Ho riassunto quanto necessario nel titolo dell’articolo. Sul serio. Dopo aver provato ed essermi innamorato della versione beta di The Division, mi sono calato in una New York devastata dal virus, in preda al panico, alla distruzione, al caos. Si riparte da zero, nulla di quanto fatto in quella 48 ore serve, potete in compenso recuperare al bancone un piccolo ringraziamento da parte dell’azienda, un po’ di abbigliamento e qualche kit per cominciare. Lo scopo? Riportare ordine, in qualche maniera, oppure uccidere tutti e raccogliere i frutti della vostra piazza pulita. Due facciate della stessa medaglia, tocca a voi capire per quale concorrere.
The Division
Black Friday, un dollaro infetto, un’epidemia servita come neanche fossimo seduti alla stessa tavola della domenica, quella della nonna. Troppo facile, troppo scontato, una trama che (eccezione fatta per il Black Friday) è semplice, non certo nuova. Ma siamo seri: serve sul serio la trama? Ubisoft ha sapientemente mescolato quanto di già visto, giocato e vincente in titoli di precedente generazione. Si passa da Splinter Cell a Watch Dogs, si utilizzano movimenti di Assassin’s Creed, ci si spacca la faccia come in Far Cry, senza mai rinunciare alla giusta arma per mettere a tacere chi parla troppo e conclude poco. The Division è una droga, una di quelle brutte, ti prende e non ti molla più, rischiate di passare ore davanti al monitor senza neanche accorgervene, o almeno non voi, la vostra compagna se ne accorgerà eccome e non mancherà di farvelo notare (non parlo per sentito dire).
Non avrete mai un’arma abbastanza potente, non sarete mai appagati dalle missioni proposte, non vedrete l’ora di esplorare e affrontare quanto proposto nelle zone più difficili, magari facendovi dare una mano da una squadra che in media potrebbe togliervi le castagne dal fuoco senza mai rinunciare a dire la vostra, portando a casa punti, scorte preziose per la base e nuovi giocattoli da tenere sempre pronti all’uso. A proposito: datevi da fare nel reparto tecnologico, lo spazio nello zaino non basterà mai, soprattutto quando non fare molto spesso ritorno alla base.
Usate i rifugi, soprattutto per vendere ciò che non serve più o conservare armi non ancora pronte all’uso nella vostra scorta. Imparate a scegliere le migliori mod, montatele, migliorate costantemente. I nemici non vi chiederanno scusa per ogni singolo colpo inferto, anzi, tenderanno a circondarvi (quando possibile) per evitare che possiate passarla liscia troppo facilmente, è quello il bello delle squadre nemiche organizzate.
Tutto rose e fiori? Affatto. La ripetitività è uno dei punti critici che più mi hanno preoccupato durante il test della beta (e parte della redazione durante l’alpha). Inutile nasconderlo: scopri le zone, affronta i nemici, sopravvivi e porta a casa lo stipendio. Questo è certamente il riassunto di quanto va fatto. Eppure poco importa. Verrete trasportati in ambientazioni al limite del surreale, dettagliate, riuscirete quasi a sentire quel freddo brivido lungo la schiena quando affronterete locali abbandonati solo in apparenza, dove recuperare e liberare ostaggi mettendo al tappeto bande ribelli, vi sentirete parte di quella squadra che deve riuscire a recuperare quel poco che di vivo (e ragionevole) è rimasto nelle strade.
Nulla di semplice, almeno oltre la soglia del vostro livello, ma maledettamente adrenalinico. Sarà quello a farvi spingere nelle zone più pericolose, il divertimento comincia quando al posto del livello nemico comincerete a vedere triangoli caratterizzati da un logo molto chiaro: un teschio. Un errore, un medikit da utilizzare, figurarsi poi quando si ha a che fare con un cecchino o con più di un ribelle (quest’ultima variabile è in realtà molto poco variabile, nel 90% dei casi troverete come minimo una coppia o un trio ad attendervi).
