Ciao mamma ho cambiato operatore questo è il mio nuovo numero salvalo! ❤️ Sei a casa? 🏠
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Ti prego: diffondi questo articolo, manda il collegamento diretto ai tuoi cari (go.gioxx.org/truffa-nuovonumero) e mettili in guardia perché pensare che “non possa accadere proprio a mio papà” (vale anche con la mamma, lo zio, e così via) è da stolti. Dire dopo “sì, sapevo di questa cosa ma non pensavo che sarebbe successo sul serio” è da sciocchi.
È una delle possibili varianti di messaggio (stavolta arrivato tramite WhatsApp) che si collegano però a quella stessa truffa della quale ti avevo parlato qualche tempo fa: Truffa: Ciao mamma, mi è caduto il telefono e ora è rotto. Perché riparlarne allora? Perché nel frattempo sono state colpite altre due vittime a me vicine (un amico e un conoscente), più precisamente le loro mamme.
Numero in chiaro ma certo non salvato in rubrica, testo scritto in maniera tutto sommato corretta (perché della totale mancanza di segni di punteggiatura non mi stupisco quando si parla di Social Network e servizi di messaggistica istantanea), apparentemente innocuo non fosse che – cascando nella trappola di quell’invito a rispondere via WhatsApp – si va innescare quel ballo a due che farà leva sull’affetto e la fiducia nei confronti della persona sbagliata.
Puoi darmi una mano, mamma?
L’articolo è postumo ai fatti. Sono incappato in questo tweet, ho partecipato e cercato di capire cosa fosse successo.
L’intero accaduto nasce da una (forse?) mancanza di controllo dell’istituto bancario e da una mossa non sufficientemente ragionata della vittima, dettata (come già scritto) dalla fiducia che si ripone verso un parente così stretto, peccato solo che quest’ultimo non c’entri davvero nulla e che sia rimasto totalmente all’oscuro dell’accaduto fino a cosa fatta.
Se è verosimile che truffato e truffatore si trovino a combattere sullo stesso ring, il truffato ha certamente una mossa giusta a sua disposizione: provare a contattare telefonicamente il “nuovo numero del figlio“ ma, come prevedibile, il truffatore può farsi trovare pronto all’evenienza. Nello specifico caso riportato qui sopra il truffatore ha finto problemi “alle casse” dello smartphone (cosa strana considerato che le casse servono per sentire e non certo per parlare, compito esclusivamente delegato al microfono) per sottrarsi al colpo. È in questo momento che sarebbe bastato contattare il “vecchio” numero del figlio per mettere al tappeto il truffatore, colpo che con il senno di poi sono evidentemente tutti buoni a mettere nella lista di quelli da sferrare.
A questo sfortunato ballo sul ring si aggiunge l’ultimo passo fondamentale: il bonifico istantaneo su un IBAN regolare, italiano, a nome di una persona forse neanche esistente perché – correggetemi se sbaglio – ci sono molte banche che non rimbalzano i bonifici nel caso in cui l’intestatario non venga riportato correttamente, basta e avanza il semplice IBAN di destinazione che – nella normalità dei casi – non ti dà diritto alcuno di sapere chi c’è realmente dietro.
Esisterà sul serio tale Davide Longobardi? Quasi sicuramente sì (basta una ricerca su Google per farne saltare fuori diversi).
Sarà davvero lui l’intestatario del conto corrente dietro quell’IBAN? Probabilmente no, non è detto.
La causale? Trascurabile, numeri e lettere a caso che – a pensare bene del truffatore – potrebbero corrispondere a una mappatura tra truffato e lista di bonifici da fargli eseguire, ma dubito che ci sia tutto questo ragionamento alla base.
Il bonifico istantaneo
Un bonifico bancario istantaneo ha il vantaggio di spostare il denaro immediatamente, lo svantaggio è che l’operazione non è quindi annullabile rispetto a un bonifico tradizionale, e il denaro potrà difficilmente essere recuperato a causa dei tempi tecnici della giustizia che potrebbe persino dare ragione al truffatore anziché al truffato (recentemente un caso a Palermo è stato chiuso in favore proprio di chi ha organizzato la truffa a mezzo phishing).
È qualcosa che a mio parere è fuori da ogni logica umana possibile, ma dato che il parere del sottoscritto conta come il due di coppe, ecco che tutto può essere beceramente riassunto in “tutti mentono“.
Non c’è da fidarsi ed è sempre bene controllare due volte prima di intraprendere ogni mossa, specialmente quando ci sono dei soldi di mezzo. Questo perché con buona probabilità si finirà per scontrarsi con difficoltà crescenti nel cercare di porre rimedio agli errori, anche quelli di questo tipo dove è evidente che se c’è qualcuno da prendere a bastonate, quel qualcuno non è certo la vittima della truffa.
Il terzo screenshot poco sopra riporta un proseguo della chat, il truffatore ha infatti provato a chiedere alla vittima un altro bonifico poiché il primo sembrava non essere arrivato. No, il primo bonifico è arrivato eccome, il secondo bonifico invece non è mai partito solo perché il figlio della vittima è intervenuto per spiegare alla mamma che non era davvero lui dietro quel numero di cellulare e quella chat di WhatsApp.
Pur provando a sfruttare il canale di chat aperto per carpire informazioni sul truffatore, questo non ha portato a un valido risultato, i soldi nel frattempo avranno preso il largo in men che non si dica.
Quindi devo stare attento a SMS e WhatsApp?
Questo tipo di truffa è diventata tristemente di moda negli ultimi tempi, sfrutta qualsiasi canale di comunicazione istantanea, è difficile che possa arrivare a mezzo posta elettronica (non mi è mai capitato di vederne o sentirne parlare in diverso contesto) perché c’è generalmente un po’ più di diffidenza verso quel tipo di comunicazione. Sembra invece che non venga dato lo stesso peso a un messaggio via chat o – appunto – SMS che porta in dote una maggiore empatia, una fruizione più immediata.
Per questo motivo la risposta è: occhi sempre bene aperti, questo è un altro caso recente a mezzo SMS:
Anche in questo caso potremmo riuscire a fare “il pelo” al contenuto: papa senza accento ricorda molto il buon Francesco, il numero di telefono completo di prefisso internazionale è un vezzo di pochi attenti davvero al dettaglio, altrimenti è da considerarsi al limite del naïf. Tutto ciò decade in ogni caso nel momento in cui a leggere il testo sono gli occhi di un papà che pensa che il proprio figlio possa essere realmente in difficoltà, ed è in quello che risiede la leva che permette poi di arrivare al portafogli.
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Ti prego: diffondi questo articolo, manda il collegamento diretto ai tuoi cari (go.gioxx.org/truffa-nuovonumero) e mettili in guardia perché pensare che “non possa accadere proprio a mio papà” (vale anche con la mamma, lo zio, e così via) è da stolti. Dire dopo “sì, sapevo di questa cosa ma non pensavo che sarebbe successo sul serio” è da sciocchi.
Se hai ulteriori segnalazioni ti prego di usare l’area commenti, io sono a disposizione per cercare di dare quanta più visibilità possibile a questo genere di eventi, mettendo in guardia le potenziali vittime.
#KeepItSimple
Riferimenti:
twitter.com/WebMarkeThink/status/1664672487995473922
twitter.com/GanzoSwan/status/1666003578803159041
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