Imprevedibile su due piedi e sicuramente seccante, si tratta di un problema riscontrato su un’immagine master vecchia di circa un anno. Giusto per capirci: l’immagine master è quella che viene preparata su un particolare modello di PC, quindi clonata su tutti gli altri PC dello stesso modello, così da velocizzare (e di molto) i tempi di preparazione e rilascio di una nuova macchina (qualcuno in fondo alla fila ha detto che Symantec Ghost insegna? Ecco, si).
A macchina avviata e tutto sommato scarica, in seguito all’aggiornamento delle applicazioni pre-installate e nuovi driver delle perifiche, ho notato che la RAM continuava a essere utilizzata ben sopra le righe, dal Task Manager ho potuto vedere che il processo di svchost.exe arrivava a toccare vette oltre il GB, continuamente sotto torchio e in (piccolo ma) costante aumento.
Provando a fare debug ho scoperto che si trattava del processo di ricerca aggiornamenti di Windows (Windows Update), il quale stava andando a scaricare tutto il contenuto necessario ad aggiornare la macchina a Windows 10, ovviamente senza avvisarmi o chiedere autorizzazione, nello specifico questa era la stringa incriminata (che ho potuto verificare dall’albero processi, accessibile sempre da Task Manager):
C:\Windows\System32\svchost.exe -k netsvcs
A tal proposito, pare che Microsoft ci abbia messo una pezza in maniera silente a giugno dello scorso anno, come dettagliato nel documento disponibile all’indirizzo support.microsoft.com/en-us/kb/3050265. A te basterà scaricare il fix suggerito dall’azienda di Redmond, installarlo, riavviare la macchina e goderti il rientro dell’abuso di RAM, ora non più presente all’appello:
La patch specificata è stata distribuita automaticamente tramite Windows Update diretto dai server Microsoft e anche tramite WSUS, quasi certamente tu l’avrai già a bordo macchina e non te ne sarai accorto, puoi evitare di correre ai ripari e ricordarti di questo articolo solo nel caso in cui tu stia mettendo mano a un PC un po’ datato (per ciò che riguarda gli aggiornamenti) e magari allacciato alla rete raramente, che a farlo oggi potresti imbatterti sul serio nella mia stessa anomalia.
Buon lavoro!
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