Avevo solo 4 anni quando sei stato realizzato e lanciato per la prima volta in Giappone, sei arrivato qui in Italia dopo qualche tempo (1990, ndr) e fortunatamente avevo una cara amica che ti aveva ricevuto come regalo di Natale se la memoria non inganna (e che regalo!). Pesavi un mucchio, me lo ricordo bene, difficile dimenticare i dettagli, la bellezza e lo stupore davanti a quel monitor integrato in scala di grigi su sfondo verdastro che permetteva di non dipendere più dal televisore, sembravi delicato e robusto come un mattone da tipica casa degli anni ’50 allo stesso tempo, riproponevi quei controlli così immediati e semplici già ampiamente erosi sul controller del Nintendo 8bit dopo infinite partite a Mario, Dio che figata.
Da lì al Tetris il passo è stato immediato. Ore e ore passate a incastrare mattoncini con quel sottofondo musicale che se dovessi riascoltarlo oggi per la stessa quantità di ore probabilmente mi ricovererebbero in prognosi riservata … a nulla serviva ripensarti o ridisegnarti, per quel che mi riguardava all’epoca non erano importanti neanche i colori, quelli che ti hanno donato con il primo ritocco importante che ha portato in più la leggerezza e qualche batteria in meno necessaria al tuo funzionamento (non ricordo bene quanti soldi sono spariti a furia di acquisti di batterie al ferramenta sotto casa ma tant’è).
Poi è toccato a loro, quei cosi da “scoprire e catturare” a riconferma dell’ennesima idea più che azzeccata e ben sviluppata, erano arrivati i Pokémon con la loro doppia cartuccia Blu e Rossa a dare il via ad un successo che dura ancora oggi (parliamone, io sto ancora giocando al mio Y) che hanno anche dato vita a una nuova generazione di Game Boy, il Color … non solo nella scocca ma anche nel nuovo monitor integrato, per catturare ancora più l’attenzione e mostrare il grosso lavoro software (sempre riferito ai Pokémon, ndr) portato a termine dagli sviluppatori. E in un soffio si è arrivati così a quasi 10 anni dalla sua nascita, era il 1998.
Da lì in poi tutto si trasforma. Cambia l’hardware, arriva un processore a 16bit pari a quello montato nel Super Nintendo (SNES), cambiano i titoli che ora possono fare la spola tra la console portatile e quella di casa collegata al televisore, tutto diventa indubbiamente più semplice per chi sviluppa, tutto cambia per chi gioca perché per la prima volta ci siamo ad avere a che fare con un monitor centrale e pulsanti decisamente separati per occupare dando maggiore risalto all’area del monitor. Forse inutile quel doppio colpo di reni nel 2003 e nel 2005 rispettivamente con Game Boy Advance SP e Game Boy Micro, l’era del Game Boy così come la conoscevamo tutti noi era già terminata, questi erano gli ultimi passi di un gigante che consideravamo immortale.
La tecnologia è inarrestabile, lo sappiamo noi, lo sapevi tu. Ci hai accompagnato per tanti anni, ci hai fatto sognare, ci hai fatto soffrire in tua assenza (mamma e papà ti preferivano come punizione a qualsiasi altra cosa in casa), hai per l’ennesima volta –tu Nintendo– dato il via alla rivoluzione, quella del videogioco fruito in mobilità, lontano dal televisore, il nastro di partenza della console portatile, sappiamo tutti com’è andata a finire e cosa offre oggi il mercato. Il Game Boy ha lasciato spazio alla nuova famiglia DS che dal 2004 in poi ha continuato a mietere vittime e regalare divertimento, io stesso sono fiero possessore di un 3DS XL che mi fa compagnia ovunque io desideri (memoria del sottoscritto per caricare la batteria permettendo) e Nintendo non manca di farci avere titoli che appassionano per ore e ore, anche riproponendo rivisitazioni di vecchi miti che nostalgici come me adorano alla follia.
http://youtu.be/2DuTfQRI98E
Auguri Game Boy, lo scorso lunedì hai compiuto 25 anni, questo è il mio personale ricordo di te, un lungo salto nel passato, un sacco di nostalgia per i bei tempi passati insieme e un –ennesimo– ringraziamento a Nintendo che ha fatto e fa ancora oggi del videogioco un mondo stupendo accessibile a tutti.
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