Barring SMS: difendersi dai servizi a pagamento non richiesti

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È capitato a un amico, si trattava del solito messaggio che lo avvisava riguardo un fantastico e irrinunciabile servizio al quale si era appena abbonato. Peccato che non lo abbia mai voluto fare, ha solo sfiorato uno di quei banner pubblicitari che si trovano nelle applicazioni o nei siti web caricati da mobile, che in un nanosecondo permettono a società parassite di iniziare a scalare del credito dalla propria ricaricabile (o caricare quella spesa sull’abbonamento mensile). Ci sono decine di articoli che ne parlano e una marea di imprecazioni contro i carrier telefonici. Di cosa si tratta e come si blocca questo comportamento sul nascere?

Barring SMS

Servizi a pagamento non richiesti

Cito un cappello introduttivo di Altro Consumo che ha già trattato in passato l’argomento in maniera completa:

Si nascondono dietro nomi ogni volta diversi. Compaiono in bolletta in mezzo al resto dei costi, cercando di camuffarsi tra le altre voci. Sono i servizi non richiesti: abbonamenti di cui non si era mai sentito parlare prima di vederli comparire sulla bolletta mensile. Lo avete segnalato in tanti: mentre si naviga dallo smartphone, sfiori accidentalmente un banner pubblicitario e ti ritrovi abbonato in men che non si dica. Oppure, mentre stai giocando sul telefono, nell’intento di chiudere una finestra di pop-up, scatta la sottoscrizione ai servizi più disparati. Spesso capita anche che credi di navigare utilizzando le soglie previste dal tuo piano tariffario e, invece, poi scopri che non ti hanno rinnovato la promozione e stai spendendo soldi senza neanche rendertene conto. O che inizi a ricevere sms di vario genere, con contenuti a pagamento, senza aver mai richiesto alcuna attivazione.

Si va dallo spacciatore delle migliore suonerie per cellulari (fa molto anni ’90, nda) a quello che ti permette di stringere amicizie con nuove persone, magari anche a fini di relazione sentimentale. Fanno leva sulla curiosità, talvolta sulla pura e mera distrazione dell’utente che –dopo aver scaricato l’ennesimo gioco fotocopia– va a fare clic sul banner che compare a tradimento nell’avanzamento tra un livello e l’altro. Fosse per me, nonostante non sia mai caduto nella trappola, andrei a prendere a badilate in faccia coloro che abusano dell’ignoranza degli utilizzatori non molto esperti per estorcere denaro guadagnato con il sudore. È capitato tra amici, è capitato anche a Ilaria che -non facendolo certo apposta- ha fatto clic su un banner di un’applicazione di ricette, può succedere davvero a chiunque.

Formazione, consigli, ho fatto di tutto e cerco di tenere sempre allineato mio padre (che ha uno smartphone e una tariffa dati), lo stesso vale per mia madre, non è mai abbastanza, basta un secondo e la frittata è fatta (e via i primi 5€ nel frattempo, senza neanche battere ciglio).

Chiedere aiuto all’operatore

Quando succede un episodio legato a servizi a pagamento non richiesti, è necessario quanto prima contattare il proprio operatore e chiedere aiuto. Nel caso di TIM (ciò che ho dovuto fare io per mettere al riparo Ilaria) il numero è il 119. Prima di procedere ed essere sicuro di quanto accaduto, mi sono collegato all’area clienti del sito web ufficiale e ho dato una sbirciata ai servizi attivi, trovando quello relativo al SMS di notifica ricevuto qualche minuto prima:

Barring SMS: difendersi dai servizi a pagamento non richiesti

I primi 5€ erano stati già scalati dal credito, tanto per gradire. Prima di comporre il numero dell’assistenza e perderci nella labirintica scalata all’operatore in grado di aiutarci, ho anche inviato un SMS di risposta a quello di notifica, utilizzando il comando di STOP per provare a disattivare manualmente l’abbonamento mai voluto. A questo punto, senza aspettare ulteriormente, ho chiamato il 119. Dopo 800 possibili deviazioni, due salti carpiati e tuffo nel vuoto sono riuscito a parlare con un umano, ho spiegato la situazione e ho chiesto ulteriori dettagli.

La conferma è arrivata immediatamente. Il servizio non richiesto aveva già fatto il suo dovere infilandosi tra le spese ricorsive, senza conferma alcuna, un chiavi in mano davvero poco gradevole perché in grado di fare una rapida escalation quasi al pari di un root in shell Linux. Fatta partire la richiesta di rimborso del credito, abbiamo richiesto il barring per ogni tipo di servizio simile a quello che si era attivato per Ilaria.

Ti riporto un pezzo dell’articolo scritto da Luigi Cigliano sul suo blog, che ho trovato curiosando dopo aver terminato di parlare con il supporto del 119:

Ad ogni modo, è bene sapere che la legge è comunque dalla nostra parte. Con l’articolo 5, comma 4 dell’allegato A alla Delibera 418/07/CONS l’AGCOM infatti dispone che:

“… gli operatori della telefonia disattivino immediatamente i servizi a sovrapprezzo in abbonamento ed interrompano i conseguenti addebiti a decorrere dalla semplice richiesta telefonica dell’utente mediante chiamata al numero di assistenza clienti, nonché mediante eventuali ulteriori modalità telematiche messe a disposizione dall’operatore…”

Per non rischiare più di attivare servizi a pagamento indesiderati via SMS o MMS, come ultima spiaggia è possibile ora richiedere l’attivazione del Barring SMS, una funzione che blocca a monte questo genere di messaggi a pagamento, di solito provenienti da particolari numeri che iniziano con il 4 (in particolar modo le decadi 44, 45, 46, 47, 48).
Nella maggior parte dei casi per beneficiare del barring è sufficiente telefonare al servizio clienti del proprio gestore telefonico e farne domanda all’operatore (in alto trovate la lista dei vari recapiti).
Il rovescio della medaglia del servizio di barring SMS è quello di andare poi a bloccare anche tutti qui servizi SMS attivati volontariamente, come ad esempio quelli inviati dalla banca per notificare l’utilizzo della carta di credito.

In realtà, per mia esperienza, non ho riscontrato alcun tipo di problemi con gli SMS della banca che, pur avendo il barring attivo, continuano ad arrivare regolarmente sul telefono della mia compagna, è evidente che per evitare spiacevoli confusioni e mancati recapiti si siano tutelate (forse alcune, forse tutte) e facciano arrivare i loro messaggi tramite altri tipi di gateway.

Tutto si è concluso nel giro di pochi minuti, il rimborso è arrivato dopo qualche giorno, il barring continua a essere il metodo unico e solo per evitare che questi spiacevoli inconvenienti si verifichino ancora, fermo restando che considero altamente scorretta la sola possibilità di eseguire questo tipo di abbonamenti senza la reale conferma dell’utente finale.

Siamo circondati

Non è la prima che succede una cosa simile. È successo a Ilaria, è successo ad altri amici, ricordo (seppur ormai a fatica) che successe anche a me quando ancora esistevano Omnitel e nascevano i primi servizi per “chattare” tra contatti conosciuti e non (a quell’epoca però era decisamente più difficile parlare del problema con l’operatore e pretendere il rimborso).

Riporto solo due casi di persone che leggo (Enrico lo conosco anche dal vivo, ma tant’è) che hanno lamentato poco tempo fa la stessa anomalia (?) e che hanno avuto a che fare con i call center spesso non davvero pronti a servire un cliente in difficoltà e che fa notare una truffa bella e buona ai suoi danni (il primo dei due link qui di seguito è davvero epico):

Estote parati (cit.)

G

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