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PES 2014: com’è stato il vostro calcio di inizio?

PES 2014: com'è stato il vostro calcio di inizio? 3

Vi state chiedendo il perché della domanda nel titolo di questo articolo? Provo a spiegarvelo. Ho avuto modo di provare PES 2014 al “Day 1+1” che no, non è una nuova formula da noi lanciata, più semplicemente abbiamo avuto la possibilità di mettere a disposizione di tutti i partecipanti del GameCamp 2013 due postazioni di Konami attrezzate con PlayStation 3 e il nuovissimo titolo calcistico della società. Ho avuto modo di provarlo, di godermelo insieme ad amici e “colleghi di evento“, di osservarne quasi ogni minimo particolare e di farmi un’idea che sarebbe dovuta essere alla base della sua recensione, e invece no.

Mi sono voluto prendere più tempo, ho avuto modo di tornare a casa, scartare la mia copia per Xbox 360 e cambiare quell’idea, almeno in parte. Di tempo ne è passato a sufficienza e credo di poter raccontarvi i pro e i contro che a mio parere avvantaggiano o svantaggiano ancora una volta questo titolo rispetto all’unico grande competitor sul mercato targato EA.

Vuoi che sia il titolo definitivo?

Quando ho giocato per la prima volta a PES 2014 sulla console predisposta a Rimini ho notato alcune imperfezioni del motore grafico, qualche scatto di troppo ma ho subito pensato potesse trattarsi di un classico problema lasciato lì per mancanza di tempo (bisogna andare in stampa e distribuzione del gioco, rapidi, rapidi!) poi risolto dall’ancora più classica patch “Day 1”. Ho quindi sopportato (seppur a fatica) e criticato ancora una volta la console di SONY un po’ per sfottò tra amici come si fa con le squadre calcistiche. Ho peccato di poca pazienza perché nel momento in cui quella patch è stata installata sul mio sistema ho potuto notare gli stessi scatti e le stesse sbavature alle quali ho dovuto aggiungere errori grossolani (o volute sviste) e –questo non so se lo risolveranno mai– facce dei giocatori che poco o nulla hanno a che fare con quelle reali fatta eccezione per quelle che hanno chiaramente spinto e mostrato nei mesi prima del lancio del gioco, cosa per la quale ho invece sempre amato il titolo EA proprio perché più attento a quello che alcuni potrebbero considerare un “trascurabile dettaglio” ma che rende in ogni caso più gradevole il prodotto finale.

Si ma il controllo del giocatore?

Con qualche perfezionamento alla configurazione di default si ottiene il giusto compromesso tra il miglior Maradona di sempre e un qualsivoglia giocatore con la caviglia fratturata al quale andare a scartare la palla. PES 2014 offre infatti un sistema di controllo del giocatore rinnovato e con molte pecche in meno rispetto al passato, soprattutto per quello che riguarda la velocità nel cambio direzione e più in generale nella reazione del giocatore controllato dalle nostre mani così come quelli controllati dalla CPU della console. E’ una cosa che tutti noi tendiamo a dire ogni anno grosso modo, quest’anno però –rispetto al 2013 quando sono stati costretti a tirare fuori un titolo non del tutto completo e per molti versi fotocopia del predecessore– qualcosa di davvero cambiato lo potete notare proprio tutti e non si tratta del prezzo di copertina.

Sarà vostra cura e bravura scegliere il giusto giocatore in campo, la giusta tecnica e schema per cercare di arrivare alla vittoria (ci si accontenta anche dei pareggi sia chiaro, ma non arriverete certo sul tetto del mondo!) perché molto è stato fatto per la fisicità delle persone in campo. Proprio come detto qualche riga più su potrebbe capitarvi di scontrarvi con i più forti giocatori al mondo e non riuscire quasi in nessun modo a portare via il pallone dalle loro gambe proprio per quella bravura mostrata nel mondo reale, quella fatta di giochi e illusioni, di rapidità o più semplicemente di “cattiveria fisica” a base di spintoni e spallate. Tanto per capirci: il mio primo cartellino giallo l’ho preso con Mexes in una partita “amichevole” contro la Juventus, quindi nulla di nuovo e di differente tra mondo virtuale e reale!

Niente -o quasi- quindi da dire sul reparto tecnico, parecchio migliorato e sicuramente “allettante” per tutti coloro che sono abituati ad un gioco diverso e vogliono provare a buttarsi a capofitto su questo nuovo modo di intendere il controllo del campo e del gioco nei 90 minuti (minimo) che vi separano dal destino della vostra squadra e della vostra carriera.

Grafica: reale punto di forza o tallone d’Achille?

Come già detto in apertura articolo il motore grafico è un voler ripartire da zero e chiaramente ha le sue pecche ma anche i suoi tanti vantaggi di utilizzo e punti di forza.

Se dalle corte distanze di inquadratura si ottengono tutto sommato buoni risultati, tutto peggiora nel momento in cui “ci si allontana” (inquadrature dall’alto) o se si decide di giocare durante la sera con l’illuminazione artificiale, le condizioni atmosferiche sempre buone (perché non c’è modo di avere pioggia, neve o caduta randomica di meteoriti) e quei completi che sembrano quasi stampati sul giocatore “senza una realtà forza di gravità a loro dedicata“, senza considerare quel pubblico e quella definizione generale presa troppo spesso sottogamba per chissà quali problemi di calcolo o di velocità generale del gioco durante l’esecuzione su console. Non so se si tratti di reale limite fisico dell’attuale generazione o di poca voglia di sperimentare e rischiare ancora (o, fuori campo, un problema di tempi di sviluppo e commercializzazione del prodotto). Di fatto potrebbe cambiare tutto già a partire da questo mese (considerando il lancio di Xbox One tra meno di 20 giorni) e la possibilità di giocare questo tipo di titoli sfruttando caratteristiche hardware ben più permissive rispetto ad oggi.

Si ma quindi?

Ecco, bella domanda, è un quesito complesso ed è il motivo per il quale vi ho chiesto che tipo di calcio d’inizio avete vissuto (nel caso in cui aveste già acquistato il titolo) o quale vi aspettate nel caso in cui decidiate di andare a comprare oggi PES 2014. Per certi versi non può mancare all’interno di una collezione di titoli calcistici puntualmente rinnovata ogni anno ma allo stesso tempo l’avere un capitolo così poco maturo e con quell’odore da “poco completato” fa imbestialire anche i più incalliti del settore. Vorrei davvero che Konami tornasse a brillare come ai tempi di Winning Eleven, prendersi più tempo per sviluppare una reale alternativa a FIFA se necessario, ma smettere di deludere (anche se non del tutto) i suoi fan che continuano sfortunatamente a scemare nel corso degli anni proprio perché si tende a non porre la giusta attenzione a quelli che molti chiamano dettagli, ma che noi chiamiamo “i fondamentali“.

La sufficienza piena si raggiunge ormai facilmente grazie alle competizioni disponibili, le licenze e le possibilità di allungare la vita del gioco, per arrivare a più di quella sufficienza serve altro però, serve quel salto di qualità che manca da troppo tempo.

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