Piccole soddisfazioni… ma anche no!

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Da qualche tempo (da inizio mese grosso modo) sto tenendo delle lezioni di informatica presso il CPFP di Bagnacavallo. I moduli sono svariati e vanno a toccare parecchi argomenti (al 75% in modo generico, ahimé) del ramo informatico rete/sicurezza/manutenzione pc. Ho 10 ragazzi che, nonostante buona volontà e voglia di imparare, qualche volta si perdono nei meandri della fantasia o, per meglio dire, nei giochi online dove sfidare l’ultimo “crucco arrivato” (loro esclamazione di oggi).

Come molti sanno, è stato dimostrato che l’attenzione tende a calare dopo la prima mezz’ora di ascolto e, chiaramente, loro non fanno eccezione. La cosa mi sta bene. Se gli vietassi uno svago ogni tanto, probabilmente mi odierebbero a morte e, essendo anche io stato uno studente (come quasi tutti del resto, no?), so bene cosa vuol dire essere comandati a bacchetta.

E’ la prima esperienza di docenza “vera e propria“. Fino ad ora ho, al massimo, tenuto qualche talk ad eventi come il LinuxDay o per formazione interna aziendale (qualche tempo fa). La cosa bella è che, dopo l’ansia e la paura dei primi giorni, ora entro in classe e riesco a coinvolgerli nei modi più assurdi, per evitare che perdano tutta la giornata a provare l’ultimo multiplayer uscito o guardarsi qualche video su Youtube, piuttosto che leggersi la propria posta.

Oggi, a lezione conclusa, si è andati (per puro caso) sull’argomento età/esperienza. Quando, non volendo, ho dichiarato la mia età (che non vedo perchè tenere nascosta) ho seminato incredulità nelle loro facce. Sono rimasti colpiti dai miei 21 anni (22 ad ottobre 2007) suonati. Perchè questo? Semplice. Generalmente, l’esperienza viene “assegnata” (ad occhio) in base alla propria età. Niente di più sbagliato.  L’esperienza si acquista con la passione (prima di tutto), lo studio, i sacrifici e tanta umiltà, senza dimenticare la voglia costante di imparare e – tutti dovrebbero darlo per scontato – non si finisce mai di imparare nel corso della propria vita.

E’ una cosa soddisfacente sapere che i ragazzi nutrono stima nei propri confronti e, a piccoli passi, entrano nell’affascinante e complicato mondo dell’informatico. Voglio quindi regalarvi una perla nata dalla discussione tra me, un mio simpatico studente ed un suo compagno di classe (rispettivamente “me” / “x1” / “x2”):

x1: cos’è già il CED?
x2: Centro Elaborazione Dati, beota!
me: per fartela “semplice” si tratta del laboratorio informatico situato in una qualsivoglia azienda.
x1: quindi si tratta di una organizzazione informatica
x2: certo, una cosca mafiosa che ti minaccia di diffondere i dati porno salvati sul tuo disco di backup!
me: (tra le risate) è un team di persone competenti su svariati argomenti quali problemi sw/hw/networking e che, in caso di necessità, intervengono laddove ci sia un problema!

Abbiamo riso per circa 2 minuti, pensando alla possibile “Ndrangheta dell’hard disk” :-P

Fine della giornata. Faccio firmare l’uscita ai ragazzi, metto anche la mia firma per confermare il termine della lezione. Porto il registro di classe dalla responsabile del corso e, una volta salito in macchina (rigorosamente aziendale) per poter tornare a Ravenna, scopro che la batteria ha deciso di andare in pensione (40 minuti persi per farmi venire a raccattare).

Piccole soddisfazioni? Ma anche no! (Sfiga demmerda!)

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