Si parte linkando questo, questo e anche questo, magari inserendo anche questi due. Si tratta di puntamenti a BlogBabel e Wikio riguardanti le discussioni su Chrome nella blogosfera, sono tantissime. Io sono solo una delle ultime ruote del carro che ha preferito (così come altri “colleghi”) testare la piattaforma, cercare di capirne bene il funzionamento per poi buttare giù qualche impressione. Focus quindi su Google Chrome, ultimo tra i browser, non per validità ma per anno di nascita.
Cos’è
In questo caso torna parecchio utile il blog italiano di Google, dove è stato da poco pubblicato un articolo tradotto dall’ufficiale americano:
Da un punto di vista estetico, abbiamo progettato una finestra di navigazione dal look semplice e lineare. Per molti, infatti, il browser è soltanto uno strumento per accedere a ciò che conta davvero: le pagine, i siti e le applicazioni che costituiscono l’essenza del Web. Proprio come la classica home page di Google, Chrome è veloce ed essenziale. Non intralcia l’esperienza di navigazione e ti porta esattamente dove vuoi andare.
Da un punto di vista tecnico, siamo riusciti a gettare le fondamenta di un browser in grado di eseguire le più avanzate applicazioni web in modo ottimale. Mantenendo le schede in ambienti isolati, abbiamo fatto in modo che qualsiasi anomalia all’interno di una scheda non pregiudicasse il funzionamento delle altre, e siamo riusciti a fornire una protezione più efficace contro i siti pericolosi. Abbiamo aumentato la velocità e la rapidità di risposta su tutti i fronti. Inoltre, abbiamo realizzato un potente motore JavaScript, denominato V8, in grado di far funzionare le applicazioni web di prossima generazione, impossibili da eseguire con gli attuali browser.
Ma questo è solo l’inizio: Google Chrome è tutt’altro che un progetto terminato. Abbiamo rilasciato questa versione beta per Windows con l’intento di allargare la discussione e ricevere i commenti e le opinioni degli utenti il prima possibile. Stiamo lavorando per realizzare le versioni per Mac e Linux e continueremo a lavorare per rendere il browser sempre più veloce e stabile.
Come lo si ottiene
Gratuitamente, disponibile –almeno per ora– solo per sistemi Windows. L’installer parte in automatico (se il sistema di base è XP) o si scarica manualmente sulla macchina (con Vista) facendo visita alla pagina (e confermando a video la scelta) google.com/chrome.
L’installer occupa circa 400 KB ma a sua volta scarica tutto il necessario dai server Google arrivando a sfruttare circa 40 MB di spazio su disco. Allo stato attuale il setup completo si trova su un server di Google Video, così come per Google Gears (Wireshark aiuta in questi casi) ma l’installer fa richiesta di dati (in fase di avvio) agli indirizzi tools.google.com/service/update2 & cr-tools.clients.google.com/service/check2, molto probabilmente per verificare che ci siano versioni aggiornate.
Installazione e primo avvio
L’installazione viene effettuata automaticamente e non c’è bisogno di interazione alcuna.
Contrariamente ad una qualsiasi installazione standard, Google Chrome andrà a prendere possesso della cartella:
“C:Documents and SettingsUTENTEImpostazioni localiDati applicazioniGoogleChromeApplication”
Nella stessa cartella sarà possibile trovare i dizionari utilizzati, i plugin e dll utilizzate dal programma. Salendo di un livello si scopre la cartella User Data, contenente il profilo dell’utilizzatore dell’applicativo:
Directory di C:Documents and SettingsAdministratorImpostazioni localiDati applicazioniGoogleChromeUser DataDefault 03/09/2008 11.46 <DIR> . 03/09/2008 11.46 <DIR> .. 03/09/2008 11.02 49.152 Archived History 03/09/2008 11.06 <DIR> Cache 03/09/2008 11.43 8.192 Cookies 03/09/2008 11.46 4.229 Current Session 03/09/2008 11.42 98.304 History 03/09/2008 11.02 36.864 History Index 2008-06 03/09/2008 11.42 90.112 History Index 2008-09 03/09/2008 11.22 3.323 Last Session 03/09/2008 11.02 <DIR> Plugin Data 03/09/2008 11.46 873 Preferences 03/09/2008 11.35 45.056 Thumbnails 03/09/2008 11.46 131.072 Visited Links 03/09/2008 11.04 36.864 Web Data 11 File 504.041 byte
Ipoteticamente parlando è possibile quindi andare a creare nuovi profili o, nel caso in cui si danneggi l’attuale, cancellare la cartella e farne ricreare una nuova a Google Chrome come succede con Firefox.
