La corsa alla notizia dovrebbe ormai essere scemata, puoi quindi prendere un bel respiro, sederti, leggere qualche riflessione, uno spunto che probabilmente ti tornerà utile. Voglio lasciare che questo articolo parta con il pensiero condiviso riassunto dall’affermazione di Gabriele: Twitter ha un problema. Mastodon non è la soluzione. Ed è esattamente qui che accodo un’ulteriore citazione, stavolta di Alfonso (che però non è pubblicamente accessibile): il problema, in generale, è la razza umana. E via così che si parte in scioltezza!
È tutta colpa di Musk
No. Si tratta solo dell’ultimo tassello probabilmente, o per lo meno per molti che hanno urlato scappando via il più lontano possibile (riporto qui l’articolo de Il Post per capire di cosa sto parlando, ammesso tu non lo abbia già appreso dalle millemila fonti che ne hanno già fatto parola: ilpost.it/2022/04/26/musk-twitter). Il problema di cui soffre il mio Social Network preferito (uno dei primi, uno di quelli rimasti tutto sommato tali nel corso degli anni) è dovuto a una moltitudine di motivi, non per ultimo il sovraffollamento di troll e bot che ne hanno reso l’esperienza più deleteria, tossica, a tratti impossibile. Occorre pazienza e una bolla di utenti e contenuti curata, che non permetta agli occhi di sanguinare, in barba quindi al comportamento predefinito di Twitter che propone una timeline “intelligente” basata su contenuti che dovrebbero interessarci, ma che in fondo non interessano proprio nessuno, o per lo meno nessuno sano di mente.
Quello che Musk promette è un impegno importante per arginare il problema e per sconfiggere definitivamente questi parassiti, ma a che costo? Lascio che sia l’articolo proposto sopra a rispondere a qualche tua domanda. Io voglio passare oltre, perché non è necessariamente detto che l’avvento di Musk sia peggiorativo in senso stretto per il Social Network, o per lo meno per l’utilizzo che tu ne fai, fermo restando che ben ricordo le critiche del patron di Tesla nei confronti dell’allontanamento di Trump da Twitter (e non solo), passiamo oltre?
Mastodon
Di cosa si tratta? Perché tutti ne parlano? È davvero la Terra Promessa? Facciamo così, se ti dicessi che c’è una puntata di Pillole di bit appositamente preparata, pensi che potrebbe fare al caso tuo? Ti bastano una decina di minuti circa e un paio di cuffie se non vuoi disturbare nessuno attorno a te:
Francesco sta già ragionando su una “puntata correttiva” dopo aver iniziato a sbirciare meglio sotto al cofano di Mastodon e delle sue istanze, c’è qualche dettaglio al quale prestare attenzione, ma arriviamoci per step, insieme. Provo a riepilogare per punti, molto rapidamente:
- Mastodon (pronuncia: /ˈmastodɔn/) è un software libero e una rete sociale di microblogging creato nel 2016, che permette di pubblicare messaggi brevi (vedi voce dedicata su Wikipedia). Il suo codice sorgente completo è sempre disponibile (e chiunque può contribuire) su GitHub, all’indirizzo github.com/mastodon/mastodon.
- Non lo si può chiamare “Social Network” ma gruppo di istanze che potrebbero fungere anche singolarmente da Social Network. Io lo chiamerò così per comodità di noi tutti ma hai capito che è un attimo diverso rispetto al definire un Twitter, un Facebook o un altro qualsiasi concorrente sul mercato.
- È costituito dalla federazione delle istanze che sono interconnesse fra di loro tramite protocollo ActivityPub. Questo è chiamato più amichevolmente “Fediverso“.
- Ognuno (chiunque, anche tu) può mettere online la propria istanza e federarsi alle altre già esistenti, questo consentirà di scambiare messaggi con chiunque sia registrato ad almeno una istanza in giro per il mondo. In questi giorni stanno spuntando fuori istanze come funghi, altre (già in piedi da tempo) stanno inevitabilmente modificando le risorse a disposizione dei server per sopportare l’ingresso dei tanti nuovi utenti (e quindi dello spazio e della banda necessaria per dare a tutti la possibilità di pubblicare contenuti).
- Ogni istanza è gestita da un privato. L’amministratore dell’istanza Mastodon alla quale scegli di iscriverti può leggere i tuoi messaggi privati (tutti quelli che passano per la sua istanza, non solo i tuoi perché gli stai antipatico), senza nessuna garanzia di privacy (questa è solo una delle cose che puoi tu stesso leggere su mastodon.help).
