La notte: questa lunga, inesauribile, ricca di sirene della polizia e sportellate (solo per cominciare) tra chi la strada la vive fino all’ultimo grammo di gomma rimasta attaccata al cerchione, rigorosamente non di fabbrica. È così che EA intende riportare Need for Speed a quello che forse era l’apice del suo essere adrenalinico, illegale al punto giusto, senza necessità alcuna di preoccuparsi di che fine potesse fare il proprio mezzo, perché alla fine di tutto ci sarebbe sempre stata un’officina pronta a rimettere a posto ogni cosa.
Ne è passata di acqua sotto ai ponti da quell’ormai lontano 2003, e l’esperienza sembra farsi per certi versi sentire, per altri forse un po’ meno, errori dettati da obiettivi odierni che dovrebbero rasentare la perfezione nel più breve tempo possibile, un binomio che non sempre funziona, che non sempre genera il risultato sperato quando è il momento delle promesse verso i giocatori. Need for Speed è un reboot che volta pagina rispetto alla ripetitività degli anni passati, e che cerca di unire i punti di forza di una serie così storica che è impossibile pensare di stare senza.
Installazione eseguita, gioco avviato e subito la necessaria connessione ai server di EA, il punto critico di tutte le sessioni, un SPoF (Single Point of Failure) che ho più volte mandato giù a fatica, tra una disconnessione senza motivo alcuno a messaggi ripetuti di manutenzione del server con il conto alla rovescia. Sono un tecnico di mestiere, conosco bene di cosa stiamo parlando, e non oso immaginare la quantità di connessioni da tenere a bada, contemporaneamente, con ogni risorsa di gioco, missione, messaggio e qualsiasi altro particolare contenuto nel titolo. Niente connessione? Niente storia o sfide in strada (io prima vedere cammello, cit.), un peccato considerando che l’Italia non brilla certo per diffusione di connessioni a internet correttamente funzionanti.
Ipotizziamo che la connessione a internet non sia il vostro problema, e che possiate ottenere una buona sessione di gioco senza interruzioni (se non forzate da casa madre, nda), tutto ha inizio dal Need for Speed Network: un hub che permetterà di accedere a ogni voce principale del gioco in maniera decisamente intuitiva. Dalla mappa contenente missioni, possibili sfidanti (connessi nella vostra stessa partita) e punti chiave, allo smartphone che –rigorosamente connesso in un 5G che oggi è solo speranza nella realtà– vi permetterà di ricevere chiamate dai vostri compagni di avventura in ogni momento, oltre che fare da segreteria con archivio così che possiate accumulare le gare da portare a termine nel corso delle ore di gioco. Ora che le dovute presentazioni sono state fatte, passiamo alla ciccia.
Cosa mi ha convinto
Tutto il sistema di guida funziona, ammesso che si impari a controllare il proprio mezzo (da scegliere, come sempre, ad avvio del titolo) nel corso delle prime gare organizzate proprio per farvi prendere confidenza con tutto il sistema di questo reboot. Funzionano anche le inquadrature che seguiranno le derapate e i cambi repentini di direzione, anche se non sarà subito facile abituarsi. A prescindere da come andranno le cose, sarete comunque i vincitori morali che permetteranno alla storia di andare avanti, non crucciatevi e continuate a tenere le mani su quel controller.
A proposito di storia: molto bello il lavoro dei ragazzi di Ghost Games (studio della stessa EA) che hanno scelto di fondere realtà e finzione grazie a sequenze filmate che vivrete in prima persona, con una tale naturalezza che vi sembrerà quasi di essere lì (attrici un po’ troppo finte a parte, nda), con la possibilità di vedere sullo sfondo la propria vettura come se si trovasse proprio in quell’officina.
