Mettiamo da parte l’attesa diventata eterna da quell’ormai lontano annuncio datato 2012 (ve lo ricordate?), mettiamo da parte quel brutto rinvio dello scorso anno quando noi tutti avevamo già messo in conto l’acquisto di Watch Dogs come uno dei primi titoli da associare alla console next-gen già preordinata, tanto per non farci mancare nulla mettiamo da parte pure la più classica delle diatribe tra possessori di Xbox One e PlayStation 4 dove “il mio Watch Dogs gira meglio del tuo” e passiamo alla ciccia: Watch Dogs è arrivato, è sugli scaffali, cross-gen per non lasciare a bocca asciutta i possessori di Xbox 360 e PlayStation 3, ultra-spammato in ogni luogo e in ogni lago (la solita cit.), vediamo insieme i “punti salienti“?
Ve la butto lì in 5 richiami chiave videoludici e non, a voi la scelta se continuare con la lettura dell’articolo o passare oltre: Assassin’s Creed, Google Glass, GTA, Person of Interest e Smartphone alieni (questo quinto c’è entrato di straforo e ve lo spiego dopo). Curiosi? Benvenuti a bordo, mettetevi comodi.
Benvenuti a Chicago
I punti chiave hanno qualcosa in comune con questo gioco, in un certo senso è come se avessero influenzato un’idea e uno sviluppo che ha tenuto impegnati i ragazzi di Montreal negli ultimi anni e tutti coloro che in qualche maniera hanno collaborato alla buona riuscita di una trama sicuramente non innovativa quanto ciò che avremo a disposizione per mandare avanti la storia di Aiden Pierce e della sua personalissima vendetta nata dalla perdita di una nipote troppo giovane per potersi godere la sua vita. In realtà Ubisoft non ha fatto altro che anticipare quello che potrebbe essere il nostro (in)naturale futuro, si stima che entro il prossimo anno ci saranno 2 miliardi di possessori di uno smartphone e 15 miliardi di dispositivi totali connessi alla rete, questo perché l’evolversi del web, dei servizi e il diffondersi delle reti WiFi (spesso messe a disposizione dagli stessi comuni o da grandi aziende sul territorio) cresce esponenzialmente con il passare del tempo. Pensate solo che in questo momento, per ogni minuto che passa, partono 2 milioni di ricerche su Google, vengono inviate 200.000.000 mail e vengono messi 1.875.000 nuovi “Mi piace” su Facebook, sono cifre impressionanti. Ciascuno di noi è iperconnesso e deposita nel web informazioni che lo riguardano continuamente (fotografie, preferenze religiose o politiche e molto altro ancora).
Watch Dogs è una pura amplificazione di quanto già oggi ci circonda e assorbe, basa la sua storia ed evoluzione in una Chicago completamente controllata dal ctOS, sistema centralizzato in grado di regolare e controllare il traffico cittadino, i sistemi di videosorveglianza, reti elettriche, qualsiasi cosa. Così come nelle decine di episodi di Person of Interest è in grado inoltre di analizzare il comportamento dei singoli cittadini prevedendo possibili crimini, informazioni utili per la polizia che dovrebbe quindi essere più rapida nell’intervento. Come ogni medaglia che si rispetti c’è sempre una seconda faccia, in questo titolo si chiama DedSec ed è composta da hacker in grado di violare il sistema, di sfruttare vulnerabilità accedendo così ad informazioni diversamente inarrivabili, gli unici fortemente convinti che un sistema centralizzato non debba controllare le vite altrui, la resistenza.
