La fine di un’era per Twitter, i licenziamenti in massa delle Tech

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Nell’epoca del Cloud, dell’As A Service e di tutto ciò che non è strettamente sotto il tuo controllo, è evidente che questo 2023 sta continuando a mietere vittime illustri in ogni modo e maniera.
Ho voluto riprendere il format dell’articolo precedente (Questo lungo 2023 appena cominciato) per segnare nel mio personale diario – questo blog – ciò che sta accadendo e che non voglio tralasciare perché fa comunque parte di cambiamenti che stanno segnando la nostra storia contemporanea, a cavallo tra pazzie di un uomo con troppi soldi e tempo libero a disposizione ed enormi aziende che possono decidere cosa fare del mercato e come modificarne le dinamiche.

Twitterrific: End of an Era

Twitterrific has been discontinued.

A sentence that none of us wanted to write, but have long felt would need to be written someday. We didn’t expect to be writing it so soon, though, and certainly not without having had time to notify you that it was coming. We are sorry to say that the app’s sudden and undignified demise is due to an unannounced and undocumented policy change by an increasingly capricious Twitter – a Twitter that we no longer recognize as trustworthy nor want to work with any longer.blog.iconfactory.com/2023/01/twitterrific-end-of-an-era

La fine di un'era per Twitter, i licenziamenti in massa delle Tech 1
Photo by Jeremy Bezanger on Unsplash

Un po’ forse era scritto, un po’ ce lo si poteva aspettare. Non faccio parte di coloro che osannano l’uomo con tanti soldi e tempo libero (evidentemente) a disposizione. Gli riconosco certamente una genialità e un saperci fare per determinate cose, non certo per quello che sta riservando a un Social Network che non meritava tutto questo.

Resuscitare un “morto che cammina” a livello economico non deve certo essere una passeggiata, ma penso che continuare a operare scelte che vanno contro ogni minimo buon senso e apertura verso il mondo degli sviluppatori (prima) e degli utilizzatori (poi) non faccia altro che velocizzare un processo di avanzamento di quello che in tanti definirebbero un cancro nato piccolo e che sta inesorabilmente crescendo sempre più, senza che qualcuno offra al paziente una cura. Comprendo che bisogna monetizzare, è il chiodo fisso che permette a qualsiasi servizio di continuare a esistere perché qualcuno a fine mese chiederà comunque il conto a prescindere da tutto, eppure se si insiste nel continuare così sento di poter aggiungere anche l’ipotesi che nessun boia farà in maniera tale che quel paziente vada via in pace, fiero di sé e senza sofferenza alcuna.

Mastodon non è la risposta al problema e l’esodo (di massa o no che sia) fa solo male a una società che in qualche maniera aveva adottato negli anni l’unico Social Network in grado di permetterti di costruire una bolla sana senza la necessità di finire in un circolo tossico che alimenta di continuo quella bestia senza volto che è Facebook (e in generale qualsiasi altro servizio associato alla creatura di Zuckerberg). Lunga vita a Twitter, ma dubito molto fortemente che questa mossa dell’escludere le applicazioni di terza parte sia l’apice delle stupidate (a voler usare un termine da fascia protetta) raggiunto dalla nuova direzione dell’azienda californiana (di nascita).

Se ti va di leggere anche un altro articolo oltre quello pubblicato dal team di sviluppo di Twitterrific, The Verge gli ha dedicato un pezzo approfondito: theverge.com/2023/1/19/23562947/twitter-third-party-client-tweetbot-twitterific-ban-rules.

A difficult decision to set us up for the future

I have some difficult news to share. We’ve decided to reduce our workforce by approximately 12,000 roles. We’ve already sent a separate email to employees in the US who are affected. In other countries, this process will take longer due to local laws and practices.

This will mean saying goodbye to some incredibly talented people we worked hard to hire and have loved working with. I’m deeply sorry for that. The fact that these changes will impact the lives of Googlers weighs heavily on me, and I take full responsibility for the decisions that led us here.blog.google/inside-google/message-ceo/january-update

Google logo
Photo by Kai Wenzel on Unsplash

Quello che forse mi fa rabbrividire genericamente parlando è quel “January update” contenuto nell’URL originale dell’articolo, come se si trattasse di un “semplice aggiornamento” sulle ultime novità che ha in serbo Google per tutti i Googlers (ma non solo, questo tocca potenzialmente chiunque faccia parte del mondo del lavoro in ambito tecnologico). Google non è la prima, non sarà l’ultima e – sfortunatamente – si trova in buona compagnia se consideriamo che nell’ultimo periodo di licenziamenti ne sono stati annunciati su ogni fronte delle grandi corporation (parlo di Amazon e Microsoft solo per fare due esempi importanti).

Si tratta di interventi distruttivi che inficiano sulla vita di persone, famiglie, situazioni che non si conoscono e che spesso si lanciano nel bidone del “tanto sono sicuro che cadrai in piedi“. Nessuno però ti da certezza alcuna di quanto pensi e forse scrivi, perché magari non è proprio così, soprattutto in paesi dove determinati diritti ti vengono negati nel momento in cui il tuo datore di lavoro ti dice che l’indomani non dovrai più andare in ufficio o accendere il tuo laptop per collegarti da remoto e operare. Twitter (giusto per citarne uno che di sfoltimenti se ne intende parecchio) lo ha fatto poco tempo fa in seguito all’acquisizione, rovinando chissà quante vite nel mondo.

Sono certo che tutto venga pubblicizzato e spinto in ottica di tutela della buona salute aziendale, ne abbiamo le prove davanti agli occhi ormai all’ordine del giorno. Ciò che mi spaventa è però quell’essere numero, non un nome, non un cognome, non un’identità con sentimenti e necessità. L’azienda non deve darti uno stipendio per fare beneficenza, questo è palese da quando si firma il contratto di lavoro, eppure la sensazione che tutto questo venga usato come taglio netto per dare scosse importanti al mercato del lavoro in ambito tecnologico è assai spiacevole. Pagare il dovuto per una figura Senior può in alcuni casi equivalere al portarsi in casa a prezzo scontato delle figure più Junior da formare, o magari anche delle Senior che non trovando alternative si accontenteranno (svendendosi) quasi di qualsiasi cosa.

C’è molta tristezza e rammarico in tutto questo. La vicinanza a coloro che hanno scoperto del loro licenziamento (o che lo scopriranno nelle prossime ore / giorni / settimane) è tanta, e sono dispiaciuto di non poter fare di più (e comprendo che questo mio inutile sfogo valga meno che zero).

#StaySafe


Immagine di copertina Mitchell Luo on Unsplash

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