- Ogni istanza può essere o non essere federata al resto delle istanze Mastodon. Non è detto che quella da te scelta sia collegata a tutte le altre disponibili. Potenzialmente, l’amministratore potrebbe scegliere di farla diventare isolata, chiudersi, trasformarla in un circolo della briscola di paese dove non incontreresti mai la gente di città. Ci sono diversi esempi – anche nostrani – di istanze isolate per scelta (dell’amministratore o altrui).
- Se viene cancellata l’istanza a cui sei iscritto perdi l’account e tutti i contenuti prodotti su quell’istanza fino a quel momento.
Hai capito benissimo. Io mi sono iscritto a Mastodon per la prima volta anni fa per causa di Emanuele che mi aveva convinto a dargli una possibilità, avevo scelto l’istanza di Quey che nel 2020 (se ben ricordo, qualcuno mi corregga in caso di errore) è finita morta e sepolta, d’emblée, senza avvisare nessuno, fortunatamente non avevo pubblicato chissà cosa su quell’istanza, ho perso il mio utente, i miei contatti, qualsiasi dato a me legato.
L’importante è essere consapevoli di essere in mani altrui, non esattamente robuste come quelle di Twitter (Dorsey prima, Musk poi, domani chi lo sa), potrebbe non esserci preavviso prima della pressione del tasto di spegnimento. Conviene certamente farsi dei backup (non è corretto dire backup perché nativamente, Mastodon non permette una importazione successiva 1:1 di tutti i miei dati) delle esportazioni di tanto in tanto (e Mastodon lo permette, nativamente).
Primi passi
Muovere i primi passi su Mastodon può – per chi arriva da Twitter – apparire strano, diverso, è del tutto lecito. Da qualche giorno è disponibile il sito web mastodon.link che accompagna il nuovo arrivato (sia esso già iscritto o no) tra le funzioni principali del software, per capire le sue logiche. Lo fa in maniera semplice e immediata, ci ho fatto un giro e penso si tratti di una buona realizzazione per i newbie. Facci un salto se vuoi approfondire un attimo l’argomento.
Quello che devi sapere è che – essendo ogni istanza staccata (seppur federata) dall’altra – tu puoi registrare un numero non meglio definito di account (anche uno per istanza se vuoi farti del male), anche con lo stesso identico nick, perché quello che cambia è il dominio al quale ti leghi, quello che va a popolare uno username che assomiglia molto a un indirizzo di posta elettronica (il mio attualmente è @gioxx@mastodon.uno
in attesa di migrare a un’altra istanza e abbandonare Mastodon.uno per diversi motivi, tu prendi sempre per buono il link rapido go.gioxx.org/mastodon che ti porterà alla mia residenza digitale Mastodon anche in futuro). Questo non è necessariamente un male perché ci sono alcune istanze nate e cresciute con uno scopo (e relative risorse) ben preciso: quella dedicata alla fotografia, all’arte, alla musica e via così. Se l’istanza sulla quale hai scelto di registrarti la prima volta è troppo generalista e non consente la pubblicazione di determinati contenuti, puoi sempre pensare di avere un secondo account su una diversa istanza dove questo è permesso, non è quindi valido il ragionamento del “singolo è meglio“, non almeno su Mastodon.
Se hai già registrato un account in un’istanza e vuoi spostarti verso un’altra, puoi fare riferimento alla documentazione ufficiale che ti spiega i passaggi da intraprendere per lo spostamento: docs.joinmastodon.org/user/moving (a oggi che sto scrivendo questo articolo c’è un bug che impedisce di portare a termine la procedura, in attesa del rilascio della nuova versione di Mastodon che lo corregge).
Risorse
Per una transizione più morbida, ho scelto di collegare il mio account Twitter a quello Mastodon. In soldoni vuol dire che qualsiasi tweet io pubblichi, finirà anche su Mastodon, diventando un “toot“. L’ho fatto tramite Crossposter, crossposter.masto.donte.com.br. Una volta collegato alle API di entrambi i Social Network si può decidere il comportamento da adottare (Twitter verso Mastodon, viceversa, entrambi, ecc.). Nel mio caso verranno pubblicati su Mastodon i miei tweet originali e i miei rilanci (RT):
Tutto il codice sorgente del software Crossposter è disponibile su GitHub (github.com/renatolond/mastodon-twitter-poster). Successivamente ho anche scoperto l’esistenza dell’alternativa moa.party (anch’essa Open Source, ospitata da GitLab all’indirizzo gitlab.com/fedstoa/moa).
Puoi utilizzare Mastodon da web (facile) ma anche da applicazioni appositamente pensate per iOS e Android. Ho passato i miei primi mesi di convivenza con Mastodon (all’epoca di Quey) a braccetto con Tusky, parecchio gettonata secondo molti (è quella che io stesso usavo su Android prima di passare all’ufficiale una manciata di giorni fa):
Mentre per iOS di alternative ce ne sono diverse in base alle preferenze più soggettive, Patryk ha cominciato una discussione proprio su Mastodon (mastodon.uno/@ptkdev/108205692180859371) e Andrea consiglia e opta per Toot:
In realtà, investendo un po’ più di tempo, noterai che la scelta non manca, sia gratuita che a pagamento, molto cambia in base ai tuoi gusti e abitudini.
