Visto il rapimento senza richiesta di riscatto di Gabriele all’ultimo minuto, ieri mattina sono riuscito ad intervistare Matteo, senza voler entrare troppo nel dettaglio (anche perché ho potuto disturbarlo solo per 10 minuti circa!), ecco il risultato di questo rapido botta & risposta:
a parole sono tutti bravi, ma ora dimostrami come un perfetto ignorante possa capirci qualcosa di telemetria. Fa come se dovessi spiegare il tuo lavoro ad un bambino di otto anni, come viene applicato nel motociclismo?
Matteo
beh, è semplice. Sulla moto –te lo dico in termini molto banali– è presente una scatola, molto simile alla ‘nera‘ che trovi sugli aerei e che viene analizzata in seguito ad incidenti di varia natura. La nostra non fa altro che registrare tutte le informazioni che provengono dai diversi sensori posti sulla moto, un po’ come succede con il cruscotto della macchina che è in grado di dirti in tempo reale velocità e giri del motore. Dato però che da regolamento non possiamo avere una trasmissione radio costante dei dati dalla moto, abbiamo stabilito una frequenza di memorizzazione, così che possano essere prelevati e tenuti da parte per la successiva consultazione, che avviene quando la moto si ferma al box.
Per questo motivo il termine telemetria è sbagliato, è comunemente utilizzato ma implica quella trasmissione dati che a noi manca, possiamo vedere i valori solo collegandoci fisicamente alla moto quando rientra, è quindi più corretto dire ‘acquisizione dati‘, non posso consultarli in tempo reale come succede in Formula 1!
sappiamo tutti che nel motociclismo c’è una simbiosi totale tra meccanica ed elettronica, senza dimenticare il lavoro del pilota che deve costantemente ‘ascoltare‘ il proprio mezzo e comunicare a voi ed ai meccanici cosa c’è che non va, per migliorare il risultato in pista. Quanto conta in questo Valentino, quanto Nicky?
il pilota conta sicuramente più in questo campo che in quello della Formula 1. La moto è un mezzo per definizione instabile, sei su due ruote, se non stai attento cadi! Il fattore umano è quindi preponderante, diciamo che prende un buon 70% o più, senza considerare che ciascun pilota ha un suo stile di guida che cambia parecchio le carte in tavola.Su una macchina io so che un certo quantitativo di benzina, un particolare valore di ala aerodinamica e un particolare treno di gomme (morbide, dure, ecc) posso stabilire un determinato tempo, ci sono delle simulazioni che sbagliano di pochissimo. Tutto questo nella moto è impossibile! Anche con la stessa configurazione e nella stessa squadra puoi notare come due piloti stabiliscano differenze sostanziali in pista.Su una moto che pesa a secco 150 kg, la massa di un pilota che ne pesa 70 e si sposta avanti e indietro diventa molto importante!
ora facciamoci un po’ di affari tuoi: hai seguito Valentino per tutti gli anni della sua permanenza in Yamaha. Cosa è cambiato ora che siete approdati in una scuderia italiana? Perché questa scelta? E’ stata un bene o un male?
dal mio punto di vista è stato sicuramente un bene. Sono italiano, e lavorare per una casa italiana è un onore, soprattutto dopo aver lavorato 15 anni per squadre straniene, a parte l’inizio con Ducati in Superbike. Dietro questa scelta c’è comunque l’adrenalina e l’eccitazione per la nuova sfida, ripetere tutto quello che è stato fatto in Yamaha, vincere con Valentino sulla Ducati penso sia il sogno di tutti!
a questo punto -prima di chiudere- torniamo sul tecnico con una domanda ben specifica: di tutta quella curva di valori (guardando il grafico dell’acquisizione dati di cui abbiamo inizialmente parlato, ndr) qual è quello più importante? Quale non devi mai perdere d’occhio?
guarda: non esiste un solo valore da tenere d’occhio, sono tutti estremamente importanti. Non solo hai dei parametri che ti indirizzano verso un miglioramento delle performance del veicolo, ma ne hai tantissimi altri che ti permettono di capire se il veicolo sta funzionando bene, che il motore non abbia problemi, che le pressioni olio, benzina e temperatura siano tutte nel range ottimale.Hai dei valori ottimali per migliorare la prestazioni, e altri per prevenire eventuali problemi tecnici in pista, quindi è impossibile discriminare quali sono quelli importanti, è davvero improponibile. E poi, ciascuno di questi può fare riferimento ad un determinato canale, quindi ad un problema, dove noi dobbiamo agire. Il mio lavoro è tradurre in parole e azioni questo quadro (l’acquisizione) nel più breve tempo possibile!
Uscendo dal box ho finalmente potuto sentir parlare Gianluca, anche se solo per una frase: “Allora ragazzi, andata tutto bene con Matteo? Con un fil di gas?” :-D
Per capire qualcosa di più su Gianluca, potete dare un’occhiata a questo video riguardante una sua vecchia (neanche tanto) intervista:
E ora, torno in pista a far fotografie! (a tal proposito, tenete d’occhio l’album su Flickr: flic.kr/s/aHsjvjpJoF)
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