Cubbit è il Cloud distribuito e sicuro che parla italiano

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La prima volta che ho sentito parlare di Cubbit ho pensato si trattasse dell’ennesima soluzione di Cloud Storage fedele a una formula tanto vincente quanto vecchia, quella strettamente legata alla citazione There is No Cloud: It’s just someone else’s computer (e lo stesso dicasi per Babbo Natale o il coniglietto di Pasqua, mi spiace). Nonostante io affidi al Cloud molti dei miei dati ai quali tengo particolarmente (e che mantengo in backup anche su un NAS locale), sono sufficientemente consapevole che un attacco ben congegnato ai danni degli utilizzatori di uno o più servizi molto conosciuti possa fare reali e importanti danni (come già dimostrato e parzialmente successo in passato).

Cubbit è il Cloud distribuito che parla italiano

In cosa differisce quindi questo progetto nato in Italia? Nel fatto che quell’else’s computer si trasforma in una moltitudine di nodi distribuiti all’interno dei quali nessuno può sbirciare secondo quanto dichiarato, Cubbit viene presentato come un cloud peer-to-peer: zero necessità di conoscenze tecniche, zero abbonamenti ed ecocompatibile, da un team che ha sede a Bologna e Tel Aviv (in Israele) e che si ritrova a collaborare anche con il CERN. La compagnia è finanziata da Techstars, Barclays e dalla Commissione Europea tramite il programma H2020, così come dal progetto europeo “Climate Kic” dedicato all’ecosostenibilità.

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Decentralizzazione

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È questa la parola chiave di un progetto che mira a eliminare quell’intermediario costituito oggi da una miriade di Data Center sparsi per il globo, all’interno dei quali trovano spazio i server che contengono i dati di ciascun utente che utilizza servizi competitor come Dropbox, Box o OneDrive di Microsoft (ma non solo, la lista è ormai lunga). La privacy è generalmente garantita da chi il servizio lo rende disponibile e si accerta che rimanga al riparo da ogni possibile abuso, accertandosi così che i dati di ciascun utente non vadano a finire in mano a degli sconosciuti non autorizzati, ma allo stato attuale nessuno può realmente garantire che questo accada (con la GDPR qualcosa si muove, almeno in Europa).

Ciò che Cubbit afferma di voler raggiungere è un rimescolamento delle carte, una decentralizzazione dei Data Center grazie a un hardware che chiunque può ospitare tra le mura di casa propria, risparmiando risorse inutilizzate (CPU, banda e storage) e garantendo una privacy dei dati che sta a cuore ormai a noi tutti.

Cubbit a oggi è poco più di un sito web e una sperimentazione software nell’attesa che la campagna KickStarter parta nel corso di questo mese e permetta di raccogliere i fondi necessari per la preparazione dell’hardware che consentirà a tutti di costruirsi il proprio Cloud in maniera alternativa, tramite le Cubbit Cell; è grazie a questa che – una volta collegata alla rete – si potrà iniziare a utilizzare il servizio in maniera completamente gratuita (sì, per sempre).

La Cubbit Cell

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La cella permette di entrare a far parte della rete p2p di Cubbit e necessita di alimentazione e connessione di rete stabile (LAN) per funzionare. Premesso ciò, si avrà così accesso a:

  • (fino a) 4 account: all’utente vengono garantiti fino a 4 account (l’esigenza media di una famiglia). Nell’eventualità tu non avessi necessità di tutti gli account potrai sempre pensare di acquistare in gruppo la Cubbit Cell e dividere le spese, che male non fa.
  • Espandibilità: la Cubbit Cell è espandibile fino a 4 TB di spazio cloud semplicemente collegando un altro Hard Disk via USB. Per ogni GB di spazio fisico che l’utente aggiunge alla Cubbit Cell, metà di quello viene trasformato in cloud e reso disponibile all’utente. Occhio, è un passaggio importante per fare il giusto calcolo, ottenere 4 TB di spazio in Cloud ti costerà 8 TB di disco fisicamente attaccato alla cella. Questo è un passaggio attualmente obbligato che in futuro prossimo potrebbe però cambiare.
  • Zero-knowledge: la Cubbit Cell non salva i file dell’utente nella loro interezza, ma solo pezzi criptati dei dati che sono stati caricati (secondo un ragionamento che ti viene spiegato meglio qualche riga più in basso). Per completezza occorre specificare che la Cubbit Cell non salva neanche la tua password, da nessuna parte, il tutto per garantire un più alto livello di sicurezza.

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Allo stato attuale Cubbit garantisce l’uso della sua soluzione tramite un’applicazione web che è chiaramente compatibile con Desktop e Mobile (lo stretto indispensabile per poter operare a oggi). Seppur non esista ancora nulla di pubblicamente accessibile, un video su YouTube ti permette di dare una sbirciata a ciò che c’è in cantiere (già funzionante).

