Se abiti a Milano (ma non solo) e sei proprietario di un appartamento con box di pertinenza, hai certamente pagato cifre che non avresti dovuto sborsare negli anni precedenti, tiro corretto con l’arrivo dell’avviso di pagamento TARI 2018 (consegnato a cavallo tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, ancora più comodo per chi ha scelto di farsi recapitare una email al proprio indirizzo di posta elettronica) e che vede differenze interessanti rispetto al passato (nello specifico caso mio e di Ilaria si parla di più di 100 euro, non esattamente bruscoli). Raccolgo quindi qualche appunto e step per cercare di riportare a casa i soldi non spettanti al Comune.
Pagare la TARI 2018
Paragrafo doveroso ma del quale ti ho praticamente già parlato lo scorso anno. Se sei cliente ING Direct, anche quest’anno non riuscirai a pagare le tue tasse tramite pagoPA. Per questo motivo, dovrai percorrere strade alternative come PagaComodo o SatisPay (io ho scelto quest’ultima, sto solo aspettando i tempi tecnici utili ad alzare il budget settimanale così da starci dentro con quanto richiesto dal Comune). Ti ricordo che per entrambi ho speso qualche parola in due articoli distinti che puoi trovare qui sul blog:
pagoPA: nuovi modi di pagare e l’arrivo di Satispay (Aggiornato)
Detto ciò, passiamo a ciò che realmente -credo- ci interessa.
Recuperare quanto pagato di troppo negli scorsi anni
Chi non ricorda il calcolo errato della Tari in diversi Comuni? Nonostante alcuni sindaci, tra cui quello di Milano, si fossero impegnati a rimborsare in automatico i cittadini danneggiati, una delibera della Corte dei Conti lombarda ha bloccato tutto e l’unico modo per ottenere il rimborso è che ogni singolo cittadino faccia istanza al Comune e faccia ricorso in Commissione Tributaria provinciale. E finalmente, almeno per il Comune di Milano, la procedura è stata semplificata.
altroconsumo.it/soldi/imposte-e-tasse/news/errore-calcolo-tari
Altroconsumo ha fatto un ottimo lavoro, informando soci (e non) degli avanzamenti riguardanti il recupero delle tasse “di troppo” nel corso dei mesi scorsi, tenendo costantemente aggiornata la pagina dalla quale ho estratto il paragrafo sopra incollato (con URL di riferimento). Il Comune di Milano, nonostante la buona volontà, ha dovuto scontrarsi con una delibera della Corte dei Conti regionale che gli ha impedito di far partire rimborsi automatici per ogni cittadino pagante. Per questo motivo è necessario intervenire manualmente, a mezzo posta elettronica ordinaria, PEC, consegnando il tutto fisicamente o passando per la vecchia raccomandata con ricevuta di ritorno. Questo è l’altro pezzo che ci interessa:
Richiesta di rimborso semplificata a Milano
Il Comune di Milano aveva fornito un modulo per presentare istanza di rimborso molto articolato e per compilarlo i milanesi hanno dovuto fare calcoli complessi. Ma oggi abbiamo incontrato l’assessore Tasca e, come chiedevamo dallo scorso novembre, il modulo è stato semplificato ed è il Comune a rifare i conti. I cittadini non dovranno indicare altro che i dati catastali del box su cui si è pagata indebitamente la Tari. Anche se questo non elimina l’obbligo a ricorrere in Commissione Tributaria.
Proprio così. Si punta quindi il browser all’indirizzo comune.milano.it/wps/portal/ist/it/servizi/tributi/Tributo_sui_rifiuti/TARI e si scorre fino alla voce “TARI: rimborso quota variabile box“, per trovarsi davanti alle informazioni necessarie e al modulo da utilizzare. Servono:
- Modulo di richiesta di rimborso (per compilarlo puoi usare la funzione integrata in Acrobat Reader così da rendere i dati quanto più leggibili possibile),
- documentazione attestante il vincolo di pertinenzialità delle autorimesse indicate
(ad esempio contratto di compravendita e/o autocertificazione con la quale il contribuente esprima la sussistenza del rapporto di strumentalità della/e autorimessa, escludendo l’uso di terzi e certifichi che l’unità non è destinata ad altro uso, ad esempio magazzino), - copia dei pagamenti effettuati,
- documento di identità.
Dovrai avere a portata di mano i dettagli catastali dell’appartamento e del box (dovrai dichiararli nel modulo scaricato, in pagina due), così come le ricevute dei pagamenti effettuati, cosa però che personalmente non possiedo avendo pagato con pagoPA e SatisPay (a questo punto c’è da chiedersi se verranno accettate le schermate catturate direttamente dal sito web del Comune, lo scoprirò sulla mia pelle).
Tutto pronto? Invia.
Stampa il modulo e firmalo, quindi invialo al Comune sfruttando uno dei diversi metodi messi a disposizione.
- posta elettronica
- PEC: rimborsotaribox@pec.comune.milano.it
- email ordinaria: rimborsotaribox@comune.milano.itin entrambi i casi indicare nell’oggetto del messaggio:
- “istanza rimborso TARI box”
- il proprio codice fiscale
- raccomandata A/R
Comune di Milano – Area Finanze e Oneri Tributari
via S. Pellico, 16 – 20121 Milano
- a mano
- Protocollo dell’Area Finanze e Oneri Tributari
via Silvio Pellico,16
orario: dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 13 - Protocollo Generale
via Larga, 12
orario: dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 15:30
- Protocollo dell’Area Finanze e Oneri Tributari
Il mio invio è stato eseguito a mezzo PEC. Aggiornerò questo articolo non appena riceverò novità in merito. Va considerato che il Comune ha un numero limitato (non piccolo, ma tant’è) di giorni per rispondere, torno a catturare un pezzo da Altroconsumo:
- se il Comune non risponde all’istanza entro 90 giorni, si può impugnare il silenzio-rifiuto davanti alla Commissione Tributaria provinciale competente. Se invece, il Comune risponde con un rifiuto si deve impugnare entro 60 giorni;
- il rimborso deve essere effettuato dal Comune entro 180 giorni dalla richiesta.
Inutile dire che la speranza, essendo il Comune già sul pezzo, è quella di ricevere risposta positiva entro i termini imposti. Se così non dovesse essere, aggiungerò un paragrafo dedicato al passaggio tramite Commissione Tributaria provinciale.
Ora tocca a te.
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Milano Real Life (MRL)
È il nome di una raccolta di articoli pubblicati sul mio blog che raccontano la vita di un "perfetto nessuno" che ha deciso di spostare abitudini e quotidianità in una differente città rispetto a quella di origine.
Alla scoperta del caotico capoluogo lombardo mai tanto amato e odiato allo stesso tempo, per chi è nato qui e ancora oggi continua a viverci per volere o necessità, per le centinaia di persone che vengono da fuori e vedono Milano come una piacevole alternativa o una costrizione imposta dalla propria vita studentesca o lavorativa.
La rubrica di approfondimento alla quale però non bisogna fare l'abitudine, non siamo mica così affidabili da queste parti!
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