Scusa Giò, ma cos’è cambiato rispetto al primo episodio? Questa è la domanda più comune tra conoscenti e amici rispetto al secondo capitolo di The Division che non ho volutamente recensito fino a oggi perché già abbondantemente descritto nell’articolo dedicato alla sua Private Beta (Ubisoft The Division 2: storie da una Private Beta), eppure un altro articolo lo merita per forza, perché lo sforzo profuso per il suo sviluppo e costante miglioramento (comunque non indenne da difetti di percorso) è tanto, è un pelo difficile non riconoscerlo.
The Division 2
Il passaggio da New York a Washington D.C. non è stato del tutto indolore, qualcosa è cambiato seppur si tratti sempre e comunque di far valere la propria forza organizzata davanti a squadre del terrore che non intendono permettere una pacifica ricostruzione delle città colpite dal dramma del virus diffusosi durante quel Black Friday che ormai tutti i giocatori conoscono (vecchia e nuova guardia). The Division 2 ti trasporta in scene introduttive interattive e non che ti permetteranno di prendere nuovamente confidenza con il sistema (rinnovato) di controllo del tuo personaggio, ma di questo te ne avevo già chiaramente parlato.
Io quelle 30 e più ore di gioco per la completa riattivazione della rete SHADE e l’attraversamento della storia alla base di questo nuovo capitolo del titolo Ubisoft le ho vissute insieme alla mia squadra storica di amici, quelli con i quali ho portato a termine missioni, perso vite, guadagnato loot, irrobustito le spalle (del personaggio) e tirato in piedi una configurazione per certi versi molto simile a quella che mi ero creato nel primo The Division. Ciò che ho trovato davanti a me è un prodotto ben pensato e realizzato, molto solido con parecchi meno problemi rispetto al passato, Massive ha evidentemente ascoltato e fatto tesoro di parecchi insegnamenti del passato, senza considerare che ha reso per certi versi più appetibile una Zona Nera che mi aveva davvero stancato precedentemente, nella quale però faccio a meno di entrare ancora oggi (nonostante il loot sia nettamente più appetibile rispetto alla zona pubblica).
Non più muso duro, ma tattica
Maturità può essere un termine chiave per The Division 2, per certi versi ha costretto un po’ tutti ad abbandonare la via del muso duro attraverso la quale si poteva avanzare a petto fiero e poca cura del pericolo verso un nemico che inesorabilmente avrebbe tirato le cuoia rispetto al nostro arsenale e potenza di fuoco “ignorantemente” puntata al suo volto. Quello di oggi è un nemico più organizzato e meno stupido, che ragiona e cerca il metodo più adatto per aggirarti e colpirti alle spalle anche grazie al supporto di squadre di persone che sono pronte al suicidio pur di distrarti e farti abbassare la guardia. Certo non mancano i punti strategici da utilizzare come colli di bottiglia (talvolta utilizzati anche dal nemico, sia chiaro) e le ritirate un po’ azzardate (che ti danno quindi la possibilità di colpire duro), ma la maggior parte delle volte ti ritroverai a dover meglio ragionare la tua protezione e quella dei compagni, per cercare di portare a casa la missione con il minor numero di danni e perdite possibili, il che ti posso assicurare essere apprezzato dal giocatore più affezionato della serie.
La storia di The Division 2 (quella che dovrai vivere) è il risultato di missioni principali diligentemente mescolate con attività secondarie che ti porteranno a scoprire (e liberare) posti tattici all’interno di una mappa molto grande che potrai (e in alcuni casi dovrai) affrontare accompagnato da compagni veri o controllati dall’intelligenza artificiale, modificando così di volta in volta la valutazione da parte della stessa IA che dovrà capire e schierarti contro un certo numero di nemici dalle abilità più disparate, talvolta letali e fredde nell’esecuzione senza neanche salutarti con un buongiorno.
Scoprirai molto presto che crearsi una configurazione che possa calzare bene addosso al tuo personaggio e più in generale a ogni missione è cosa assai difficile, la squadra è tutto, l’organizzazione deve arrivare prima di ogni altra cosa (ed ecco perché continuo a pensare che senza una cuffia e un microfono questo gioco non possa essere goduto appieno). In generale il loot ti arriva dalle missioni principali e dalle secondarie, ma anche in maniera del tutto casuale da boss che potresti incontrare per strada nel peggiore dei momenti (anche quando stai eseguendo un’altra missione, tanto per aggiungere la ciliegina sulla torta), da posti nascosti da individuare e tenersi poi buoni in seguito (perché quei loot verranno ricaricati sempre nuovo a partire dalle 24h successive), da quegli eventi temporanei che ti consentiranno di mettere da parte progetti che potrai costruire tramite stazioni di costruzione e ricalibrazioni varie.
Evoluzione
Perché il gioco non può terminare, è un costante movimento più di quanto non sia capace di fare una tazza di latte nello stomaco di un intollerante, e credo di aver reso l’idea. Livellare il tuo personaggio (arrivare a completamento livello 30 con missione finale e secondarie precedentemente non accessibili) non vuol dire aver terminato la propria “carriera“, vorrà dire accedere a un mondo dal livello di accesso più complesso e ben difeso, fino a un massimo di cinque (Mondo 5, nda) all’interno del quale dovrai muoverti con una certa logica e capacità di ragionamento che ti permette una sopravvivenza degna del nome che ti sarai fatto nel frattempo.
