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State of Decay: Year-One Survival Edition

State of Decay: Year-One Survival Edition 3

È uno di quei titoli installati e lasciati “dormienti” nel disco fisso della mia One, che finalmente ho avuto modo di provare facendo saltare qualche “testa di troppo“, ve ne parlo a distanza ormai di circa un mese dall’uscita (datata 28 aprile scorso).

Uscito per la prima volta nel 2013 su Xbox 360, Microsoft e Undead Labs hanno lavorato su questa nuova versione next-gen che va ad integrare tutti i DLC usciti nel tempo (compresi quelli atti a correggere i numerosi bug che lo hanno colpito in fase di prima pubblicazione) e con una serie di rifiniture per catturare nuovamente l’attenzione degli affezionati ma anche dei nuovi arrivati che non avevano mai avuto prima l’occasione di giocarlo sulla propria console.

Marcus Campbell è il protagonista di una storia che nessuno vorrebbe mai vivere, che passa da una tranquilla giornata di pesca ad un’epidemia di zombie che lo coinvolge in prima persona dovendo lui sopravvivere e farsi spazio tra i mille cadaveri ambulanti pronti ad avere la meglio sul malcapitato (rimasto) umano, nulla di nuovo sotto al sole insomma, è qualcosa che ormai è scritto nelle pietre tanto quanto la storia, soprattutto di questo genere (abusato, permettetemelo). Le armi sono di fortuna e possono essere recuperate all’interno di quell’open-world che gli sviluppatori ci hanno messo a disposizione, così come i posti dove riposare o curarsi per evitare di perdere tutte le forze, controllando Marcus in terza persona.

Occhio però: non pensate di poter stare in piedi tutta la notte senza subirne le conseguenze. Trovate un posto dove insediarvi, dove coltivare il cibo che vi permetterà di mettere qualcosa nello stomaco, dove respingere le orde degli zombie e dove fare base alla ricerca di altri sopravvissuti come voi. Le risorse ci sono, le potete trovare semplicemente girovagando (e stando attenti a chi vi è alle spalle, ndr), fatele fruttare, vi servirà. Siete voi la vostra sopravvivenza, nonostante la difficoltà possa aumentare e il vostro gruppo possa non sempre esservi di aiuto (aiutatelo, e loro saranno i primi a ricambiare il favore, ndr).

Le missioni principali non vi terranno incollati al monitor più di 3 o 4 ore, ma le missioni secondarie concedono un’alta longevità al titolo, il tutto molto più “digeribile” grazie alla localizzazione completa in italiano (anche nei dialoghi). Questo suo essere “imprevedibile” fa del titolo una realizzazione che ancora oggi può e deve meritare apprezzamenti da chi ama questo genere di survival. Il fatto che il vostro gruppo possa disgregarsi (dipende da come lo trattate, proteggete e decidete le strategie da adottare), che i vostri “fortini” possano diventare gruviera in qualsiasi momento e l’attacco da “spalle al muro e reazione” o “fuga per la vita” sono dettagli che non si trascurano durante il gameplay e nel tabellino finale delle votazioni.

No. Non è tutto rose e fiori, alcuni problemi ci sono ancora e nonostante tutta la buona volontà e i tanti ritocchi c’è ancora qualche glitch di tanto in tanto, per quello che mi riguarda è trascurabile vista la bontà di questa rimasterizzazione ma a qualcuno la storia potrebbe non piacere fino in fondo, soprattutto se a questo si aggiunge la mancanza di una modalità cooperativa della quale si era parlato all’epoca della prima pubblicazione su Xbox 360 e che anche su Xbox One non risponde all’appello. Assente non giustificata.

Possiamo accettare il corriere con riserva? Sono convinto che non sia mai troppo tardi per correggere il tiro.

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