Due sono le cose pressoché senza fine in un titolo Mortal Kombat: il sangue e l’abuso della lettera “K“. Mortal Kombat 11: Aftermath non fa eccezione alcuna. Poco importa che di sangue ne scorrano talmente tanti fiumi da superare la quota contenuta in un corpo umano. Per le “K” invece non c’è cura ormai dagli anni dei primi SMS quando si usavano per risparmiare caratteri (e quindi soldi). Ho messo le mani sul titolo Warner Bros. Interactive Entertainment a distanza di circa un anno rispetto alla sua comparsa negli scaffali fisici e digitali, con l’occasione ho quindi dato un’occhiata all’espansione Aftermath e ai suoi nuovi personaggi.
Mortal Kombat 11
Warner Bros. e NetherRealm Studios stanno bene insieme un po’ come spiaggia e mare, è ormai assodato ed è difficile spezzare questa idilliaca relazione che ha portato entrambi a vendere più di dieci milioni di copie di Mortal Kombat X (Mortal Kombat X: Who’s Next?) che in un certo senso ha avuto quel merito di portare l’asticella ancora più in alto rendendo quindi difficile far di meglio con Mortal Kombat 11. Tutto cambia per non cambiare, è quindi inutile pensare a quali mirabolanti modifiche siano state apportate a un menu principale del gioco che rimane fedele alla tradizione con le sue modalità Konquista (Storia, Torri, Krypta), Kombatti (in locale contro la CPU oppure online contro altri giocatori reali), Personalizza (per la modifica dei lottatori sbloccati e l’esame degli oggetti raccolti durante la storia) e Palestra (tutto ciò che riguarda la pratica e il miglioramento delle proprie abilità seguendo i tutorial).
Se c’è però un minimo comune denominatore che appartiene alla serie è quello di basare molto del lavoro di NetherRealm sulla storia narrata e vissuta tramite controller, è per questo motivo che Mortal Kombat 11 riprende un po’ il filone relativo ai viaggi nel tempo e crea (mettendola contro di te) Kronika, nemica che finirai inevitabilmente per sfidare in una lotta apparentemente impari che mi ha visto morire parecchie volte per poi trionfare solo per una tanto agoniata botta di culo (diciamo le cose come stanno).
La storia secondo Kronika
Mettiamola così: considerando tutto ciò che è accaduto in passato e la storia che ti sei lasciato alle spalle in Mortal Kombat X, Mortal Kombat 11 partirà con il piede giusto, quello “frizzantino“. Raiden ha un po’ perso il controllo e la sua ineccepibile retta via, finendo per diventare obiettivo primario di Kronika che ha una missione molto semplice da comprendere quanto difficile da realizzare: rimuovere dalla storia il Dio Raiden ricostruendola e modellandola affinché le forze oscure possano avere la meglio sul difensore della Terra e su tutti coloro che hanno avuto a che fare con lui. Il problema alla base di tutto questo è che oltre a poter controllare delle sabbie del tempo, Kronika ha il potere di riportare in vita chiunque lei voglia, ciò vuol dire che giocare Mortal Kombat 11 sarà un po’ come tornare indietro nel tempo e rivedere facce note, alcune sfigurate dal tempo e dagli avvenimenti, altre in età della pubertà, non necessariamente distanti tra di loro, anzi (spesso ti capiterà di vedere presente e passato uno di fianco all’altro).
Se la trama ti sembra banale è perché certamente lo è (così come il percorso che ti porterà ad affrontare Kronika dopo circa 4 ore e mezza di gioco), ciò che davvero premia il titolo di NetherRealm Studios è la capacità di costruire scene degne di un tripla A di Hollywood con effetti speciali e intrecci che finirai per apprezzare, con un susseguirsi di eventi che ti porterà a delle scelte che ti permetteranno di apprezzare le tante sfaccettature di ogni personaggio che ha caratterizzato in qualche maniera un titolo che ha ormai raggiunto una sua maturità grazie all’esperienza che ha raccolto sul campo lungo i 28 anni di onorata crescita. Mortal Kombat è cresciuto con tanti come me che in sala giochi tentavano di far durare quelle 200 lire quanto più tempo possibile, magari lasciando qua e là qualche Fatality che all’epoca ti posso assicurare che era considerata quanto più ci fosse di simile alla blasfemia per violenza gratuita.
Mortal Kombat 11 integra, rispetto al passato, un nuovo sistema di caricamento energetico per ciò che riguarda il comparto difensivo e quello aggressivo, dovrai sforzarti di combattere molto più con logiche e misure non esattamente ravvicinate che con forza bruta e colpo dritto in faccia dalla corta distanza. Nulla di quanto comandato tramite il controller porterà la barra dell’energia nemica così rapidamente verso lo zero, offrendoti quindi sfide più complicate da concludere ma certamente più soddisfacenti dal mero punto di vista legato alla durata dell’incontro. L’incontro tra attacco, parata e contrattacco verterà verso un’esperienza quanto più bilanciata possibile che non dovrebbe lasciare mai il fianco scoperto, mossa poco furba quando ti ritrovi davanti a nemici di una certa importanza, soprattutto con personaggi non particolarmente brillanti, veloci o resistenti. In casi come questi gli elementi che si trovano nel luogo del combattimento e con i quali potrai interagire finiranno per darti una grande mano (soprattutto quando ti ritroverai chiuso in un angolo).
