Garmin Venu 2: ecco come ho felicemente abbandonato Wear OS

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Impazzito? Non più del solito.
Ricordo ancora come si fa? Vagamente. È “tanto tempo che non” … ma dicono sia un po’ come andare in bicicletta, ed è forse questo il motivo che mi porta a mettermi comodo davanti a una text-box completamente vuota e dedicare un po’ di tempo alla recensione del Garmin Venu 2.

Il titolo dell’articolo è figlio invece di un passaggio che – giustamente – ti sei completamente perso: per circa un anno ho avuto al polso un Fossil Smartwatch Gen 6 e non ho mai avuto la forza di recensirlo perché, come scoprirai tra qualche riga, non è mai stato realmente quello il suo posto, non su di me, non almeno secondo il mio gusto.

Garmin Venu 2: ecco come ho felicemente abbandonato Wear OS 2

Garmin Venu 2

Tutto è nato su Mastodon, perché in fondo è lì che si è sviluppata la discussione più interessante che ha portato poi a questo prodotto (devo ringraziare Andrea per aver pubblicato il giusto spunto e bensar per aver risposto ai miei dubbi e domande), all’irrinunciabile monitoraggio via Keepa e ad Amazon Warehouse che mi ha permesso di spendere una cifra molto onesta per mettermi al polso un Garmin Venu 2 ricondizionato (direttamente da Garmin, gran bella cosa) e del quale sono assolutamente soddisfatto.

Ma cosa c’entra Fossil?

Avevo deciso di abbandonare la mia Smartband Xiaomi (mi sono fermato alla serie 6) a causa di una serie di aggiornamenti discutibili sul software di gestione di quell’hardware che, per me, ha fatto la storia e ha permesso a tantissime persone di avvicinarsi al mondo degli indossabili da polso spendendo cifre ridicole, pur portando a casa risultati certamente degni di nota.

Dato che mi piace sperimentare, avevo pensato che fosse arrivato il momento giusto per mettere alla prova Wear OS ma, come spesso accade, quando si va oltre l’ecosistema fatto di software e hardware Google, si rischia di approdare su dei prodotti che non si dimostrano all’altezza delle aspettative, nonostante tutta la buona volontà e la qualità costruttiva (e su questo il Fossil Gen 6 era effettivamente avanti rispetto a molti).

Te la faccio breve: un orologio davvero bello, sportivo con quel “tocco elegante“, una cassa abbastanza importante, un cinturino che aggiungeva il giusto peso al mio polso. Di contro? Un sistema lento, che fagocitava troppo facilmente la batteria, che quando desideravo pagare via NFC con carta mi rubava troppo tempo in cassa e, più in generale, mi costringeva a tenerlo sempre a portata di un cavo di ricarica perché (qui mi potranno capire i possessori di Apple Watch) non si arrivava neanche a fine giornata (o quasi). Ho battezzato quell’acquisto come con un clamoroso flop, incauto.

Ho venduto il mio Fossil Gen 6 con ancora più di un anno di garanzia, l’ho fatto a un prezzo (fin troppo) onesto (non mi segui ancora su Wallapop e Vinted? Cosa aspetti?!? 😬), e grazie per tutto il pesce.

Ok, capito.

La differenza con il Garmin Venu 2 l’ho vista senza neanche troppa fatica. Ho dovuto rinunciare a Wear OS, è vero, ma voglio poterci rimettere mano tra qualche tempo, magari acquistando direttamente lo smartwatch di Google. Ho guadagnato un sistema nativo Garmin che è ottimizzato, studiato per questo hardware, che non tentenna, che risponde immediatamente e che raccoglie una quantità di dati importante che io posso usare per meglio comprendere abitudini, attività fisica, sonno, battiti del cuore e molto altro. È stato un po’ come tornare a quella Smartband ma con risultati evidentemente migliori, su tutta la linea.

