Direi che è arrivata l’ora di stilare un resoconto completo della 3 giorni trascorsa al BocaBarranca in compagnia di amici, blogger e avventori interessati al mondo delle nuove tecnologie web & social.
Qualche numero:
- 3 i giorni dedicati alla manifestazione opera di 4 persone che hanno organizzato il tutto;
- 180 circa i partecipanti arrivati a destinazione (tra segnati, familiari e amici);
- 200 circa le buste preparate per contenere i gadget (grazie a Wafer, Yahoo! Italia, Salamandra Produzioni);
- 2 e più le ore registrate da RadioNK durante la giornata di sabato già disponibili sul sito (grazie ragazzi :) );
- 228 km percorsi dal sottoscritto nella tratta BocaBarranca/Stazione FS Ravenna (e viceversa ovviamente) per trasportare coloro che sono arrivati e tornati a casa con un treno;
- 468 foto già presenti nel gruppo ufficiale fotografie RomagnaCamp;
Senza contare (in quanto non pervenuti) i Kg di cappelletti (non tortellini Nicola, sacrilegio!) cucinati durante il weekend intero per sfamare i blogger piuttosto che le insalate e tutti i piatti tipici romagnoli cucinati ai buongustai presenti, proprio per accontentare qualsiasi palato.
Esprimere poi un parere “generico” sull’evento è di certo la cosa più difficile, sono di parte (ma va?). Provando a dare una occhiata a tutti i post compresi in Technorati e BlogBabel si notano due “club distinti“. Il primo osanna l’organizzazione, il posto, i contenuti e la location. Il secondo si lamenta dicendo che il RomagnaCamp è solo l’ultima realizzazione sulla scia del fancazzismo da guerra che segna l’ormai inflazionata parola Barcamp.
foto: RomagnaCamp Pool
Che dire?
Ai primi va il mio più sincero ringraziamento per aver partecipato e apprezzato lo sforzo fatto per dare tutto ciò che avevamo promesso. Ai secondi va ugualmente il mio grazie per la partecipazione e l’opportunità di parlarmi durante uno dei prossimi BarCamp per discutere faccia a faccia su cosa “sarebbe potuto essere migliore“, senza nascondersi dietro un monitor comodamente svaccati sulla poltrona di casa propria.
Evito di citare persone in particolare. Chi lo ha fatto sicuramente capirà. L’unico capace di parlare schiettamente prima di tornare “in madre patria” è stato Samuele.
Dalla mia posso dire solo una cosa: le sale per presentare il proprio talk c’erano, le strumentazioni pure. C’erano i partecipanti interessati che hanno seguito tanti talk facendo domande o semplicemente ascoltando e apprezzando quanto detto. C’erano i tavoli fuori dalla sala principale per mangiare o discutere del più e del meno senza disturbare nessuno. Nel momento in cui abbiamo notato l’esponenziale crescita dei talk abbiamo messo un nuovo microfono nella piazzetta fuori dalla sala principale. C’era poi la spiaggia, il mare, la scogliera, un sole caldo ed un venticello piacevole.
Occorreva solo decidere se godersi un bagno, una tintarella di fine estate o dedicarsi all’apprendimento durante le non-conferenze. Liberi di fare ciò che si preferiva. Non ci si può venire a lamentare a fine evento perché la barista provvedeva a chiamare chi necessitava rifocillamento o perché qualche bagnante con il culo in bella vista attraversava la sala.
Vi avevamo promesso un BarCamp al mare, ve lo abbiamo dato. Fullo ha scritto un post che merita di essere letto, soprattutto per la definizione di BarCamp.
5 mesi di organizzazione, 3 giorni di diretta sul canale “Vita Reale“, tanta stanchezza ma altrettanta soddisfazione per aver creato qualcosa che ha fatto davvero colpo.
Grazie a tutti voi.
Giovanni
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