Dopo due settimane di silenzio completo (per mancanza di ispirazione, ndr :P) torno a scrivere per buttare giù un paio di considerazioni riguardanti il WordCamp milanese appena passato. Una due giorni ricca di talk, forse non sempre interessantissimi o forse “incastrati male” a voler fare “troppo conferenza” …
Arrivo al venerdì con leggero ritardo per poter vedere le prime facce, nell’attesa che il sabato veda la reale esplosione di presenze, tutto ciò dovuto al fatto che il vero “Barcamp” si tenesse –appunto– al sabato, contro un venerdì pre-ponderato e già schedulato con interventi da parte di alcuni “illustri della rete“.
Location ben scelta, facile da raggiungere con i mezzi ed ancora più comoda grazie al servizio navetta messo a disposizione da FIAT ed Hagakure (quindi Marco). Nota di demerito invece sull’aria condizionata accesa troppo tardi al venerdì mattina (sembrava di stare in forno … quasi si stava meglio fuori con 34 gradi), connettività WiFi volutamente non offerta (ma in questo caso c’era chi si arrangiava con la chiavetta UMTS, Paolo è stato molto chiaro sin da subito), una scarsissima voglia di rimanere in sala da parte del gruppo “partecipanti” (e sia chiaro, ho fatto parte di quel gruppo).
Perché questo? Vi siete chiesti cosa porta un individuo a rimanere in una sala dove i gradi centigradi toccano o in alcuni casi superano i 30? Assolutamente nulla, motivo principale per il quale una buona parte di partecipanti ha deciso di portare rispetto e omaggi alla prima parte dell’evento: il “Bar” senza il “Camp“:
Grande lavoro da parte di Paolo e Stefano, non c’è che dire, avrei migliorato molto poco. E’ tutta esperienza che potrà poi essere messa alla base di un WordCamp 2010 no? :)
Caldo, Sopravvivenza, Ristoro
Leggendo Francesco non posso che concordare sulla quota da pagare, la stessa della quale si è parlato anche sabato sera a cena. Magari (proprio come proposto da Matteo) un “ventello” (20 euro per chi non l’avesse capito) che potrebbero coprire spese che superano le quote donate dagli sponsor. Questo perché il “Roxy Bar” (non quello della canzone di Vasco) si è tranquillamente arricchito a furia di bottigliette d’acqua da mezzo litro vendute a quell’ “insulso euro” (provate a moltiplicarlo per una quantità astronomica di bottigliette vendute) …
Dei ristoranti meglio non parlarne, soprattutto perché –contrariamente al gruppo del quale faceva parte il sottoscritto e che ha speso 10 euro pur mangiando abbastanza– una buona manciata di amici e conoscenti si sono trovati a pagare cifre assolutamente fuori di testa pur non avendo mangiato niente, potenza del “famoso prezzo variabile” quando il gestore si vede arrivare una discreta folla nel locale? ;)
Ciò non vuol dire in nessun caso “chiudere l’evento” o limitare le presenze. Chi è intenzionato davvero a partecipare o per lo meno contribuire alla realizzazione dell’evento pagherà ben volentieri il dazio, altri probabilmente rinunceranno e resteranno in cortile a godersi la giornata soleggiata o la pausa caffé con chi è dentro … certo non è facile esprimere questo pensiero, bisognerebbe ragionare tutti insieme alla ricerca di una soluzione in casi come questo appena passato.
Cosa avrei fatto in questo caso?
Magari avrei pensato che parlare con i gestori dei locali che circondavano l’evento sarebbe potuta essere una buona idea. Convenzioni? Sconti? Trattamento di favore? Sono cose che si discutono andando ad investire una quindicina / ventina di minuti del proprio tempo sul luogo, avrebbe potuto funzionare forse meglio! Non è certo cosa necessaria, bisogna sapersi arrangiare, ma viziare chi partecipa può fare bene, soprattutto per quelli che non conoscono affatto la zona!
/eof
Il WordCamp è comunque terminato tra diverse approvazioni e molte poche critiche. Entrambi gli organizzatori sono stati davvero bravi e hanno dato tutto per la riuscita dell’evento. Alcuni talk sono stati davvero interessanti, altri particolarmente divertenti (vero Luca?), altri ancora forse meno per il sottoscritto, tutto fa brodo. Ho apprezzato tantissimo la riflessione di Sara riguardo il rapporto tra posto di lavoro con relativo capo e la vita 2.0, compatibilmente con voglia e tempo vorrei approfondire il discorso in un prossimo post (spero non troppo in futuro) …
Il risultato finale è del tutto positivo. “Ho visto gente, fatto cose” … mi ha fatto molto molto piacere conoscere dal vivo gente con la quale ho modo di parlare (o che seguo) quotidianamente, motivo –a mio parere– più importante che mi spinge ad andare ad un BarCamp. A tal proposito ringrazio il buon Rick con splendida consorte al seguito, Oscar e Lisa, Giovambattista in tenuta ufficiale SaidMade (:-P), un Giuliano più giovane che in fotografia e con capelli alti 20 cm (ecco come fa ad essere più alto di me, tsk!) autore di una maglia che ha attratto fotografie e risate, Enrico che ho avuto finalmente l’occasione di incontrare dopo così tanto tempo, la “sempre solare” Fra, tutti coloro con i quali ho incrociato uno sguardo e sparato due stupidate sorridendo e sudando (ve l’ho già detto che c’era un caldo bestia vero?) …
Un ringraziamento particolare va a quel grandissimo cazzaro di Matteo per le ore trascorse insieme ed il numero assolutamente incalcolabile di cazzate sparate ;)
Ho scritto fin troppo, è ora di chiudere. Vi lascio qualche riferimento prima di schiacciare “Publish” …
Set fotografico del sottoscritto:
flickr.com/photos/gioxxswall/sets/72157618765958218
Tag del WordCamp 2009 utilizzati:
WordCamp / WordCamp09 / WordCamp 2009
Gruppo Flickr per raccogliere le fotografie:
flickr.com/groups/wordcamp-milano-2009
Indicizzazione WordCamp 2009 su Liquida (anch’essa presente al camp, ndr):
Grazie a tutti voi :)
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