrai imparare nuove mosse e padroneggiarne sempre meglio di altre già precedentemente possedute, per diventare più forte e resistente. Se a tutto questo vai ad aggiungere il sistema di spostamento rapido tramite sincronizzazione (il tuo fedele compagno di viaggio da posizione privilegiata è Ikaros, il cavallo invece dipende dalla tua scelta!), non hai più scuse per non esplorare e fare tue la totalità delle terre greche riportate in vita da questo splendido titolo.

In conclusione

Un ricchissimo Open-World a totale disposizione fa di Assassin’s Creed Odyssey un titolo da non lasciarsi sfuggire, dalle tante sfaccettature che imparerai ad amare nel corso della tua personale avventura. Le ambientazioni sono affascinanti, i vari ambienti ben distinti tra di loro in quanto a realizzazione, ma amalgamati sapientemente per fondersi nella migliore maniera possibile. Il mare ti richiama, così come le spiagge e tutto ciò che le circonda, con le loro storie, i tesori affondati da scoprire e conquistare. Il sistema di combattimento è quello proposto in Origins, ci dovresti ormai essere abituato. Le missioni non mancano, la storia principale (e qualche inevitabile secondaria) ti richiederà circa 50 ore di gioco.

Dato però che non di soli giudizi positivi può vivere un titolo, Assassin’s Creed Odyssey non può fare certo eccezione, ed è in questo caso che è diventato fastidioso (dopo qualche ora di gioco) il dover affrontare diverse secondarie per portare il livello di Alexios più in alto rispetto a quello maturato durante la storia principale (che inevitabilmente diventerà poco affrontabile quando ci si scontra con nemici di maggiore esperienza e resistenza), così come altrettanto fastidioso può essere considerato quel guizzo mancante rispetto alle vere novità introdotte lo scorso anno con Origins, e tutto ciò nonostante si stia parlando di qualcosa di parecchio più ricco ed esplorabile. La storia di Alexios e Kassandra c’è, esiste, viene in qualche maniera vissuta, raccontata e scoperta progressivamente, ma è solo un dettaglio che non inficia ai fini della trama principale, del susseguirsi di corpi privi di vita che ci lasceremo alle spalle, di quelle Battaglie di Conquista che ho scoperto essere quasi del tutto inutili (il quasi l’ho usato perché servono pur sempre a guadagnare migliori armi e punti esperienza preziosi) e che lasciano un po’ il tempo che trovano.

Ciò detto, il giudizio è comunque positivo, incontrando un mio 4 su 5 e l’impossibilità a essere ignorato da un appassionato della serie.

Valutazione finale: 4

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Prodotto: fornito da Ubisoft.

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