Starting today, customers who purchase a Dropbox Advanced plan with three active licenses will receive 15TB of storage space shared by the team—enough space to store about 100 million documents, 4 million photos or 7500 hours of HD video. Each additional active license will receive 5TB of storage.
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For customers who need additional space, storage add-ons will be available for purchase for new customers on September 18 and existing customers on November 1 at 1TB for $10/month if purchased monthly or $8/month if purchased annually.
We will begin gradually migrating existing customers to the new policy on November 1. You don’t need to do anything today. We’ll notify all customers at least 30 days prior to their planned migration date.
blog.dropbox.com/topics/product/updates-to-our-storage-policy-on-dropbox-advanced
Questo è solo il primo annuncio ufficiale che forse avrai già letto sul blog di Dropbox ma non è l’unica modifica che sta avvenendo in questa calda e strane estate 2023. Si tratta di una direzione che i vari big stanno ormai prendendo per molteplici motivi. Lo sta facendo Dropbox, lo sta per annunciare credo ufficialmente Google nonostante esistano già articoli in merito che ne parlano (fammi sapere se mi sono perso qualcosa per strada e se l’articolo ufficiale di Google esiste già, puoi usare l’area commenti!), arriveranno a ruota Box e gli altri soci, mi aspetto anche un qualcosa lato Microsoft che già tappa con un limite ipotetico gli account OneDrive per evitare che sforino più del dovuto.
Il fatto che ci siano utenti che acquistano l’abbonamento per poi rivenderlo a dei perfetti sconosciuti e/o che lo facciano per ospitare intere librerie di contenuti pirata non è assolutamente una novità per gli addetti ai lavori, si tratta di un abuso contro i ToS di questi servizi che però per molto tempo hanno chiuso un occhio nonostante la si facesse ben più che sporca (eBay sembrava il lenzuolo del venditore ambulante pieno di account illimitati a prezzi stracciati per le strade del lungomare di Rimini in pieno periodo turistico). C’era decisamente da aspettarsi che prima o poi tutto questo sarebbe accaduto, i dischi fissi si trovano certamente a buon prezzo ma nessuno li ha mai regalati, tanto meno si può dire della banda Internet, della corrente elettrica e di tutto il necessario per tenere in piedi e buono stato di salute i Data Center delle grandi società cloud che hanno fatto dello storage – spesso – il loro core business.
La novità annunciata da Dropbox non ha attualmente impatto sugli abbonamenti dedicati alla grandi aziende (Enterprise Plan) ma non mi stupirei se questo primo passo intrapreso verso la limitazione delle risorse di memorizzazione dati arrivasse a toccare le spiagge anche di quel tipo di abbonamento in futuro, soprattutto perché (e lo dico per esperienza diretta) è difficile pensare che i soli documenti di un’azienda (medio-grande) riescano a occupare così tanto spazio disco (a meno che non si tratti di una Media Company).
#KeepItSimple
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