La polizia. Più cattivi sarete, più proverà a fermarvi con ogni mezzo possibile. Bentornati quindi ai posti di blocco e alle vetture più robuste che saranno in grado di chiudervi nell’angolo. È quello che ormai avete imparato a fare meglio nel corso del tempo: scappate, a meno di non fermare subito l’auto per pagare un’ammenda assolutamente sopportabile per le vostre tasche. Se invece pensate (o sapete) di avere un mezzo più rapido di quelli messi a loro disposizione, ingranate la marcia e dateci dentro. Guadagnerete così ulteriore reputazione, soldi e sbloccherete ulteriori potenziamenti per la vostra automobile.
La personalizzazione è la chiave di tutto. Un’intera officina a vostra disposizione, pezzi che arrivano continuamente, che potrete vincere nelle sfide o sbloccare accumulando punti e reputazione. Estetica e meccanica si fondono, il vostro gusto (o la quantità di maranza non meglio definita, quella che tenete sepolta da qualche parte lì) e le capacità di assemblare solo il meglio che ha da offrire un mercato in continua evoluzione. Correte, vincete (o fate del vostro meglio), tornate all’officina di tanto in tanto per rimettere in sesto la carrozzeria e montare nuovi pezzi, ne guadagnerà la vostra autostima quando dovrete sfidare automobili messe decisamente meglio della vostra. L’open-world messo a disposizione degli sviluppatori è grande, complesso, per alcuni versi nuovo anche se in realtà ha lo stesso sapore di “già visto“, anche a causa delle missioni di cui sono ricche le strade che si tende a usare più spesso.
L’intera portata, per concludere in bellezza questa sfilza di punti a favore, ha un contorno musicale di tutto rispetto. Peccato solo che venga valorizzato come si deve nei momenti giusti del gioco. Salvo modificare le impostazioni audio del titolo e mettervi addosso delle ottime cuffie (collegate direttamente al controller), ascolterete l’ottima playlist scelta solo a tratti, come un buon sottofondo e nulla più, lasciando ampio spazio a telefonate (singole o di gruppo) e al motore e ai tubi di scarico del vostro mezzo. Capiamoci, il secondo citato è assai gradito, tutto il resto può passare anche in secondo piano se mi mandano in quel momento “Go” dei Chemical Brothers :-)
L’amaro in bocca
Non sono tutte rose e fiori, sia chiaro. Il lavoro nel suo complesso è ottimo, convince. Buono il sistema di guida (che è il punto focale per un titolo come questo, ovviamente), buone le sfide e l’adrenalina in grado di scatenare nel giocatore. Buona la resa della vettura e ogni sua personalizzazione, vanno persino bene le missioni, a catena una dopo l’altra.
Certo non mancano i poligoni che si intersecano l’uno con l’altro (vedi immagine qui di seguito), ma è tutto sommato sopportabile. Lo è meno, molto meno, il palo che non si riesce ad abbattere quando si è lanciati a velocità folli e che improvvisamente diventa più robusto di uno scoglio in mare. Fastidioso anche l’essere lanciati in fuga dalla polizia e, con il controller scarico, non poter fare assolutamente nulla se non essere arrestati perché il gioco non va in pausa automatica limitandosi solo a dire che non c’è un controller collegato.
Il non plus-ultra di tutto questo è quella disconnessione della quale vi ho già parlato all’inizio dell’articolo, a gioco ormai lanciato sugli scaffali è dura da sopportare, non siamo più in fase beta né tanto meno sotto embargo giornalistico quando si possono ancora fare (più o meno) tutti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria su quei server che dopo il lancio non dovrebbero perdere un colpo. Tutte sciocchezze forse (anche se la disconnessione non la considero tale), ma accumulate tra loro possono generare un parere non troppo positivo. Questo perché le cose belle siamo abituati a darle per scontato (sbagliando), le brutte finiscono sempre per essere ricordate, anche dopo molto tempo.
In ogni caso il titolo non delude, e finalmente accontenta anche quelli che desideravano da tempo di poter sporcarsi nuovamente le mani in officina, me per primo. La parte più lunga e bella è proprio quella della personalizzazione, che è in grado di rendere ogni vettura diversa dalle altre, anche in strada, dove poi è il pilota che conta.
A voi non resta che scendere in strada e accettare la sfida.
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