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Quando il videogioco non è solo semplice realtà virtuale

Era il 30 novembre dello scorso anno quando Paul Walker ci ha lasciati, la parte più tamarra dentro di me ha adorato quell’attore per l’intero corso della saga di Fast & Furious sul grande schermo più di quanto non abbia amato il pane e salame nel momento in cui la fame ti attacca dopo una giornata di lavoro. Nulla a che vedere con i videogiochi, direte voi, aggiungo un “giustamente” dato che gli unici tentativi di rendere giustizia all’opera hollywoodiana non hanno poi raccolto grande approvazione da parte del pubblico, stesso terreno dove invece Electronic Arts ha saputo muoversi realizzando quel capolavoro di Undeground che ancora porto nel cuore.

Ma il videogioco non è mai semplice realtà virtuale, spesso viene utilizzato come mezzo per suscitare emozioni, toccare quelle corde invisibili che riportano alla memoria bei ricordi, situazioni, un passato che in alcuni casi non si vuole del tutto rimuovere perché conserva una parte di noi, magari quella parte in cui l’autore di questo breve editoriale è stato anch’esso protagonista di un primo e nascosto movimento di elaborazione automobilistica poi scoppiato e diffusosi su tutto il territorio nazionale (comunque ben lontano da ciò che fanno in America, con massimo rispetto parlando) fino ai giorni nostri in cui viene considerato la “normalità” tra i più giovani che amano qualsiasi mezzo porti sotto al cofano un motore e dentro al baule un impianto audio adatto a pettinare un calvo dopo una ricrescita miracolosa della sua chioma.

È di qualche giorno fa un articolo pubblicato sul blog di Forza Motorsport in cui si parla di lavori realizzati da fantasiosi e capaci membri della vastissima community del gioco e si fa riferimento inoltre alla scomparsa dell’attore americano e del tributo che alcuni hanno voluto dedicargli realizzando video amatoriali grazie alla bellezza e alla ricchezza di contenuti messi a disposizione nell’ultimo Horizon 2 che -se opportunamente ritoccati- possono anche riportare alla memoria pezzi di quei film che sono rimasti nella storia di questo genere, ne ho personalmente apprezzato due in particolare ma se provate a lanciare una ricerca su YouTube troverete un vero e proprio calderone pieno quasi fino al bordo:

È un bel modo di ricordare qualcuno che non c’è più, è la migliore maniera possibile se si pensa che buona parte della carriera ricordata da noi tutti e la prematura scomparsa hanno in comune un denominatore: un’automobile, la velocità e la voglia di competere costantemente con i propri limiti.

Ciao Paul.

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