Potrei riassumere il mio giudizio su questo nuovo capitolo LEGO & Marvel in una sola frase: non conta (più) come nasce tecnicamente un nuovo titolo TTGames, conta la capacità di includere quell’autoironia che chi lo pensa e sviluppa è in grado di far risaltare, e credetemi signori miei, quella squadra non fallisce, riesce sempre a centrare l’obiettivo. Vi presento LEGO Marvel’s Avengers!
Lo dice il trailer, lo conferma il titolo su console. Avete la possibilità di controllare ogni vendicatore conosciuto grazie alle fortunate pellicole cinematografiche. Dovrete combattere ogni nemico, portare a casa battaglie e (possibilmente) guerre. Attraverserete le storie viste (o da vedere, magari le avete procrastinate a data da destinarsi) di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, Capitan America: Il Primo Vendicatore, Iron Man 3, Thor: The Dark World e Capitan America: The Winter Soldier. Un bouquet mica da ridere, considerando che il primo episodio risale ormai a 5 anni fa (il primo film dedicato al Capitano riporta al 2011, appunto, seguito poi a ruota dal primo Avengers del 2012, gli altri in coda, nda). La presenza di Stan Lee, così come nei film, è viva e vegeta anche in questo nuovo capitolo TT, più pesante rispetto al solito (e gradita, aggiungo).
Parte tutto con Loki e il suo attacco a New York, potrete così controllare i personaggi dello Shield, ma la battaglia si evolverà sempre più e vi permetterà di rivivere e giocare anche l’epico scontro tra Iron Man (nell’armatura di HulkBuster) e il gigante verde tutto testa (anche se non in quel momento), rabbia repressa e muscoli. Non c’è nulla di nuovo all’interno del gameplay di LEGO Marvel’s Avengers, ma non è un difetto, tutt’altro. Sono pienamente soddisfatto del modo di fare, programmare, realizzare nei minimi dettagli ciò che è in realtà (se così possiamo chiamarla) solo un cumulo di mattoncini, battute e armi che strappano molti sorrisi nel corso del narrato o dell’avventura vera e propria. In alcuni casi il vero difetto è quello costituito da piccoli glitch o intrecci tra il personaggio principale e ciò che lo circonda, laddove nessuna inquadratura è in grado di aiutare a sbrogliare una situazione difficile.
Fortunatamente però c’è sempre qualcosa per cui fare il tifo: quelle piccole novità introdotte dal team di sviluppo che non si adagia sugli allori dovuti agli anni di esperienza ormai accumulati. Se lo split-screen è sempre lo stesso (e meno male), così come la possibilità di rigiocare qualsiasi livello con uno dei personaggi precedentemente sbloccati (e sarà utile in alcuni casi, per aumentare la percentuale di completamento del singolo livello), di nuovo c’è certamente la possibilità di combinare i poteri dei personaggi tra di loro, per ottenere attacchi ancora più potenti e combinazioni letali per i nemici (a tratti anche cinematiche, se così possiamo definirle). Qui non è la storia a fare il gioco (si parla di circa 10 ore totali per affrontare la modalità singola, senza mai fermarsi), è la possibilità di esplorazione e di completamento che c’è dietro.
Il minimo comune denominatore lungo tutto il percorso è quello con il quale ho dato inizio a questo articolo: l’ironia. Si ride, lo si fa spesso, per stupide battute o scene al limite della “coglionata tra amici” (mi si passi il francesismo), è una naturale situazione già vista sul grande schermo, perfettamente ricreata anche nella trasposizione videoludica. Questo in parte riesce a mitigare il senso di replay che si prova quando si ha a che fare con un nuovo capitolo LEGO. Non è colpa di Marvel (anche perché di LEGO abbiamo giocato altri titoli, altri scenari, altre pellicole e libri), né tanto meno di Traveller’s Tales, è semplicemente una ripetitività che può naturalmente divenire seccante, che necessita quindi una pausa tra un titolo e l’altro (della stessa serie, ovviamente) forse superiore a quella offerta oggi dall’azienda.
In ogni caso il risultato è più che soddisfacente, come sempre, difficile sbagliare quando ormai hai tutte le carte vincenti in tavola, alzare l’asticella e continuare a migliorare diventa sempre più difficile.
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