Nessuno di noi ha passato un buon fine settimana, su questo nutro pochi dubbi. Nonostante i tifosi napoletani abbiano avuto di che essere contenti durante la notte (così come i tifosi del Torino e del Pescara o del buon Valentino Rossi finalmente sul podio dopo così tanto tempo, o altri accadimenti sportivi più o meno di rilievo), gli abitanti dell’Emilia Romagna ed in particolar modo della zona tra Modena e Bologna (epicentro del sisma e di tutte le scosse di assestamento che continuano incessanti) hanno trascorso due brutte notti e altrettanti giorni vivendo da protagonisti involontari un fenomeno naturale difficile da combattere, dove a farla da padrone è una totale impotenza umana in grado solo di rimettere in sesto le ferite della propria patria a “movimenti terminati“.
Ore 4.05 del 20/05/2012: sentire il letto muoversi, il lampadario oscillare e oggetti cadere dall’armadio o dalla scrivania è il peggior risveglio che possiate mai vivere:
E’ iniziato tutto così, senza sapere cosa stava accadendo alle strutture emiliane che crollavano inesorabilmente sotto la potenza del terremoto da 5.9 gradi della scala Richter, solo quattro punti più sotto di quello che ha messo in ginocchio l’Aquila.
Ho poi scoperto qualche ora più tardi ciò che era accaduto, attivando la “macchina di solidarietà sociale” fatta di live tweeting, telefonate, chat. Tutto quello che potevo fare durante una giornata di pioggia incessante che contribuiva a peggiorare la situazione già di per se deprimente e angosciante causata da questo inaspettato evento, seguito a ruota da una marea di scosse di assestamento, molte delle quali sentite anche dalle regioni adiacenti alla mia. Il solo Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ne ha registrati più di 170, raccogliendo i suoi documenti in questa pagina pubblica: comunicazione.ingv.it/primo-piano/terremoto-prov-modena/view.
E’ inutile provare a dire cosa fare o cosa no in questi casi, il panico è una brutta bestia e assale immediatamente ciascuno di noi, chi più e chi meno. Di certo però c’è un movimento solidale fatto dalle reti cittadine che si attiva nel più breve tempo possibile, lo stesso tempo che occorre alle autorità preposte per cercare di tenere sotto controllo e prevedere possibili altri danni e contemporaneamente adibire aree per ospitare gli sfollati, proprio come successo nel ferrarese o nel modenese. Nel frattempo ciascun coinvolto può cercare di tenere a mente alcune semplici regole proposte dalla Protezione Civile italiana: protezionecivile.gov.it/jcms/it/cosa_fare_sismico.wp.
Cosa posso fare io?
Oltre a dare una mano fisicamente se ci si trova sul posto o nelle dirette adiacenze? Poco.
Eppure ogni messaggio rimbalzato su Social Network o una telefonata ad amici e parenti coinvolti per offrire loro la più ovvia ospitalità possibile può essere d’aiuto. Come tanti lo hanno definito, questo è stato “il terremoto di Twitter“, il noto Social Network americano ha infatti contribuito a fare da cassa di risonanza per tutta una serie di messaggi utili, numeri di telefono, aggiornamenti in tempo reale e stati d’animo di chi questo evento lo ha vissuto.
Volete qualche riferimento che potrebbe sempre tornarvi utile in questi casi? Basta poco: @INGVterremoti, @SkyTg24, @EARTHBROOK, @BreakingNews, @ItalyQuakes sono solo alcuni di quelli seguiti ieri, senza considerare le persone che hanno raggiunto i luoghi dell’evento (o già presenti e colpiti) per dare una mano e aggiornare tutti live.
Un grazie va anche a “Il Post” per aver costantemente tenuto aggiornato una pagina riepilogativa riguardante il terremoto.
Nello specifico, per la città di Ravenna segnalo queste letture:
ravennanotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=55182
ravennanotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=55187
ravennanotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=55193
ravennanotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=55192
Restare uniti in occasioni simili è il miglior modo per ripartire.
Un grande in bocca al lupo a tutti i conterranei in difficoltà.
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