Mettetevi l’anima in pace: non c’è nulla all’infuori della battaglia tra Assassini e Templari. È così da sempre, è così ancora una volta nell’ultimo dei capitoli di AC, non fa certo eccezione Assassin’s Creed Syndicate. La vera differenza? Il carisma del duo protagonista di questo episodio: Jacob ed Evie Frye.
Benvenuti a Londra, anno 1868, è tutto un fermento e un costante evolversi della tecnologia che l’uomo scopre, inventa, plasma, fa sua traendone ogni beneficio possibile a discapito dei più deboli, di coloro che mai potrebbero sperare in qualcosa di migliore quando si è in netta minoranza. Non sono passati poi molti anni dagli eventi di Unity, cambia però tutto il contorno e molto dei personaggi e in ciò che li circonda. Mi è sembrato di scorgere idee (e relative realizzazioni) che in passato hanno permesso al titolo di raccogliere consensi e fan del day-1, così come alcuni errori che è impossibile non riprodurre, evidentemente.
D’altronde “chi regna su Londra, regna su tutto il mondo“, ed è ciò che più spinge i Templari verso quel senso di vittoria che li pervade, senza paura nelle strade a difendere ogni singola zona, laddove gli Assassini sembrano essersi ritirati, spaventati, quasi impossibile farsi vedere in quei vicoli e quelle piazze perché in netta minoranza rispetto a coloro che sostengono la fede sbagliata. Sarà compito di Jacob ed Evie, gemelli eterozigoti che abbandonano tutto per raggiungere Londra, riportare l’ago della bilancia dal giusto lato a suon di cazzotti e oggetti che diventeranno improvvisamente contundenti, è evidente sin dalle loro prime uscite, e da quella costante voglia di sfidare a muso duro chiunque gli si ponga davanti, a prescindere dalla difficoltà o dalla quantità di persone che desidererebbero solo vederli stesi, possibilmente privi di vita.
Simili forse fisicamente, opposti caratterialmente, anche in parte delle loro abilità. Spavaldi per certi versi, ma certi che in qualche maniera si possano risolvere i problemi causati dalla banda dei Blighters che invade le strade senza nessuno in grado di contrastarli. È per questo che nascono i Rooks, ed è proprio da qui che parte una guerra tra bande, manco ci trovassimo in America ai tempi di The Warriors nel ’79. È tutto molto “bulli fuori dalla scuola” e, se devo essere onesto, non mi dispiace neanche poi tanto. Un sistema di combattimento rinnovato e molto più rapido permette a entrambi i protagonisti (a voi la scelta di chi impersonare, potrete in ogni caso switchare tra i due in qualsiasi momento) di sfoggiare ottime combo e mosse conclusive al limite “della fascia protetta“. Stavolta il sangue si vede, e un effetto a rallentatore permette quasi di godere in maniera sadica della poca gentilezza riservata dagli Assassini per coloro che si saranno messi sulla strada tra loro e l’obiettivo finale, piace, piace eccome.
Jacob non se lo farà ripetere due volte e sarà sempre pronto a fare a pugni (e incassarli), Evie sarà sempre più cauta e saprà attaccare al meglio dai punti più nascosti, è un quadro che finalmente delinea due stili di gioco che sono sempre esistiti in coloro che hanno scelto di acquistare questo titolo a singolo protagonista. Forse è inutile dire che per la maggior parte ho utilizzato con soddisfazione Jacob, vero?
Partendo da Whitechapel dovrete riconquistare poi le zone di Westminster, City of London, Lameth, Southwark, The Strand e Thames, tutte caratterizzate dalla presenza di un cattivo molto ben protetto che non si lascerà mettere le mani in faccia poi così facilmente, a voi servirà eseguire quante più combo possibili cercando di evitare attacchi diretti e affondando con violenza quando possibile ogni arma in vostro possesso. La quantità di missioni secondarie, ladri da catturare e ulteriori motivi per abbandonare la missione principale abbondano, non abbiate paura per la longevità di un titolo che evidentemente sarebbe troppo corto per qualsiasi appassionato della serie. Al contempo, la quantità di guardie e bulli di quartiere ai quali fare una sorpresa alle spalle, aumenterà in base ai quartieri che starete visitando in un particolare momento, non meravigliatevi quindi se alcuni dei vicoli peggiori della città rimarrà quasi sempre scoperto da forze di polizia ma invaso da brutti ceffi che meritano solo di essere messi al loro posto.
Non c’è molto altro da dire. La storia di Assassin’s Creed Syndicate è abbastanza lineare e sarà un piacere viverla, senza mai farsi mancare la giusta dose di adrenalina ma anche di precauzione nel caso in cui vi troviate in netta minoranza. La vita a disposizione del protagonista scelto non è certo molta, potrebbe capitare di trovarvi in situazioni calde nelle quali diventa impossibile far fronte a tutti gli attacchi dei nemici, e il destino unico possibile è quello di un’evasione miracolosa o della morte certa (quanto vi sentite fortunati?).
Inutile dire che le qualità di entrambi i protagonisti in fatto di corsa, scalata ed esplorazione dall’alto sono quelle maturate nel corso di tutte queste uscite, ulteriormente migliorate, è fortunatamente più raro bloccarsi tra un salto e l’altro (anche in successioni molto rapide), in compenso non è capitato poche volte di “piantarsi” in un muretto o un albero (o chissà cos’altro) che nella realtà avrebbe potuto evitare anche il mio criceto, ma tant’è (sempre nei momenti peggiori poi, quelli di una fuga o di un attacco che da stealth si trasforma in un pranzo domenicale dalla suocera). Alla lista dei bug potrete aggiungere qualche compenetrazione qua e là e una serie di capelli naturali tanto quanto una parrucca di Platinette, giusto per non farsi mancare nulla.
Tutto da buttare quindi? Affatto. Gli sforzi fatti per realizzare Assassin’s Creed Syndicate sono tanti e posso assicurarvi che sono ottimi, sicuramente ulteriormente migliorabili nel corso del tempo grazie a qualche patch che spero Ubisoft voglia concedere ai giocatori, ma già pienamente godibile in ogni sua sfaccettatura. In ogni caso credo sia abbastanza improbabile replicare quel disastro fatto con Unity lo scorso anno, davvero. Una nota però positiva di quello Unity c’era: la modalità cooperativa. Fatemi capire: due personaggi giocabili e nessuno che abbia alzato la mano per permettere una co-op tra due console? E ora chi la ferma la compagna che sta chiedendo a gran voce di entrare in gioco con me e rapire l’Evie della mia coppia? Peccato non averne approfittato.
È un po’ come aver dichiarato un 1-1 e palla al centro per tutti. Brava Ubisoft, contenti i fan, ancora lontani dal poter ridare vita (in maniera incisiva) alla saga. Io faccio parte dei fan, sono contento e posso tornare a giocare. Se volessi dare un voto a questo titolo (e sapete che qui i voti non sono i benvenuti) sarebbe sicuramente un 8,5 (per l’impegno).
E ora (giusto per non farci mancare nulla) qualche immagine del gioco:
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