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Vodafone Smart Ultra 6

Poco più di 5 mesi fa vi parlavo dello Smart Prime 6, il telefono che Vodafone ha portato sul mercato per cercare di catturare l’attenzione di tutti coloro che non avevano mai avuto un telefono Android, o magari che cercassero un’alternativa a buon mercato (e un po’ più supportata) rispetto al loro vecchio smartphone. Ho generato discussione, ho provato a rispondere a tutte le vostre domande (non sempre con buon esito, mi spiace!) e sono tutt’oggi in contatto con Vodafone per dare risposta a problemi e dubbi degli utilizzatori (e continuerò a farlo).

Sempre con Vodafone ho intrapreso (insieme ad altri partecipanti) un percorso di collaborazione che spero possa portarmi a conoscere meglio i loro progetti, le loro tecnologie e le idee riguardo quello che sarà il futuro della telefonia e della connettività in Italia (e non solo). Il test su strada di oggi parla del nuovo Vodafone Smart Ultra 6, così, per rompere il ghiaccio ancora una volta e approfittarne per farvi conoscere un altro smartphone marchiato Vodafone (stavolta prodotto da ZTE) con caratteristiche sicuramente appetibili per chi non cerca necessariamente il top di gamma del momento.

Come qualsiasi altro device, anche questo può vantare pregi e mettere in evidenza dei difetti, che tutto sommato sono abbastanza trasparenti nell’utilizzo quotidiano in sostituzione del mio precedente smartphone Android. Proverò a fare una panoramica completa (il più possibile) su ciò che più mi ha colpito, lasciando a voi lo spazio per altre domande, dubbi e segnalazioni di malfunzionamenti nel caso in cui possediate lo stesso smartphone.

Cosa convince

Leggero, tanto leggero. È ciò che ho pensato quando per la prima volta ho impugnato Vodafone Smart Ultra 6. Arrivavo da un Sony Xperia Z2 che avrete imparato a conoscere forse grazie ai miei precedenti articoli, e nonostante il monitor sia più grande (anche se di poco), pesa meno con e senza una custodia protettiva che lo avvolge completamente, esattamente lo stesso tipo di custodia che avevo acquistato per lo Z2.

La temperatura del processore (e quindi di tutto il telefono), rimasta sempre ottimale anche sotto sforzo e in giornate non particolarmente fredde, ma anche in fase di registrazione di video, che mettono tipicamente alla prova questo tipo di device facendone risultare un temporaneo surriscaldamento con poco sforzo. Lo Snapdragon 615 cura inoltre tutto ciò che è connettività 3G / 4G, stabile sempre, anche se non altrettanto rapido nell’agganciare le celle quando necessario, è stato necessario più di una volta mandare il telefono in modalità “Aereo” e toglierla subito dopo per poterlo ricollegare alla rete, certo è che questo può anche dipendere da quanto è servita la zona e quanta gente sfrutta uno stesso punto di accesso, a discolpa del dispositivo. Le colpe riguardano invece il bluetooth, che tradisce in alcuni casi, è una versione in uso su molti dispositivi ma non carica (ad esempio) le stupide informazioni delle tracce audio di Spotify sull’autoradio mentre ci si trova in modalità bluetooth audio, è un dettaglio tanto banale quanto dato per scontato ormai su dispositivi attuali, e spero che un aggiornamento del sistema possa correggere quello che puzza di bug lontano un miglio.

Anche la batteria svolge il suo dovere. Molto buona la sua durata, nonostante il monitor ampio e l’utilizzo continuo, anche in caso di scarsa ricezione del segnale di telefonia, che sappiamo tutti essere la croce più grande per Android (ma anche per iOS) quando si tratta di rimanere in una continua ricerca del punto di accesso alla rete più a nostra portata. Diciamo che non soffre di quel problema che in realtà Lollipop ha avuto sin dal primo momento, solo in seguito “rimanacciato” e messo più o meno a posto grazie alla versione 5.1 del sistema.

Il monitor è certamente bello, brillante, i colori passano l’esame e lavorare con questo dispositivo diventa un piacere. Si passa dal poter navigare in landscape molto agilmente, al mandare una mail con tutto lo spazio necessario a disposizione, passando ovviamente per quello che è l’utilizzo di ogni altra applicazione di sistema. Non è tutto oro ciò che luccica però, ma questo è argomento che verrà trattato qualche riga più sotto.

A cosa bisognerà fare l’abitudine

Al suo essere più grande di quanto provato fino ad oggi. Più grande di un iPhone 6 (non mi ha mai attirato l’opzione Plus), più grande del già grande 5,2″ Xperia Z2, già soprannominato da amici e parenti “cabina telefonica“, a ragion veduta.

Ai suoi led blu sotto i pulsanti touch di sistema. Abbandonata l’idea del voler essere diverso da tutti per pulsanti di sistema evidentemente troppo grandi rispetto al normale (ciò che abbiamo visto nello Smart Prime 6, nda), qui si è tornati a dimensioni standard ma con un contorno blu elettrico che va a sostituire il led di segnalazione tipico dei telefoni Android. In caso di notifiche quella luce blu pulserà sotto al tasto centrale di sistema. Gradevole? Affatto. Possibilità di cambiare colore? Neanche per sogno. Ormai ci ho fatto l’abitudine, è solo che non c’ero abituato prima (sullo Z2 i colori disponibili sono di più e le notifiche possono essere controllate una a una, sullo Smart Prime ci si era limitati a un singolo led di colore bianco nella parte alta del monitor, più discreto a mio parere).

