Xbox 360: Saints Row: The Third

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Paolo lo ha parzialmente stroncato, io lo prendo un po’ così come viene, tutto sommato è quello che lui stesso suggerisce nelle sue ultime righe.

Non pensiamo alla storia che c’è alla base del titolo, lasciamo da parte anche il fatto stesso che sia un clone uscito più o meno decentemente dalle pagine dimenticate di un GTA ormai superato e perché no, archiviamo inoltre il fatto che si possa fare un po’ quello che ci pare senza affrontare le giuste conseguenze, o per lo meno che bisogna davvero impegnarsi per scatenare un inferno a suon di pallottole da ambo i lati (legge e nemici).

Xbox 360: Saints Row: The Third 1

Saints Row: The Third è il giusto titolo per i fuori di testa, quelli che non vogliono utilizzare neanche una minima percentuale del neurone rimasto ancora in vita dopo una giornata di lavoro, un’ottima valvola di sfogo per sforacchiare qualsiasi superficie umana o no che sia, in giro per una città tutto sommato ben realizzata graficamente che lascia perdere tempo al protagonista a suo piacimento, ammesso che non si voglia provare a seguire la timeline formata da missioni e vendette che dovrebbero in qualche modo riportare i protagonisti del titolo a guadagnarsi nuova stima, nuova fama, nuovo terrore inculcato nei nemici che un tempo li temevano, la famiglia dei Saints per l’appunto.

Per chi invece un po’ del suo lo vuole proprio mettere dentro potrà provare a stuzzicare la pazienza delle gang rivali o della polizia locale, che tenteranno di bloccare la vostra opera di bonifica e di riconquista del territorio schierando persone e armi sempre più intelligenti e letali, un po’ come succedeva –appunto– in quel GTA a 5 stelle di pericolosità, proprio quando la legge decideva che era arrivata l’ora di far entrare in guerra un elicottero, un carro armato e tutte le squadre speciali disponibili!

E se proprio non sopportare la pressione, potrete decidere di raggiungere il vostro rifugio originale o qualsiasi altra vostra proprietà così da riportare a zero il disturbo creato a chi vi vuole male o dietro delle robuste sbarre. Insomma, una famiglia che da regina di città a colpi di fucile e abiti firmati, si ritrova a dover dimostrare ancora una volta che potrebbe comandare senza battere ciglio, prendendo il posto di coloro che nel frattempo hanno conquistato e tramato liberamente alle loro spalle.

Controlli accettabili seppur irritanti quando si cambia la modalità (a piedi o in automobile) perché modificati dinamicamente e in un modo un po’ ingenuo, protagonista estremamente personalizzabile secondo i propri gusti (dopo aver superato la primissima parte del gioco), parlato (in inglese con sottotitoli in italiano) ricco di volgarità gratuite come se non ci fosse un domani, segno dei tempi che cambiano ma con un occhio di riguardo (o almeno un tentativo) ai più piccoli grazie al filtro PEGI 18+ applicato sulla confezione del gioco, per quei sempre più rari casi in cui il giocatore (o genitori / parenti / amici / ecc.) da un’occhiata all’età minima consigliata … speranza vana?

A completare l’opera di convincimento del papabile giocatore da poltrona c’è la parte multiplayer, attraverso la quale potrete condividere le vostre realizzazioni, i punteggi, la squadra della morte che gira per Stilwater o più semplicemente cooperare con un secondo giocatore che vi consentirà di fare squadra per ore di divertimento senza troppe pretese o pensieri.

Cosa ne penso? Beh, l’idea è indubbiamente riciclata e nonostante la buona realizzazione del prodotto finale non ho potuto apprezzare questo titolo fino in fondo, fermo restando che darò modo e altro tempo a SR3rd per riscattarsi, soprattutto in quei momenti spenti, quando una fucilata o due possono risollevare il morale ;-)

Stilwater è pronta per essere conquistata e dipenderà solo dal giocatore se diventerà per sempre territorio dei Saints.

Un giudizio in una sola frase? Carino, ma non da prezzo pieno.

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