Nota di assoluto merito proprio per ciò che riguarda gli stage e – aggiungerei – i personaggi. Il livello di dettaglio raggiunto è davvero molto alto e a questo vanno aggiunti una serie di costumi e ulteriori comportamenti / mosse che finiscono per complicare certamente la vita degli sviluppatori e dei designer che evidentemente hanno voluto sfidarsi ancora più che in passato, vincendo la scommessa per ciò che mi riguarda. Ciò che invece boccio senza ombra di dubbio è la parte economica relativa alla Krypta, dove finirai per dover spendere ulteriori soldi rispetto all’acquisto del titolo e del relativo “Fighter Pass“. No, non credo ce ne sia assolutamente bisogno e sono assolutamente convinto della bontà complessiva di un titolo che non dovrebbe aver necessità di questi mezzi per arrivare a ottenere ancora più soldi dal giocatore che sceglie di dare fiducia e procedere con l’acquisto del necessario per divertirsi qualche ora davanti al televisore.
Parliamo di Aftermath
Aftermath è l’espansione ufficiale di Mortal Kombat 11 che arriva a circa un anno dal rilascio del titolo base. Porta con sé alcune migliorie rilasciate in parte gratuitamente, in parte a pagamento come si trattasse di un proseguo del titolo che porta inoltre in dote 3 nuovi personaggi: Sheeva, Fujin e RoboCop.
Quello che hai lasciato lì al termine di Mortal Kombat 11 è un nuovo Liu Kang ora protettore della Terra e governatore delle sabbie della clessidra, aiutato da un Raiden che ha ceduto evidentemente posto e passo per il bene comune. Quando sembra che tutto possa volgere nel migliore dei modi è esattamente il momento preciso in cui qualcosa va storto. Tornano infatti Shang Tsung, Nightwolf e Fujin che erano stati tenuti in ostaggio da Kronika e che sono tornati a essere liberi solo quando quest’ultima è stata sconfitta e uccisa. È Shang Tsung che, faccia a faccia con Liu Kang, informerà il protettore della Terra che non riuscirà a governare le sabbie del tempo senza la corona di Kronika che è andata perduta nell’ultimo decisivo scontro. A causa di ciò Liu Kang dovrà riavvolgere il nastro del tempo portando Shang Tsung, Fujin e Nighwolf all’inizio della storia del gioco originale, così da poter recuperare la corona all’epoca dell’episodio che vedeva Kotal Kahn giustiziare Kollector. Comincia così una nuova storia fatta di 5 ulteriori capitoli che arricchiscono la trama vista nel suo complesso e che spero di poterti mostrare quanto prima sul mio canale YouTube.
Quello che maggiormente ho apprezzato e odiato (sì, allo stesso tempo) in Mortal Kombat 11 è stato il complesso susseguirsi necessario di mosse fatte di attacchi brevi e pesanti, il vantaggio che hai tra le mani è quello di poter concatenare ambo le scuole e portare a casa una vittoria schiacciante che a me è mancata spesso, ho decisamente perso la mano e il tutorial non mi ha aiutato quanto avrei voluto. Sia chiaro: non è colpa del titolo, è colpa del giocatore. Quando ho potuto (soprattutto fuori dalla dalla modalità storia) ho cercato di riportare alla mente (e alle mani) quelle caratteristiche che hanno reso alcuni personaggi davvero celebri e letali, ho raggiunto oggi un buon livello che sto godendomi in partite più sporadiche e con personaggi che non fanno realmente parte del copione di Mortal Kombat ma che lo rendono davvero più gradevole perché portano quel brio in più che nel titolo non guasta affatto (penso a figure come quelle del Joker o di Robocop).
Parlando di Robocop: mi ritengo un purista di Mortal Kombat. Negli anni sono stati avvicinati a questo titolo un sacco di personaggi terze parti che sono assolutamente divertenti da utilizzare ma che nulla hanno a che fare con la storia. Fortunatamente anche Robocop non fa eccezione, potrai utilizzarlo nella lotta libera ma non lo incontrerai nella storia (a meno che Kronika non lo chiami in campo durante la fase di recupero nello scontro finale della prima parte di storia). I personaggi che tornano realmente nella storia di Aftermath appartengono in effetti a ciò che ha reso grande Mortal Kombat e vanno quindi ad alimentare un roster già importante e molto variegato se consideriamo la possibilità di scegliere tra più costumi e abilità per ciascun combattente.
In conclusione
Giocare Mortal Kombat per chi lo ha visto nascere ed evolversi è sempre qualcosa di estremamente stimolante. È un titolo completo che cattura e che piace (a quelli non troppo deboli di stomaco), che nasconde le perle preziose nella sua storia molto più che nella modalità sfida (che si tratti di quella in locale o quella online poco importa), che si presta come sana valvola di sfogo quando si vuole scaricare un po’ di stress prendendo a ceffoni qualcuno dall’altro lato del controller. L’espansione Aftermath aggiunge profondità a una storia che mi era già piaciuta e che diventa quindi ancora più divertente da terminare, sfidante per certi versi.
Certo non posso considerare questo DLC alla stessa stregua di quelli che aggiungono molte più ore di gioco al titolo base, ma si tratta comunque di 5 capitoli importanti che totalizzano circa 3 ore di contenuti. È una buona via di mezzo che potrebbe accompagnarci verso la storia di Mortal Kombat 12. A oggi se dovessi acquistare il titolo punterei certamente alla versione Aftermat con Kombat Pack (per avere tutti i personaggi aggiuntivi e qualcosa di più completo rispetto al titolo base).
Io ringrazio Warner Bros. Interactive Entertainment per avermi fornito il codice download e ti rimando alla prossima recensione del Banco Prova Console (parleremo di cuffie, mi è toccato pensionare le mie vecchie Creative!).
#StaySafe
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Prodotto: fornito da Warner Bros. Interactive Entertainment che ringrazio. Mi hanno dato una chiave download che mi ha permesso di ottenere il pacchetto completo di Mortal Kombat 11 con espansione Aftermath.