Assassin’s Creed Unity: Liberté, Égalité e Fraternité non bastano

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Sto scrivendo questo articolo dopo diverse ore di gioco passate in compagnia della mia Xbox One e quella copia di Unity che ho bramato per tanto tempo, forse per troppo. Ho volutamente creato un calderone di aspettative capace di inghiottire al suo interno terreni vasti quanto l’America o forse più. Ho sperato, provato in anteprima, guardato i trailer di Ubisoft in religioso silenzio pronto a intavolare supercazzole con gli amici su quanto quel team di sviluppo che stimo profondamente avesse finalmente deciso di ridare una doverosa sferzata ad un titolo che dal quel secondo capitolo non ha più saputo catturarmi allo stesso modo, non ci sarà mai più un Ezio Auditore, tutti lo abbiamo amato, nessuno come lui. Basterà la Rivoluzione Francese a rianimare gli animi perduti?

Assassin's Creed Unity: Liberté, Égalité e Fraternité non bastano 1

Siamo sinceri e diretti dando una chiara risposta alla domanda posta subito prima dell’immagine (stupenda, non trovate?): NO (e non mi sto riferendo all’immagine). Non ho mai affondato la lama in nessuno degli Assassin’s Creed che hanno composto la saga fino ad oggi, non pesantemente almeno, nessun lavoro ad opera umana può considerarsi perfetto, chi vive nel grande regno dell’informatica e della tecnologia può ben sapere che siamo noi “addetti ai lavori” i primi a commettere errori (disse quel 50% di System Administrator che è in me), talvolta banali, altre volte un po’ meno, l’informatica è una brutta bestia, tutta, lo ripeto spesso.

Assassin’s Creed Unity è frutto del lavoro degli studi di Montreal, una conferma negli anni (oltre alle collaborazioni con tutti gli altri studi Ubisoft che non possono più mancare all’appello), più di 3 anni di sacrifici, idee, tutto per battere quell’impegno profuso fino ad ora per non deludere mai le aspettative, non troppo almeno. È il primo titolo interamente pensato e sviluppato per la next-gen ed è su questa che deve (non dovrebbe, qui non c’è condizionale) dare il meglio di se, far scendere quella tipica bava da Homer Simpson lungo la bocca a coloro che non hanno avuto la fortuna o la possibilità di saltare ancora a bordo. E invece no. Assassin’s Creed Unity, il titolo di punta di una Ubisoft ormai nell’occhio del ciclone è lo stesso gioco che è capace all’interno di un solo disco (e della classica patch al day-1) di racchiudere la bellezza del credo assassino ed errori madornali che neanche su Xbox 360 sono stato capace di vedere mai nonostante le inferiori risorse hardware a disposizione. Qui non si tratta di fare il pippone (passatemi questa tamarra licenza poetica) su FPS, risoluzione e chi ce lo ha più lungo tra PlayStation 4 e Xbox One (vi ricordo che se viene venduto come bundle insieme a One un motivo ci sarà, haters, prendetene e sparlatene tutti), ho sempre pensato che questa eterna lotta tra le casate appartenga molto più a un Game of Thrones e non alla schiera di chi ama i videogiochi realmente, quelli a cui non frega un accidente di che controller hanno in mano, possono farci la battuta certo, ma non si andrà oltre quella, per il fanatismo la porta è a portata del vostro clic, basta chiudere questa tab del browser.

Assassin’s Creed Unity è un gioco stupendo se preso dal punto di vista della storia di Arno Dorian, adoro la sua capacità di muoversi agilmente su qualsiasi terreno, la possibilità altissima di personalizzazione che metto a confronto diretto con quel Santo Graal che è stato AC2, la caparbietà tipica di un assassino con una personalità molto forte che va a prendere sempre più possesso di un ragazzo strappato alla sua famiglia e che cresce non sapendo ciò che realmente lo aspetta, la bellezza di quella Parigi sconfinata vanto di un team di sviluppo al quale posso solo fare i complimenti per quel dettaglio, quella cura dei particolari (anche se non proprio in ogni caso per cause di forza maggiore), quella insopportabile cadenza così ben riprodotta nei quartieri della città, nelle discussioni tra la massaia e il suo uomo o tra quelli lì, quei tipi seduti sulla panca sotto a Notre-Dame. Per certi versi mi reputo molto soddisfatto anche della svecchiata data all’Animus e all’Abstergo tutta, oggi riproposta in una chiave molto più commerciale, fa molto marketing dei giorni nostri e ci sta molto molto bene, calza a pennello e su questo non c’è pecca da parte di chi ci ha pensato e lo ha realizzato, quegli spot si cuciono poi benissimo all’avventura che il protagonista oltre il monitor si trova a giocare tramite il controller.