Garmin Venu 2 è leggero, è vero, ma occupa il giusto spazio al polso e permette di cambiare agilmente il cinturino grazie a un meccanismo che non richiede alcun attrezzo particolare. Io l’ho già fatto, e ho scelto di cambiare il cinturino originale in materiale plastico con uno in tessuto che durante l’estate mi ha aiutato a soffrire meno i classici problemi da caldo, sudore e polvere (quindi l’invasione di quelle fastidiose irritazioni che in alcuni casi si trasformano in brufoletti). Garmin Venu 2 ti permette di cambiare quadrante con quello che più ti piace (c’è anche uno store integrato nell’applicazione Garmin Connect), di impostare scorciatoie per arrivare alle funzioni che più ti sono utili nel quotidiano, di avere a portata di mano (anzi, di polso) il pagamento NFC, i controlli per Spotify e molto altro ancora.

Garmin Venu 2: ecco come ho felicemente abbandonato Wear OS 1

Attraverso Garmin Connect potrai configurare e personalizzare il prodotto in base alle tue esigenze, tutto sommato – l’applicazione – diventerà il tuo hub di raccolta ed esplorazione (soprattutto sul lungo termine) dello storico dei dati raccolti dallo smartwatch. Sarà inoltre il tuo ponte tra ciò che accadrà sul tuo smartphone e le notifiche che verranno trasmesse anche sul tuo Garmin Venu 2 (scelta tua, io posso dirti che all’inizio ho scelto di farle passare tutte, poi ho iniziato a disabilitare le notifiche di tutte quelle applicazioni “inutili” sullo smartwatch). L’applicazione è chiaramente disponibile sia per iOS che Android, ti lascio qui di seguito i due box per puntare al download facilmente:

Garmin Connect™
Garmin Connect™
Developer: Garmin
Price: Free
‎Garmin Connect™
‎Garmin Connect™
Developer: Garmin
Price: Free

Punto di svolta che mi ha fatto tanto felice: la batteria. Un uso continuo di Garmin Venu 2 con raccolta dati, notifiche, sveglie e navigazione manuale tra i dati direttamente da monitor dello smartwatch, ti permetteranno di arrivare agilmente a un paio di settimane circa di utilizzo senza minimamente preoccuparti di ricordarti dove hai lasciato il cavo di ricarica. Stiamo parlando delle stesse prestazioni di una (vecchia? Nel senso: mi riferisco a quando ancora usavo Mi Band di Xiaomi) Smartband da poche decine di euro, tutta batteria e utilizzo da battaglia. Una caratteristica per me fondamentale, perché già sopporto il fatto di dover caricare due smartphone e il portatile, ogni giorno. Una condizione simile, con il Fossil di cui ti parlavo qualche riga più sopra, l’avevo completamente perduta, e ne sentivo disperatamente la mancanza.

Garmin Venu 2: in conclusione

Penso tu abbia capito. Garmin Venu 2 è stato uno di quegli acquisti azzeccati per tempo, prezzo ed esigenza personale. Lo rifarei anche subito, l’ho proposto anche a mia moglie ma è molto contenta del suo Huawei Band 8 (ti racconterò qualcosa in merito, spero presto) e ho quindi desistito. Il mio Garmin Venu 2 è un ricondizionato Garmin (come ti dicevo a inizio articolo) e l’ho pagato 199€, contro i circa 280 richiesti per il nuovo (dando un’occhiata all’attuale prezzo Amazon).

Lo schermo AMOLED, la batteria, le prestazioni e la stabilità del sistema operativo (che comunque, sotto al cofano, resta Android) hanno giocato un ruolo fondamentale per la valutazione finale del prodotto che non tocca le 5 stelle solo perché – mi rendo conto – il prezzo può non essere considerato così popolare per questo tipo di oggetto (ma ti assicuro che, almeno in questa categoria, è un buon prezzo).

Valutazione finale: 4.5

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Gli articoli che appartengono al tag "Banco Prova" raccontano la mia personale esperienza con prodotti generalmente forniti da chi li realizza. In alcuni casi il prodotto descritto rimane a me, in altri viene restituito, in altri ancora sono io ad acquistarlo e decidere di pubblicare un articolo solo per il piacere di farlo e di condividere con te il mio parere.

Ogni articolo rispetta - come sempre - i miei standard: nessuna marchetta, solo il mio punto di vista fatto di pro e di contro. Riporto i fatti a prescindere dal giudizio finale.
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Prodotto: Acquistato in autonomia su Amazon Warehouse approfittando di un batch di smartwatch ricondizionati direttamente da Garmin.

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