Le estensioni legacy di Firefox non funzionano più su Pale Moon, come rimediare?

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WWDC2020 AvatarSu Gioxx’s Wall torna Michele e torna l’argomento Pale Moon, un’alternativa al browser ufficiale di casa Mozilla che sta ora vivendo una novità importante e “disruptive” che può portare l’utente a riscontrare difficoltà nella sua quotidianità e nelle sue abitudini pregresse di configurazione e uso, con annessa soluzione! Buona lettura :-)

Pale Moon versione 28.11

Siamo giunti alla resa dei conti: gli utenti del browser multipiattaforma Pale Moon con la versione 28.11 hanno avuto la sgradita sorpresa che le vecchie estensioni legacy (cioè scritte nel metalinguaggio XML) di Firefox non sono più funzionanti sul fork (divisione in due rami distinti dello sviluppo di un progetto software) di Moonchild. Un film già visto quando Firefox ha lanciato la versione 57, detta Quantum, e quando gli utenti del browser di Mozilla si sono ritrovati senza componenti aggiuntivi funzionanti. Il rimedio per adesso, comunque, c’è.

Il problema: le estensioni “tradizionali” di Firefox non funzionano più su Pale Moon 28.11 e gli utenti del browser europeo si ritrovano daccapo con lo stesso problema, dopo che magari erano passati proprio a Pale Moon perché la versione 57 di Firefox non supportava più le estensioni “classiche”.

L’origine del problema in Firefox: le estensioni tradizionali di Firefox erano generalmente scritte in XML User Interface Language (XUL), linguaggio con cui l’interfaccia utente di Firefox era stata creata. Le estensioni basate su XUL potevano quindi modificare direttamente l’interfaccia e avevano anche l’accesso completo a XPCOM, il potente modello di oggetti componenti utilizzato da Firefox.

In poche parole, quelle estensioni erano così potenti (e pericolose) perché non c’era un insieme predeterminato di funzioni che potevano e non potevano cambiare. Per un paio d’anni prima di lanciare Firefox Quantum (cioè la versione 57 che non supporta più questa tipologia di estensioni) Mozilla ha offerto un’API chiamata WebExtensions, incoraggiando gli sviluppatori di estensioni ad adottarla. L’API di Mozilla comprende un elenco di funzioni che le estensioni possono e non possono controllare.

Con Quantum, quindi, Firefox non è più compatibile con i componenti aggiuntivi “classici” e questo ha significato una ulteriore perdita di utenti che sono passati ad altri browser, delusi perché le loro estensioni preferite non funzionavano più.

La conversione di tutte (ma proprio tutte) le estensioni, come auspicato da Mozilla, purtroppo non c’è stata: alle origini di questo fallimento c’è stato il fatto che l’API non offre un controllo completo per ricreare l’estensione originale, quindi gli sviluppatori hanno abbandonando i loro progetti.

Inoltre, come spiegato da uno sviluppatore di estensioni sul Forum di Mozilla Italia, pare che Mozilla non abbia  – assurdamente – documentato a sufficienza come effettuare tali conversioni con il nuovo strumento, altra ragione per cui i volontari hanno abbandonato lo sviluppo delle proprie amate creature.

Tra gli utenti che hanno abbandonato Firefox, una parte ha deciso di utilizzare il browser Pale Moon, come spiegato in questo articolo, proprio perché compatibile con i vecchi formati XUL delle estensioni da loro utilizzate.

Detto tra noi, gli utenti sono passati a Pale Moon anche per altri motivi, ma non stiamo qui a rigirare il coltello nella piaga…

L’origine del problema in Pale Moon: fino a ieri le estensioni per Firefox (quelle XUL) venivano accettate da Pale Moon pur se, al loro interno, mancava la conferma della loro compatibilità. Ora se non c’è scritto che sono fatte per Pale Moon appare un avviso. “Fatte solo per Pale Moon” oppure “Fatte anche per Pale Moon”, in sintesi. Più o meno dall’inizio del 2021 non saranno più installabili.

La ragione è che da qualche anno lo sviluppo delle estensioni di Firefox funzionanti anche su Pale Moon è interrotto. Alcune funzionerebbero pure, ma troppe stanno diventando reperti storici e fonti di problemi, anche perché persino il modo di utilizzare le estensioni da parte di Pale Moon cambia. Stessa tecnologia, tempi lunghi, piccoli ritocchi… ma cambia.

Queste estensioni “classiche” saranno però installabili dall’utente, a suo rischio, dopo averle modificate. E se il rischio si scoprirà che non c’è, potranno essere disponibili persino sul sito addon.palemoon.

Recita il changelog di Pale Moon 28.11:

Changed the way Firefox extensions are displayed in the add-on manager (provide a clear warning).
Denied other types of add-ons that aren’t explicitly targeting Pale Moon’s ID.

Tradotto, più o meno vuol dire:

Modificato il modo in cui le estensioni di Firefox vengono visualizzate nel gestore dei componenti aggiuntivi (fornisce un avviso esplicito).
Negati altri tipi di componenti aggiuntivi che non prendono in considerazione esplicitamente l’ID di Pale Moon.

Il controllo delle estensioni, quindi, è cambiato. Vediamo adesso un esempio di che cosa accade a chi passa alla versione 28.11 di Pale Moon.