Privacy

Leggo e riporto qui di seguito:

Con Cubbit, la privacy è un diritto fondamentale, non un optional a pagamento. Ogni file caricato sulla Cubbit Cell è criptato con AES-256, un protocollo di sicurezza militare, e poi spezzettato e distribuito in modo sicuro attraverso la rete p2p attraverso canali criptati end-to-end. Solo l’utente la chiave per decifrare e accedere ai suoi file. Inoltre, Cubbit rende i dati dell’utente indistruttibili, dal momento che essi risiedono su una rete distribuita, non in una banca dati centralizzata. Infine, l’architettura è 10 volte più ecocompatibile di un servizio di cloud storage tradizionale, con profonde implicazioni sull’inquinamento globale: per ogni 1000 terabyte di dati salvati su Cubbit, il mondo risparmia 100 tonnellate di CO2 ogni anno. In altre parole, ogni 4 terabyte Cubbit risparmia l’energia consumata da un frigo.

“È ora di alzare l’asticella del cloud – dice Stefano Onofri, CEO di Cubbit – con Hotmail abbiamo smesso di pagare per le email, con WhatsApp abbiamo smesso di pagare per gli sms. Con Cubbit smetteremo di pagare per il cloud storage.” Una visione realizzabile grazie alla tecnologia di Cubbit. “L’architettura dell’intero sistema è zero-knowledge – dice Marco Moschettini, CTO – perché è progettato per non avere accesso alla password dell’utente. Grazie a questo, i dati dentro Cubbit non possono essere rubati dal momento che sono distribuiti e protetti dai più avanzati strumenti crittografici.”

“Cubbit cambia l’infrastruttura del cloud” aggiunge Alessandro Cillario, COO. “Il nostro data center distribuito schiaccia le piattaforme cloud tradizionali in termini di costi, sicurezza ed efficienza energetica. Questa è la ragione per cui il nostro servizio cloud può contare su grandi vantaggi competitivi rispetto a giganti come Dropbox. “Grazie al nostro algoritmo di machine learning” commenta Lorenzo Posani, CSO, “evitiamo trasferimenti di dati sulle lunghe distanza che, in molti casi, consumano tanto quanto lo stesso storage. Paragonati con le piattaforme cloud centralizzate, Cubbit ha un impatto ambientale estremamente ridotto: -90% (dieci volte meno) sul mantenimento dati e – 50% (due volte meno) sul loro trasferimento. Fornisce dunque un esempio di come un cambio radicale di paradigma può beneficiare sia il consumatore finale che la società nel suo insieme.”

TL;DR per chi non vuole perdersi in quanto scritto nel comunicato stampa: Cubbit utilizza il protocollo AES-256 per proteggere i dati caricati online, i quali potranno essere decodificati esclusivamente tramite una chiave in possesso del solo proprietario dei dati stessi. Quei dati, per evitare il più classico dei Single Point of Failure, saranno spezzettati e caricati nella rete p2p creata dalle varie Cubbit Cell collegate a Internet e sparse per il globo, assicurandoti così che non si possano distruggere a causa di una rottura disco (cosa assai comune ai tempi d’oggi).

In conclusione

Tante domande e voglia di mettere alla prova questa tecnologia e la relativa applicazione, ancora poco a disposizione se non la speranza di avere tra le mani una Cubbit Cell appena possibile. Dopo aver preso contatto con il team di Cubbit dovrei avere presto accesso alla WebApp e a qualche GB a mia disposizione per iniziare a operare sulla piattaforma, così da capire pregi e difetti di un prodotto che vuole davvero rivoluzionare il modo di intendere il Personal Cloud, offrendo la possibilità a tutti di entrare in famiglia e rispettando la privacy dei dati.

A questo punto non mi resta che rimandarti al sito web ufficiale dove potrai – ancora per poco – iscriverti alla newsletter e ricevere un codice sconto che ti permetterà di risparmiare 100€ sull’acquisto della tua cella su Kickstarter (199€ anziché 299€). Sempre sul sito web della società troverai anche una serie di domande e risposte che potrebbero già oggi darti qualche informazione in più sul funzionamento di Cubbit e sulla sopravvivenza della rete p2p dedicata alla distribuzione, conservazione e protezione dei tuoi dati.

Se fai parte di coloro che sono già pronti ad acquistare la Cubbit Cell su KickStarter fammelo sapere con un commento a questo articolo, io dal canto mio tenterò di riportare aggiornamenti e novità sul progetto appena queste saranno disponibili! :-)

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