The Bureau: XCOM Declassified

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Dopo aver parlato del quarto capitolo di Saints Row dove gli alieni la fanno da protagonisti mi sposto su un titolo completamente differente ma anche in questo caso sempre di alieni si parla (probabilmente bisnonni di quelli che ho trovato nel titolo Volition, nda), giuro che non lo faccio apposta, davvero eh. Parlo inoltre da perfetto neofita dei titoli XCOM, risultato del lavoro di 2K Games e Fireaxis che hanno trovato il successo con XCOM: Enemy Unknown, cercando di replicare il tutto qualche mese dopo con la pubblicazione di questo nuovo episodio, per questo motivo sono partito da zero e con delle buone speranze viste le recensioni molto positive.

The Bureau: XCOM Declassified

William Carter, il bicchierino “della staffa“, le armi e la più classica delle ambientazioni anni ’60, le spie russe e le agenzie governative che scoprono attività extra-terrestri. In The Bureau XCOM Declassified c’è tutto quello che serve per mettere in piedi un titolo degno di una vostra giocata, almeno una, e a suo (e vostro) ulteriore vantaggio c’è il controllo del protagonista in terza persona (attirerò l’odio collettivo dicendo che lo preferisco al classico fps). Insieme a voi ci saranno altri agenti che potranno darvi una mano a portare a termine le missioni ma sarà sempre e comunque vostro compito decidere chi farà cosa, con quali abilità e con quali armi, la vittoria non è scontata e vi toccherà ragionare oltre che avere il grilletto facile (e la testa ben coperta).

Supporto, ricognizione, ingegneria e puro commando, quattro aree di competenza con relative capacità che ricordano molto i tempi in cui giocavo a Wolfenstein: Enemy Territory dove anche si trasformava tutto in una scelta e massimo impegno per i propri compagni (e chiudo subito la parentesi nostalgia del periodo delle medie / superiori). Scoprirete quanto può essere fondamentale far si che che un compagno sopravviva per far sopravvivere voi a sua volta! Inutile dire che in tutto questo una crescita del vostro e del loro livello permetterà di accedere a migliori armi e abilità senza considerare che si guadagnerà più salute e -di conseguenza- longevità sul campo di battaglia (per chi ci ha già giocato la risposta è no, non sono ancora arrivato al fantomatico livello 10 di cui voi parlate, maledetti, ma sto impegnandomi).

Già solo togliendo la parte aliena del gioco e lasciando tutto ciò che fa “vecchi tempi”, i dettagli, il motore grafico Unreal (inflazionato non c’è dubbio, ma infallibile quando “lavorato” nella giusta maniera, anche senza voler arrivare a livelli “epocali”) e quella malsana necessità di “nascondere la verità” tipico pensiero associato nel 90% dei casi agli Stati Uniti d’America, The Bureau XCOM Declassified si posiziona per me in una buona media all’interno di una ipotetica scaletta 1-10. Giochi ben più blasonati, quelli che sul catalogo vengono spacciati per tripla A, potrebbero dovrebbero prendere spunto da ciò che gli sviluppatori hanno saputo realizzare soprattutto nel reparto combattimenti, mai scontati, mai banali, anche ai livelli più bassi (si ma senza esagerare, che il livello da pivelli non piace a nessuno). Buono anche il doppiaggio che non fa mai male, soprattutto in giochi come questo che spesso vengono lasciati in inglese sottotitolato o –peggio– doppiati “alla meno peggio“.

Si insomma, ne sono uscito abbastanza soddisfatto da quel poco che ho potuto giocare, eppure girovagando per il web ho trovato pareri decisamente discordanti e molto variegati. Io mi sono fatto la mia idea ed avendo apprezzato questo episodio immagino che il precedente sia ancora meglio, non resta quindi che procurarselo, dicono che i giochi a distanza di mesi dal lancio siano “più buoni”, un po’ come i vini ;-)

Ora, con permesso, torno sul divano, c’è un controller che mi aspetta.

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