Gli avamposti e i punti critici di mappa saranno continuamente messi in discussione, riconquistati da fazioni nemiche che dovrai quindi battere, con un sistema di allerta che andrà costantemente aumentando un po’ come già visto in passato in altri giochi (mi vengono in mente Assassin’s Creed o GTA), dettaglio affatto trascurabile considerando che questo costituirà motivo di maggiore attenzione da parte di un occhio nemico (o potenziale tale) anche da distanza più elevata, diciamo che passerai molto meno inosservato, ti toccherà metterti lì con tanta buona volontà e pazienza per riuscire a sconfiggere il plotone nemico che ti si presenterà davanti, il tutto cercando di non andare a terra, vendendo – se proprio devi – cara la tua pelle. In tuo aiuto arriverà una specializzazione che dovrai scegliere tra le 3 disponibili, si tratta di uno slot arma aggiuntivo, decisamente più letale rispetto a quello che hai già disponibile nel tuo zaino o nella tua fondina, dai proiettili più rari da trovare rigorosamente in gioco (durante le missioni in special modo), perché nessuna cassa presente in Casa Bianca o nelle case sicure potrà mai ricaricare quella cartucciera. La scelta non avverrà in maniera esclusiva, potrai sempre cambiare specializzazione e quindi arma, ma ti toccherà passare ogni volta dalla Casa Bianca per farlo.
In conclusione
Un gameplay parecchio rivisto che caratterizza un titolo precedentemente arrivato – in The Division quindi – a conclusione troppo presto, che ti permette di poter contare ora sulle 50 e più ore di gioco che si possono raggiungere (rispetto alle 30 circa della storia principale) cercando di affrontare tutto ciò che Massive ha pensato per sfidarti costantemente.
Probabilmente questo non risponde nella maniera che ti aspettavi alla domanda di apertura articolo, perché tutto sommato The Division è rimasto lo stesso anche nel secondo episodio della saga, sei un soldato, tale resti, tale sarà la tua missione e la spinta a proteggere chi è più debole di te, eppure sono convinto che anche coloro che avevano abbandonato The Division possano tornare fiduciosi a giocare questo forte rinnovamento voluto da Ubisoft e Massive Entertainment, che ha richiesto tanto sacrificio ma che sta certamente ripagando in quanto a soddisfazione del giocatore.
Capiamoci: il motore grafico proprietario Snowdrop è qualcosa di davvero complesso e appagante sotto molti aspetti, non ha quasi nulla a che vedere con il passato e ti metterà spesso in difficoltà in base all’ambientazione e alle condizioni climatiche che ti ritroverai a dover affrontare a prescindere dalla missione (sia essa complicata o meno, di giorno o di notte, dove quest’ultima non avrà pietà di te e della tua necessità di vederci chiaro quando avrai a che fare con avversari di un certo calibro), eppure io continuo a odiare l’utilizzo della luce in alcune particolari condizioni (come i bassifondi) o quei casi in cui il tuo personaggio decide di non riuscire a saltare via da ostacoli che potrebbe aggirare anche il Chihuahua del vicino, maledizione. Ti accorgerai (o ti sarai già accorto) molto probabilmente della medesima cosa quando hai avuto a che fare con boss finali e la loro intelligenza artificiale nettamente superiore rispetto al passato, quando quella macchina radiocomandata o quel drone hanno deciso di farti visita proprio mentre speravi di poterti curare per affrontare qualche colpo ancora, per poi cedere inevitabilmente al suolo nella speranza che un compagno possa venirti a rianimare quanto prima, perché ti trovi nell’area senza rientro.
A proposito di compagni: è proprio in The Division 2 che nascono i clan, una vera novità rispetto al passato, un mezzo come un altro per trovare giocatori amici in base agli interessi, alle disponibilità, al territorio e molto altro, è ciò che realmente ti serve per affrontare alcune delle missioni più importanti ma anche alcuni (se non tutti) gli scenari più complessi quali i Raid o i Conflitti. Nulla che tu stesso non possa portare a termine con un gruppo WhatsApp o Facebook sia chiaro, eppure è uno sforzo in più che facilita il passaggio.
Lo avrai capito (e nel frattempo io ho scritto delle conclusioni che da sole avrebbero potuto costituire un altro articolo sul blog), a me The Division 2 è piaciuto e piace ancora, lo sto giocando (meno che nei mesi scorsi, colpa anche del caldo e della poca voglia di starsene in casa davanti al televisore) e continuerò a farlo anche prossimamente, ho comprato il Season Pass e non vedo l’ora di mettere alla prova me e la squadra tutta con le future missioni che verranno rese disponibili.
E tu? Sei un agente in attività? Fammelo sapere tramite i commenti, sarà un piacere aggiungerti tra gli amici di Xbox Live (ammesso che la Xbox sia anche la tua console) e magari farci qualche sparo insieme. Se vuoi farti qualche risata (per la scemenza applicata) e / o in generale dare un’occhiata al giocato, ti lascio qui di seguito un box YouTube con alcuni dei video registrati durante le serate gioco con gli amici:
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Prodotto: il gioco è stato fornito da Ubisoft che ringrazio come sempre per la gentilezza e la collaborazione massima.