Che cosa accade a chi passa alla versione 28.11: una guida passo passo

  • All’avvio di Pale Moon, appare un avviso. Fare clic su “Scarica la nuova versione”.
  • Inizierà il download della nuova versione di Pale Moon.
  • L’aggiornamento, in seguito, si installerà.
  • Riavviare il browser (se non si hanno schede con lavori in sospeso, ovviamente).
  • Pale Moon installerà gli aggiornamenti e si aprirà dopo pochi secondi.
  • Apparirà immediatamente l’avviso (in inglese, in quanto lo stesso language pack italiano non viene più riconosciuto) che i componenti aggiuntivi non sono compatibili e quindi sono stati disattivati.
  • Fare quindi clic su “Check Now”.
  • Il Language Pack italiano compatibile, in questo caso, è stato rintracciato e viene proposto per l’installazione. Fare clic su “Install Now”.
  • Al termine dell’installazione, fare clic su “Finish”. Come si vede, tutto il sistema di aggiornamento è molto semplice.
  • Con la scorciatoia da tastiera CTRL + Maiusc + A si apre il menu “Strumenti / Componenti aggiuntivi”. Nella scheda “Estensioni” appare adesso l’avviso che un determinato componente aggiuntivo “…non è stato progettato per Pale Moon. Potrebbe non funzionare correttamente o smettere di funzionare.”. Generalmente, comunque, con questa versione di Pale Moon la maggior parte delle estensioni continua a funzionare bene e quindi non c’è bisogno di fare clic sui pulsanti “Disattiva” o “Rimuovi”. Ancora una volta l’origine user friendly di Firefox consente di comprendere facilmente come comportarsi con questi avvisi. Notare come l’estensione “Adblock Latitude”, che è un fork di AdBlock Plus, funziona invece regolarmente perché è dedicata proprio a Pale Moon.
  • Però nella scheda “Dizionari” arriva la brutta sorpresa: il “Dizionario italiano 5.0.0” non è compatibile con Pale Moon 28.11 e quindi risulta disattivato. Come rimediare?
  • Dal sito degli addon di Pale Moon (https://addons.palemoon.org/extensions/) fare clic su “Language Tools / Dictionaries”.
  • Scorrere in giù l’elenco dei dizionari, fino a trovare quello che si chiama “it-IT.xpi”. Farci clic sopra con il pulsante sinistro del mouse.
  • Pale Moon avvertirà che si sta tentando di installare un componente aggiuntivo, fare clic su “Permetti”.
  • Nella finestra di avviso successiva, fare clic su “Installa adesso”.
  • Apparirà quindi il popup che il componente aggiuntivo è stato installato correttamente.

Tutto qui, come si vede per adesso l’aggiornamento delle vecchie estensioni di Firefox è molto semplice da installare sulle nuove versioni di Pale Moon.

Forzare la compatibilità delle vecchie estensioni legacy: grazie al moderatore Iceberg del Forum di Mozilla Italia, è possibile presentare il trucco per rendere compatibili le vecchie estensioni XUL con le ultime versioni di Pale Moon.

Per togliere il warning adesso (e in seguito) e quindi per rendere una estensione installabile, è sufficiente specificare nel file install.rdf dell’estensione stessa che il componente aggiuntivo è stato creato per quella specifica versione di Pale Moon.

Per essere ancor più precisi il codice è questo:

<!-- Pale Moon -->
  <em:targetApplication>
    <Description>
      <em:id>{8de7fcbb-c55c-4fbe-bfc5-fc555c87dbc4}</em:id>
      <em:minVersion>27.0</em:minVersion>
      <em:maxVersion>28.*</em:maxVersion>
    </Description>
  </em:targetApplication>

Il codice tra le parentesi graffe 8de7fcbb-c55c-4fbe-bfc5-fc555c87dbc4 è l’ID di Pale Moon, citato nelle note di rilascio.

Questo rende l’estensione installabile; se basta ciò – e in certi casi è così – quella diventa una estensione Pale Moon e si potrebbe anche fare richiesta per metterla tra gli addons.palemoon. Purtroppo, molte altre volte saranno necessarie vere modifiche. Che però sono fattibili: uBlock e uMatrix, estensioni complicatissime, sono passate per questa strada. Fattibili, trovando chi sa farle e ci si applica.

Il futuro delle estensioni di Pale Moon

Mentre Firefox, alle origini, ha avuto un largo seguito di appassionati e sviluppatori di professione che hanno creato le proprie estensioni a seconda delle più personali esigenze, Pale Moon ha ereditato questi prodotti e li ha adattati senza avere lo stesso seguito creativo avuto a suo tempo dal browser di Mozilla. I tempi sono cambiati e la sfida di Pale Moon è quella di rimanere coerente a se stesso in termini di facilità d’uso anche in vista dei grossi cambiamenti che ciclicamente avvengono sul Web, dai formati HTML ai formati video, dalla tipologia di estensioni alla modalità di lavoro per i volontari che supportano il prodotto, dal motore di rendering alla telemetria.

Finora il browser Pale Moon è riuscito a proseguire nella strada intrapresa a suo tempo, aggiornandosi senza colpo ferire rispetto all’esasperato ritmo di rinnovo che contraddistingue attualmente Firefox.

Speriamo che prosegua sempre così, anche se proprio adesso la sfida è diventata ancora più difficile proprio per il cambiamento alla base dei componenti aggiuntivi.

Resta l’amarezza che tutto che ha fatto in passato e che sta facendo attualmente Pale Moon, con ottimi risultati, poteva benissimo farlo la ben più grande Mozilla, accontentando i suoi sostenitori più tradizionali e non disperdendo così i suoi fan e i suoi sviluppatori.

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