In tutto questo caos a metà tra vita reale e una Matrix parecchio sviluppata, Aiden Pearce è la vostra trasposizione virtuale attraverso la quale dovrete proteggere la vostra famiglia e cercare giustizia privata. Uno smartphone (decisamente alieno, provate voi ad utilizzare il vostro Samsung Galaxy o iPhone e veder andare giù la batteria per poi tornare su semplicemente lasciandolo riposare, una gran bella funzione di standby, vorrei approfittarne anche io!), tutti gli occhi puntati sulla città a vostra totale disposizione, qualche buon amico in grado di darvi una mano nei momenti di necessità e nessun limite alla fantasia o alle violazioni di qualsivoglia sistema informatico altrui. Certo il fatto di saper maneggiare un’arma non guasta e si, chiaramente c’è anche questo perché gli scontri saranno per voi ordinaria follia quotidiana nei “periodi caldi” della storia.
Durante l’esplorazione così come in missione potrete contare su informazioni, tante informazioni, forse l’arma più potente a disposizione del genere umano sin dalla notte dei tempi, è come avere indosso dei Google Glass perennemente collegati al proprio smartphone, in grado di rilevare volti e confrontarli immediatamente con un database contenente identità, dettagli bancari e sanitari, con una ulteriore ciliegina sulla torta fatta di intercettazioni di conversazioni scritte o vocali e ambientali. A corredo c’è un sistema di controllo del personaggio che sembra essere stato clonato dai sempreverdi Assassin’s Creed, questo vi permetterà di lanciare Aiden in inseguimenti, corse acrobatiche o semplici passeggiate nelle strade cittadine, di certo non potrete appendervi su torri o palazzi ma in generale noterete ben poche difficoltà nel tenere ritmi sostenuti di corsa (anche per diversi metri) o salti di barriere apparentemente non affrontabili con la vostra prestanza fisica reale, nulla di particolarmente complesso invece per Aiden (ad ulteriore conferma del vecchio sistema già visto in AC2 e seguenti c’è anche il classico tutto per bloccare un criminale quando si è a distanza non troppo elevata da lui, ndr). Prenderete immediatamente e facilmente confidenza con i comandi, sarà altrettanto semplice richiamare armi e mirare nemici grazie anche all’assistenza automatica del titolo che viene proposta di default nelle opzioni prima di iniziare a giocare.
Se per il free-roaming potrete basarvi su istinto, capacità di reagire alle situazioni, qualche semaforo o dissuasore ai quali far cambiare rotta nel momento adatto, qualcosa cambia nell’affrontare gli atti, le missioni di gioco. Ricordate che i nemici possono far parte dei buoni o cattivi. Siete un giustiziere che agisce in solitaria quindi potenzialmente pericoloso per i cittadini e la polizia, contemporaneamente costituite uno dei più brutti incubi della stessa organizzazione che ha messo fine alla vita della nipote di Aiden. Ferire o addirittura uccidere civili innocenti non farà altro che attirare la massima attenzione e ciò si tradurrà in chiamate dirette alla Polizia che si metterà immediatamente sulle vostre tracce. D’altro canto sottovalutare i nemici e la loro intelligenza e prontezza di riflessi potrebbe rapidamente mettervi in ulteriore difficoltà. L’avere la possibilità di sfruttare ogni sistema informatico che vi circonda non fa altro che facilitarvi la vita, sfruttate ciò che avete a disposizione, studiate la vostra mossa e non voltatevi mai indietro. Affrontare a muso duro la difficoltà potrebbe farvi diventare immediato bersaglio del fuco nemico, distrarre chi vi vuole morto per poi coglierlo impreparato alle spalle potrebbe invece farvi ottenere il classico risultato da modo di dire: poca spesa, tanta resa.
