Teodoro Porcelli, all’epoca marinaio di vent’anni, è sul barcarizzo di dritta quando riconsegna il figlio alla madre. Lei per tutta risposta gli accarezza i capelli e si mette a piangere, poi portano insieme il bambino dal dottore.
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Il 1 agosto a bordo delle navi non c’è più spazio fisico; hanno navigato per 2640 miglia, esplorato 250,000 kmq di oceano e salvato 907 anime. L’ammiraglio dà ordine di tornare a casa, e il 21 agosto 1979 i tre incrociatori entrano in bacino San Marco.
Storie di un’Italia che non riconosco più. Ci siamo incattiviti, abbiamo chiuso ogni accesso e abbiamo rinnegato quella gentilezza e quella disponibilità che in passato ci contraddistingueva da altri Paesi. Colpa nostra o di qualcun altro che sia, non siamo più gli stessi, inutile negarlo o raccontarci storie, accaparrare scuse, arrovellarsi. Alcune figure politiche riportate nell’articolo di Nicolò Zuliani me le ricordavo diverse, non certo così prodighe nell’assistenza altrui, mi sono dovuto in qualche maniera ricredere.
Articoli come questi in qualche maniera mi riempiono d’orgoglio per essere nato e cresciuto in questa terra e al contempo mi lasciano sprofondare in immensa nostalgia e tristezza, non abbattono però la speranza. Bello ricordare questa Italia.
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