La macchina utilizzata
Ho fatto tutti i test su una piccola macchina virtuale Windows XP Professional SP2, tenuta aggiornata (via Microsoft Update), protetta da AVG Free 8. Queste le caratteristiche:
- CPU 1.86 GHz Intel Celeron
- RAM 600 MB dedicati
- Disco C da 2 GB, disco D (dati) da 4 GB. Chrome si è installato su C:
Erede della comodità
Chrome cerca di prendere solo il meglio offerto dagli altri browser già da tempo disponibili sul mercato. Impossibile quindi non accorgersi di una gestione di plugin aggiuntivi e voci di menu pressoché identica a quella di Firefox, uno stile estremamente minimale da tempo incluso in Internet Explorer e qualche piccola comodità concessa dall’interfaccia di Opera. Safari protagonista solo ed esclusivamente per il motore di rendering utilizzato: WebKit.
Il dover confermare con un solo click l’installazione del plugin resta una tra le comodità più apprezzate del browser di casa Mozilla, la pagina viene chiaramente ricaricata in modo automatico a fine installazione. Nella terza schermata è possibile notare come le voci di menu siano quasi del tutto identiche a Firefox.
Se l’utilizzo del browser diventa intensivo, questo impara a conoscere il proprio “padrone” e proporgli ciò che più –ipoteticamente– gli fa piacere. Aprendo infatti una nuova scheda (sia essa accorpata ad una precedente o meno) verrà proposto “un limbo” di strumenti e collegamenti che potrebbero aiutare l’utente a muoversi nel web: una ricerca con Google, i segnalibri, i siti più visitati.
Spostandosi poi nella cronologia completa si ottiene un elenco puntato molto ben strutturato che ci ricorda (anche visivamente per mezzo delle favicon) a cosa abbiamo fatto visita giorno per giorno. Nel caso in cui si tratti di una installazione pulita del browser, la cronologia apparterrà ad un altro browser precedentemente installato sulla macchina. Nel mio caso ho effettuato l’importazione da Firefox.
Ultimo piccolo dettaglio da non sottovalutare mai: la possibilità di aprire una nuova scheda “clonandola” da una qualsiasi altra già aperta nel programma. In Firefox, giusto per completezza di informazione, sarebbe necessario installare un’apposita estensione che propone la funzione basterebbe tenere premuto CTRL e trascinare la scheda (nella barra delle tab, grazie Sandro!).
Configurazione minimale
Sarà forse a causa della sua prematura uscita, sarà forse perché il web non necessita di troppi giri “di parole e configurazioni“, Google Chrome riduce al minimo la parte dedicata alle preferenze impostabili / modificabili dall’utente finale. Selezionando infatti il piccolo pulsante raffigurante una chiave inglese e subito dopo “Opzioni“, si entrerà nello spartano pannello di controllo dell’applicazione. Voci che riprendono parte del pannello di Firefox, molta poca roba davvero editabile, utilizzo di un linguaggio “ggiovane, come piace a noi” (da leggere con marcato accento romano). Se non sei nerd non toccare nulla, potresti scottarti.
La cosa strana e da non tralasciare è il fatto che Chrome si appoggi completamente alle “Opzioni internet” di Windows non consentendo di fatto una modifica manuale della configurazione proxy, esclusioni e altro ancora. Questo può essere particolarmente comodo quando si decide di utilizzarlo come browser principale del sistema, ma nel caso in cui io debba utilizzare differenti impostazioni?