Ecco c’è effettivamente da ringraziarli quei ragazzi a Montreal perché contrariamente a ciò che ti aspetti (forte delle esperienze su titoli passati) questo Watch Dogs mette in difficoltà il giocatore in base alla situazione. Tutti si adattano, l’ambiente si adatta, il vostro livello di notorietà cambia rapidamente e così come nel migliore dei GTA (ben presente anche durante il furto delle automobili con annesso strattonamento del proprietario, ndr) gli inseguimenti delle forze dell’ordine non sono così semplici da mettere a tacere, il ctOS potrebbe rivoltarsi contro di voi e una volta tanto aiutare gli inseguitori a rintracciarvi nuovamente nel caso in cui riusciate a sfuggire una prima volta. Lo stesso per i nemici, mai troppo stupidi, certo non inarrivabili strateghi ma pur sempre in maggioranza rispetto a voi e altrettanto sempre pronti a lanciarvi addosso una granata come se costituiste una minaccia pari al valore di un intero gruppo di teppisti ben addestrati dalle difficoltà della vita quotidiana nel ghetto. Una IA che finalmente può essere definita tale, non perfetta, non banale, una giusta via di mezzo chiesta a gran voce da tempo.
Sempre a proposito di GTA voglio darvi un consiglio che tornerà maledettamente utile soprattutto durante le “sessioni calde” di inseguimento: non fossilizzatevi sull’acceleratore. Sfortunatamente (non so se voluto o meno) la fisica applicata alla macchina o alla motocicletta è un pelo sbilanciata verso l’incontrollabilità del mezzo. Dare una discreta accelerazione e mollare subito dopo l’acceleratore vi permetterà di affrontare meglio le curve o semplicemente non fare incidenti stupidi che non farebbero altro che rallentarvi. Non vi preoccupate per le macchine della polizia, potete sempre attivare a tradimento i dissuasori e neutralizzarle e in ogni caso la vostra vettura è più longeva e resistente rispetto alle loro (diverso è il destino delle motociclette, #sapevatelo), a patto che non andiate a prendervi qualche cinesata guidata dall’anziana signora di turno ;-)
Insomma l’avete un po’ capita. Dove la trama non convince del tutto, un’abbondante quantità di missioni secondarie, criminali da fermare, inseguimenti all’ultimo freno a mano e minigiochi che possono partire dai vostri hack vi permettono di dare ben più che un senso al titolo in single-player, non mi ha affatto deluso, è divertente e convince e sicuramente occuperà più delle 20 ore di gioco promesse per affrontare l’intera campagna ma chiaramente dovrete essere tra gli apprezzatori di questo genere di gioco (ne conosco diversi che hanno gridato allo scandalo, alla schifezza da rivendere immediatamente, agli antipodi dal mio attuale giudizio in pratica).
Esiste anche un comparto multiplayer che va a fondersi con il vostro mondo, potrete invadere partite altrui infiltrandovi con il vostro profiler e tutta la vostra tecnica oltre che fortuna. Potrete scegliere di lanciarvi in un guardia e ladri in cui prendere le parti di una delle due categorie (mentre chi ospita la partita andrà dall’altro lato della barricata per cercare di fermarvi) oppure decidere di rubare e cercare di mantenere più a lungo possibile un codice che -manco a dirlo- servirà al vostro avversario per terminare la partita. In un certo senso si svia da quella che è la storia principale del gioco pur non abbandonando il proprio ambiente, le proprie vie di fuga, gli assi nella manica. Di certo non costituisce la parte più interessante di Watch Dogs ma è sicuramente un qualcosa in più che potrebbe farvi divertire nel caso in cui abbiate qualche amico con lo stesso titolo in canna dentro la console e sufficiente ego da sfidare. Bello, bravo, ma per me è no (non fosse perché il gioco in se è già abbondante), questo almeno per il momento, metti che Ubisoft decida di sviluppare un DLC che va a migliorarne ulteriormente l’esperienza, ci si potrebbe ripensare su ;-)
Ok, la mia parte l’ho fatta e l’articolo è terminato. Ora vi lascio all’abbondante galleria immagini che potete godervi, scaricare, utilizzare come sfondo o … fate un po’ quello che volete, ma soprattutto correte a prendere la vostra copia del gioco, l’attesa nonostante le lamentele sul reparto grafico e -di certo- la qualità notevole ma non eccelsa tanto da definirla l’ottava meraviglia del mondo è stata in qualche modo ripagata e sentiremo parlare di Watch Dogs ancora per diverso tempo.
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