Tornare indietro, una volta ottenuto un buon livello, armi e corazze migliori, vi metterà in una posizione privilegiata e in discesa per concludere le missioni previste dalla storia principale, affrontarle con più pelle dura e potenza di fuoco, farle quasi scivolare addosso (con una certa soddisfazione in confronto alle imprecazioni lanciate quando ancora non avevate abbastanza forza) e magari dare una mano a chi è appena partito, passando per quello figo del gruppo (o nave madre, che tanto suona male lo stesso). Vale anche rifarle, quelle missioni, perché si porta a casa qualcosa in ogni caso, male non fa certamente, soprattutto se un amico di Live ve lo chiede ;-)
Ah si, ci sono poi glitch (rarissimi) e schermate BSOD di Windows a fiumi, più qualche richiamo agli Apple Store che conosciamo oggi o improbabili manichini armati e armi che quasi toccano terra (viste addosso a un socio di avventura), non mancano neanche i due liocorni e si, nevica spesso, copritevi bene che là fuori fa freddo.
Best practices
The Division va vissuto, tutto, senza tralasciare le missioni secondarie o i recuperi dei materiali che possono tornare utili a ricostruire la storia completa del titolo. Le tecniche di sopravvivenza si imparano, la gestione del rinculo delle proprie armi forse un po’ più lentamente, ma vi conviene fare esperienza per tenere a bada le vostre tre migliori amiche, quelle che vi garantiscono la sopravvivenza, e occhio alle munizioni, non saranno mai abbastanza e potrebbero abbandonarvi nel momento peggiore possibile (e vi commuoverete quando senza munizioni terminerete il nemico di turno con la sola arma da fianco, caricatore ridotto compreso nel prezzo).
Altro consiglio? Non prendetevela se una missione andrà ripetuta più volte, fa parte del gioco e soprattutto delle capacità di una squadra, il feeling è molto importante, una chat audio anche più. Socializzate, conoscete nuovi giocatori da tutto il mondo, vi aiuteranno a gestire le situazioni più calde se parlerete loro, non affrontate la missione di petto, coprite e fatevi coprire le spalle, possibilmente agendo su fronti differenti, così da mettere in difficoltà i nemici e prendere qualche colpo in meno, portando la vittoria a casa, mai troppo distanti però, nel caso in cui andiate a terra vi servirà poter essere rianimati, dovrete raggiungere (o farvi raggiungere) un vostro compagno nel poco tempo a disposizione che vi separa dalla morte (e dal caricamento dall’ultimo checkpoint o rifugio).
Della Zona Nera ne vogliamo parlare?
Si, ma non troppo, non all’inizio almeno. È la parte più divertente e imprevedibile, ma è spesso il covo di coloro che hanno come obiettivo unico il tradire e mettervi i bastoni tra le ruote, per pura anarchia o sadica voglia di star lì a gruvierarsi senza pensare ad altro, o magari raggiungere il massimo livello di rinnegati ottenendo molti crediti. Guadagnerete tanta esperienza, nuove armi e componenti, ed è certamente questa la parte più interessante dell’intera area, imparerete a esportare dati da analizzare, materiale infetto, proteggere un obiettivo dalle ondate dei nemici (torna utile anche nelle missioni principali), è una festa alla quale partecipare per forza, solo quando vi sentirete pronti (e non c’è neanche la necessità di attendere la maturità, credetemi, ma è sempre utile appoggiarsi a squadre che contengano elementi dal buon livello di esperienza sulle spalle e pelo sullo stomaco), siate pronti ad affrontare altri agenti che potrebbero decidervi di rubare quanto conquistato con fatica.
Lo avete notato?
Ho sempre parlato di squadra perché sono fermamente convinto che non ci sia miglior modo di giocare The Division. Affrontare le missioni singolarmente è bello, ma non è la stessa cosa. I server reggono bene il carico e spostano i giocatori quando necessario, al resto ci pensa Xbox Live, a patto di avere una connessione ADSL (o superiore) decente a casa. Tutto funziona a dovere e quasi si riescono a sopportare i caricamenti medio lunghi dell’inizio partita o dei trasporti rapidi verso le location e i giocatori della propria squadra quando si resta troppo indietro, magari ci si ferma troppo a gestire il proprio inventario (si diventa scemi, manco fossimo delle donne che si preparano per il sabato sera).
Lo avrete capito. Si tratta solo di confidenza con le opzioni, le armi e tutti i dettagli di gioco, il resto verrà da se. A voi toccherà solo mettervi in prima linea, caricare il colpo in canna, citofonare alle porte dei vostri amici (anni ’90 e nostalgia a pacchi) e scendere in campo, la battaglia è dietro l’angolo, la festa attende solo voi.
The Division è una droga, se potete statene alla larga, altrimenti raggiungeteci in gioco, su Xbox Live mi trovate come gioxx85.
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