A quel doppio tocco non sempre infallibile per risvegliare il telefono. Il consiglio è sempre quello di fare un doppio tocco rapido ma non troppo, sullo stesso identico punto del monitor o -meglio ancora- sul pulsante centrale di sistema Android che non fallisce un colpo. In questo campo LG può fare da maestra a tutti, c’è chi si è molto ben adattato partendo da quel G2 che ha fatto la storia (e che ancora oggi è un ottimo terminale), altri invece hanno ancora qualcosa da imparare prima di potersi considerare “infallibili“. Fallire il primo colpo è sempre fastidioso, quando si ha fretta meglio ricorrere al singolo clic sul pulsante di accensione laterale ed evitare di perdere ulteriore tempo o usare il trucco del pulsante centrale di Android.

Alla mancanza di un collegamento rapido per effettuare uno screenshot. Una quisquilia, una modifica che il produttore può scegliere di includere o meno nel sistema operativo, peccato non aver optato per includerla, così come il pulsante che permette di chiudere in un solo colpo tutte le finestre delle applicazioni lasciate aperte. Modifiche. Pure e semplici modifiche software. Le si fa già per includere software dell’azienda, perché non investire un po’ di tempo in più? A proposito: se volete fare uno screenshot vi toccherà richiamare la combinazione volume basso e tasto di accensione.

Cosa proprio non va giù

Una sommaria lentezza nell’esecuzione delle operazioni di base rovina quello che è il parere conclusivo riguardo il dispositivo. Sono abituato ai tempi di caricamento un po’ più lenti della tastiera (SwiftKey, nda) ma in alcuni casi diventa molto ben visibile (quel lag) e fastidioso. Lo stesso si può dire del sensore di luminosità, che tiene i livelli alti quando in realtà servono bassi e viceversa. Tutto si mette a posto nel giro di poco, sia chiaro, ma anche quel secondo di troppo si nota, diventa “pesante” alla lunga.

Ciò che proprio non sopporto è la gestione della rubrica. Pessima, ed è quasi un complimento. È quella originale proposta da Android 5.0, non si basa sull’applicazione “Contatti” di Google, anni luce avanti rispetto a qualsiasi altra, ed è necessaria se non si vuole utilizzare un’apposita applicazione di terze parti che faccia da Dialer e rubrica. Nonostante io abbia bloccato l’inclusione di contatti da Google+ e diversi altri profili (appartenenti ad applicazioni installate da Play Store), vedo due tipi di rubriche diverse a seconda della “posizione“: fuori (con accesso diretto allo smartphone) o in auto (quindi bluetooth con vivavoce e controlli al volante).

Proprio l’ultimo citato è un vero disastro: tempi non meglio definiti per sincronizzare la rubrica ed esplorazione impossibile a causa dell’elevatissima quantità di contatti, perché a video vengono inclusi tutti gli account che almeno una volta hanno avuto a che fare con me, a prescindere dalle impostazioni che ho scelto nel sistema. Il tutto senza considerare la quantità di contatti doppi, tripli e anche più. All’interno della rubrica non è possibile scegliere null’altro che l’ordine con il quale mostrare i contatti (chi per primo tra Cognome e Nome, tanto per capirci). Nessuna delle possibilità offerte da “Contatti” di Google.

Aggiornamento 04/11/2015
Con tanta (e sacrosanta) pazienza, ho più o meno aggirato l’ostacolo modificando impostazioni del mio profilo di posta Google e facendo un reset della memoria del telefono (per quello che riguarda la rubrica). Vi spiegherò il da farsi entro breve, in un nuovo articolo ad-hoc per chiunque si trovi nella stessa situazione, promesso.

Un’ultima nota per il reparto fotografico: nonostante siano stati fatti buonissimi passi nello Smart Prime 6, sembra che l’Ultra non abbia ereditato quelle ottime capacità. In condizioni non particolarmente pulite, i 13 Megapixel della fotocamera frontale (5 sono quelli dell’anteriore, per vostra informazione) non riescono a tirare fuori risultati nitidi e soddisfacenti, costringendomi generalmente a rifare la fotografia, o prendere l’iPhone 6 che riesce anche laddove altri falliscono senza neanche chiederti scusa. I video, al contrario, raggiungono ottimi traguardi, difficile da spiegare il perché di questa differenza, ma forse pretendo un po’ troppo.

Curiosità e conclusioni

Mettete in conto che se deciderete di acquistare Vodafone Smart Ultra 6, vi toccherà provvedere anche a un eventuale cambio SIM del vostro operatore (10€, così ci si fa subito i conti in tasca). Contrariamente a molti, lui pretende infatti una NanoSIM da inserire in un carrello laterale che potrete facilmente estrarre grazie alla graffetta che sembrerà essere uscita da una delle scatole degli smartphone di Cupertino.

Nella stessa scatola troverete poi un cavo microUSB, gli auricolari con microfono e il caricabatterie da muro da 1.5A come completamento del suo corredo, il tutto per un totale di 249€ di listino.

Dato che ormai ci siete, potreste pensare di acquistare subito un paio di accessori ad-hoc, come la custodia in plastica morbida trasparente che vi consentirà di proteggere lo smartphone da urti o cadute accidentali, e magari anche la pellicola in vetro per un ulteriore strato di sicurezza da dedicare al suo importante monitor, che non può certamente guastare.

Credo di non aver dimenticato nulla (semmai aggiungerò qualcosa in seguito). Come al solito ringrazio Vodafone per avermi concesso di provare il terminale e vi invito a lasciare un commento per qualsiasi cosa vogliate conoscere.

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Ogni articolo rispetta - come sempre - i miei standard: nessuna marchetta, solo il mio punto di vista fatto di pro e di contro. Riporto i fatti a prescindere dal giudizio finale.
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Prodotto: fornito da Vodafone, ho potuto tenerlo al termine del test.

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