Sicurezza e privacy
Così come per Internet Explorer 8 (ancora in beta 2, a breve la recensione) anche Chrome integra una particolare modalità di funzionamento chiamata “Navigazione in incognito” attraverso la quale sarà possibile distruggere cronologia, password utilizzate e cookie semplicemente chiudendo la finestra tenuta aperta durante “la permanenza sul web“. Nel caso in cui non ci si ricordi di utilizzare tale modalità, sarà sempre possibile andare a modificare i dati conservati dal browser o cancellarli tutti dall’apposita voce di menu.
Indubbiamente una feature comoda facilmente emulabile in altri browser (e prendo ad esempio costante Mozilla Firefox) abilitando la cancellazione dei contenuti salvati all’atto della chiusura del browser, come tanti già fanno.
Primi incidenti di percorso
E’ di ieri mattina la notizia che Google Chrome è vittima dello stesso identico tipo di problema che afflisse Safari qualche tempo fa. A far da eco, sempre tra i siti di informazione italiana, WebNews (blog di HTML.it) che poche ore dopo pubblica qualche dettaglio in più: Chrome, ed è subito vulnerabilità.
Da li a tirare fuori una stupida stringa di exploit ci vuole davvero poco: milw0rm.com/exploits/6355
Effettivo risparmio di memoria?
In parte vero, in parte no. Teoricamente Google Chrome gestisce ogni scheda come se fosse un processo separato (basta lanciare il Task Manager e dare una occhiata a quanti chrome.exe sono aperti e funzionanti), strategia per la quale è sempre possibile (secondo Google) chiudere una eventuale scheda bloccata senza intaccare il corretto funzionamento del programma e la stabilità delle altre schede.
Ottima pensata, ottimo spunto –magari– per un Firefox che gestisca al meglio la memoria RAM della macchina che lo ospita, non sempre vantaggioso per l’hardware utilizzato. Lo stesso Matteo, durante i suoi test, ha misurato un maggior quantitativo di ram utilizzata da Chrome rispetto a Firefox con lo stesso numero di tab aperte. Giovy lo segue a ruota con le sue ottime FAQ dove ribadisce il concetto: Hai provato ad aprire più schede e vedere QUANTI processi chrome.exe hai in memoria e fare la somma? No? Male….
Tra sviluppo & Apps
Indubbiamente Chrome, nato per “la migliore integrazione tra web apps e browser“, è veloce nell’esecuzione di codice JavaScript, perfetto per WordPress e altre applicazioni web grazie all’utilizzo (nativo) di Google Gears, lo stesso plugin attraverso il quale si vivrà un’ottima esperienza anche con Google Docs e altre applicazioni di Big G.
Basandosi poi sull’ottimo riscontro che Firefox ha raccolto grazie all’estensione Firebug, molto nota tra gli sviluppatori Web, Chrome integra un piccolo debugger raggiungibile dal menu Pagina (primo dei due bottoni laterali sulla destra), Opzioni per sviluppatori, Console JavaScript. Ancora immaturo rispetto al fratello più grande, chiaro, ma occorre ricordare che si tratta di un rilascio ancora beta.
In conclusione
Beta, non c’è molto da aggiungere. Sicuramente migliorabile, ha futuro (avrei detto “potrebbe avere” ma visto il marchio e tutto ciò che farà per “spingerlo” …) per l’estrema semplicità della sua interfaccia grafica adatta anche a chi non sa muoversi nel web e / o non può vantare esperienza nell’utilizzo del PC. Forse non troppo azzeccata la scelta del logo (concordo con Alessandro in questo caso), una licenza che lascia ampio spazio a dubbi, perplessità e facce sconvolte gratuite. Dema segnala poi un’anomalia alquanto ridicola: non supporta i feed RSS, proprio Google che ha tra i prodotti di punta il suo Reader!
Per il momento non è assolutamente in grado di sostituire nessuno tra i browser più conosciuti. Un domani, molto probabilmente, lo troveremo tra le prime posizioni dei prodotti che vogliono togliere fette di mercato a Internet Explorer sul territorio Windows (e Safari su Apple), ottimo magari come secondo browser affiancato al panda … :)
Cheers.
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