Dubbi
In Italia la situazione è un pelo delicata. Esiste un sito web che pare voler rappresentare Mastodon nel nostro bel paese in via ufficiale, ma che in realtà è direttamente connesso all’istanza Mastodon.uno (quella che attualmente mi ospita, mastodon.uno/about/more) e a una serie di altri progetti firmati Devol. Si tratta di progetti liberi, a disposizione di chiunque, mantenuti online grazie agli auto-finanziamenti e alle libere donazioni degli utilizzatori, è tutto lodevole ma in alcuni casi non c’è quella chiarezza che forse un utente dall’altro lato si aspetta.
Ci sono regole, molto spesso sono ben chiare e bisogna quindi seguirle per una sana convivenza (e questo è un bene, ne sono assolutamente convinto), certo è che in qualche sporadico caso forse si esagera un pelino con la mano pesante.
A condire ulteriormente il tutto ci sono svariati screzi tra istanze che non fanno certamente bene alla libera circolazione dei contenuti. Qui non si parla di bot e troll che abbondano su Twitter, si parla di vere e proprie scelte che non consentono una federazione completa, che quindi ti inibiscono l’accesso ad alcune discussioni potenzialmente interessanti, per partito preso, per scelta di uno o più amministratori che non si legano a quelle istanze e non ne danno traccia alcuna agli utilizzatori, non c’è uno schema completo che dice chi vede cosa, non al momento almeno. Nello specifico faccio riferimento a questa discussione (attuale) e questo comunicato (dello scorso anno), senza tralasciare anche un point-in-time che viene conservato da Archive.org e che propone una discutibile lista con motivazioni delle istanze problematiche.
L'articolo è stato aggiornato
Aggiornamento del 02/05/2022
Si tratta solo di una precisazione ma credo sia comunque giusto pubblicarla. Mi viene segnalato che la data del comunicato di Bida (qui di seguito in immagine) era errata ed è stata modificata. Andando infatti a controllare adesso, la data del comunicato risulta essere il 28/04/2022.
In conclusione
Mastodon ci salverà tutti? Niente affatto. È una possibile alternativa? Discutibile, ma in linea di massima potrebbe esserlo. È certamente una bella idea ma è fallibile a causa di chi amministra le istanze, alle faide, alle scaramucce, alle decisioni unilaterali pari a quelle scritte in Verdana da 2px in fondo a un documento di Microsoft Word, colorate di bianco su sfondo bianco per scomparire alla vista. Nulla che non possa essere tale anche su un Social Network così robusto come Twitter, senza ombra di dubbio, ma le cose sono un pelino diverse quando dietro c’è una società quotata in borsa e con dei doveri nei confronti di comunità e lavoratori.
Associarti a una sola istanza è un po’ un salto della fede (ecco spiegato il perché dell’immagine poco sopra) che mette nelle mani di una sola persona il tuo avatar (e non solo) nel fediverso di Mastodon. Bisogna fidarsi di quella persona, del progetto, della sua sopravvivenza e del suo voler tenere quanto più democratica possibile la conversazione, certamente facendo rispettare le regole, ma mai imponendosi come giudice e giuria nei confronti dei suoi utenti, e non certo prendendosi libertà che nessuno gli ha concesso (e sì, faccio riferimento all’errata pratica di paventare un’ufficialità nazionale che non esiste nella realtà dei fatti), seppur meritevole di consenso nel momento in cui ci si espone in prima persona per permettere a tanti utenti di avere una reale alternativa al Social Network cinguettante. Manca questo tassello fondamentale? Allora tanto vale tirarsi in piedi la propria istanza, fosse anche solo per ospitare il tuo utente e nessun altro, e via con la federazione che ti permetterà di accedere al resto del mondo.
Musk manderà tutto a donne di facili costumi? Non è detto, ma ci si potrebbe sbagliare (e pure tanto), solo il tempo saprà dircelo con certezza. Al momento stiamo a osservare alla finestra, partecipando alla discussione se necessario e se possibile.
Se hai deciso di registrarti su Mastodon e vuoi lasciare un commento (o se hai dubbi in merito e vuoi parlarne) ricorda che l’area commenti è a tua totale disposizione poco più sotto. Io nel frattempo ho registrato il mio utente a casa di Kenobit e attendo di poter eseguire la migrazione :-)
#StaySafe
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L’immagine del salto della fede è presa da questo articolo di Multiplayer.
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