È tutto molto curato, tutto molto affascinante, senza tempo per alcuni attimi. È punto di forza e debolezza nello stesso momento quando si ripercorrono i ricordi di Arno e tutto ad un tratto ci si ritrova a fare una mossa che subirà un ritardo di visualizzazione che –seppur non infinito– è molto più che “percepibile”, è interminabile, una roba che vorresti “averci visto male” ma che invece no, ci hai visto benissimo, fin troppo bene, un grande problema in un gioco di questo livello, in una realizzazione così costosa in termini più di sacrifici che di “semplice budget” (il budget non è mai nulla di semplice, ndr). Una caratteristica chiave di Assassin’s Creed Unity che diventa insopportabile anche durante i caricamenti degli stessi ricordi, secondi infiniti, senza più neanche la possibilità far vagare l’assassino nel perfetto nulla come nei titoli precedenti, forse inutile e sicuramente stupido ma non snervante tanto quanto lo schermo completamente nero e due linee di caricamento laterali che talvolta sembrano essere andate in loop e portano a credere che forse sia il caso di tornare in Dashboard e riavviare il gioco.

Poi tutto ad un tratto questo svanisce, ci si ritrova catapultati in un universo in cui finalmente l’intelligenza artificiale porta più rispetto alla parola stessa perché di reale “intelligenza” nei capitoli precedenti non ce n’era poi così tanta. Finalmente ci si dovrà davvero difendere, c’è maggiore diffidenza in coloro che ci circondano, nelle guardie tanto quanto nei teppisti di strada, nelle persone che spaventeremo e che non vorranno rimanerci accanto un attimo di più, in quelle urla pronte a scatenarsi per chiamare soccorsi nel caso in cui le nostre azioni non fossero “nella norma”. C’è quella capacità di stupire, di subire violenza certo, ma non senza restituirla con gli interessi al mittente (e non solo), c’è la possibilità di farsi le ossa con le missioni secondarie, c’è quella modalità cooperativa che non ho potuto giocare bene durante questi giorni che ci hanno separato dal lancio ufficiale di Assassin’s Creed Unity e della quale spero di potervi parlare quanto prima (promesso), c’è tutta una serie di finezze che non passano certo inosservate. Il prodotto vale la pena di essere giocato ma tutto ad un tratto ecco, il ricordo è terminato e lo sconforto torna prepotente in voi, ci saranno ancora attese, ci saranno ancora stranezze inspiegabili, ci saranno una serie di errori che dopo essere stati fortemente criticati nel neanche tanto vecchio Watch Dogs non dovevano assolutamente esserci in questo nuovo capitolo della saga degli assassini, bisognava (e bisogna sempre) fare errore dei propri sbagli per far si che questi non possano più essere commessi.

Assassin's Creed Unity: Liberté, Égalité e Fraternité non bastano 2

Oggi è il giorno di Assassin’s Creed Unity, oggi è il giorno in cui le vendite saliranno alle stelle perché come sempre Ubisoft sa come catturare l’attenzione dei propri giocatori e anche di coloro che non hanno mai avuto a che fare con le loro realizzazioni fino ad ora. Teaser trailer, spot nelle reti televisive nazionali (immagino anche all’estero ma ovviamente parlo “per noi”), indiscrezioni, registrazioni di giocato in anteprima e molto altro ancora, Assassin’s Creed Unity è un prodotto favoloso rovinato da distrazioni e sciocchezze che –forse– con qualche mese in più di lavorazione e magari una fase beta più “tosta” a base di feedback continui avrebbe potuto fare la differenza rendendolo il prodotto perfetto. Ogni promessa è debito e sicuramente tornerò sul titolo per parlare di eventuali novità ma soprattutto della modalità cooperativa sulla quale ho altrettante aspettative, con la speranza -almeno stavolta- di non rimanere così deluso.

Ubisoft, basta una patch, ne sono certo, almeno per quelle grossolane criticità da mettere a posto, non ti resta che “fare la magia” e renderci tutti un po’ più felici.

Oggi è anche il giorno di Assassin’s Creed Rogue, titolo nato appositamente per Xbox 360 e PlayStation 3 del quale vi parlerò quanto prima.


Riconoscimenti: il primo Arno Dorian (immagine ad inizio articolo) è di tincek-marincek. L’immagine di Arno ed Elise in copertina è stata reperita su Wikia.

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