Google Stadia: lo hai provato? Cosa ne pensi?

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Lo sto chiedendo a te, so benissimo che lo hai fatto perché credo che lo abbiano fatto tutti quelli che non si erano iscritti quando il progetto è stato lanciato la prima volta, me compreso. Lorenzo e Luca hanno Google Stadia, io ho approfittato beceramente del periodo di prova più lungo (offerto quando è partito il lockdown) per dare un’occhiata a quanto realizzato e messo in piedi da Google, un progetto certamente innovativo che ha spinto altri competitor a darsi da fare, un precursore, una bella idea con però quella maledetta conclusione del “vorrei ma non posso” sapientemente miscelata al “suo figlio è bravo ma non si applica“. Per me Google Stadia è un progetto in salita, fenomenale sotto certi punti di vista ma troppo incerto su altri, pago per qualcosa che non è realmente mio, la formula del SaaS con però il fumo che ti appanna la vista e non ti lascia null’altro.

Google Stadia: com’è andata in questi due mesi

Google Stadia ?
Photo by Cristiano Pinto on Unsplash

Che dirti, ho approcciato Google Stadia con tanta curiosità e speranza. Pur partendo dal presupposto che non potesse essere l’ennesimo abbonamento mensile a gravare sul portafogli ho voluto dargli una possibilità, lasciare che mi potessi in qualche maniera innamorare e che quindi fossi costretto a non scappare abbandonandolo lì nell’angolo. Il fatto di avere console diverse nello stesso gruppo di amici porta a giocare insieme solo quando ci si trova sotto un tetto comune rinunciando quindi al multiplayer online “casuale” (fortunatamente ho ancora il mio vecchio gruppo di gioco Romagnolo con il quale si va a sparare puntualmente su The Division 2 con Xbox), Stadia sarebbe potuto essere un punto in comune tra tutti, quello che ti serve è solo un controller (o se preferisci il kit tastiera e mouse), un PC connesso a una buona rete Internet insieme al facoltativo ma consigliato headset a tua scelta per potersi sentire e parlare.

Un setup che io ho personalmente messo in piedi con il mio MacBook Pro 13″ collegato al monitor esterno (HP 27fh) e alla rete di casa cablata (così da evitare ogni possibile disturbo dovuto al WiFi nonostante in casa sia assolutamente pulito e ben distribuito ovunque anche a 5GHz), con uno dei controller della mia Xbox One collegato via USB (niente Bluetooth al momento per Stadia, un vero peccato) e le Plantronics Blackwire C3220 che utilizzo quotidianamente per lavorare (anche se potrei mettere in campo qualcosa di decisamente superiore, su Xbox uso attualmente le Turtle Beach Stealth 600 di cui presto ti parlerò). Tutto perfetto e tutto considerato da Google più che sufficiente secondo il loro Speed test, questo è il test lanciato in una condizione pessima (WiFi, streaming doppio in 4K attivo in casa, caricamento di alcuni video di gioco su YouTube e altro ancora):

Google Stadia: lo hai provato? Cosa ne pensi? 5
Un test che non ha nulla a che fare con la connessione lasciata libera durante la sessione di gioco Stadia.

Ho incontrato su Stadia sia Luca che Lorenzo, abbiamo giocato a Destiny e anche Luca lamenta gli stessi problemi (nel suo caso su rete FTTC) in maniera del tutto incomprensibile e casuale, nonostante il nostro audio (sulla parte chat vocale di Google Stadia) non perda mai un colpo. Ho provato a monitorare la linea, giocare da altro client, giocare anche in 4G (in quest’ultimo caso la prova è stata per certi versi ancora più ballerina), i problemi grosso modo continuano a presentarsi e con un po’ di ricerca sul web scopro di essere in buonissima compagnia, tutte lamentele che in fin dei conti non si risolvono avvicinando la ChromeCast al router (come ho letto in alcune pagine FAQ, cosa alquanto discutibile soprattutto quando si vive in un appartamento non troppo grande e dove non ci sono interferenze sensibili che disturbano la trasmissione del proprio SSID) o usando un cavo di rete (che invece è un buon consiglio quando si tratta di console di gioco e di lavori particolarmente onerosi per un segnale WiFi che potrebbe fare scherzi di tanto in tanto).

Giusto per dovere di cronaca ho catturato qualche minuto di gioco in GRID e l’ho pubblicato su YouTube. La qualità video è assolutamente accettabile (in realtà credo sia molto buona) e lo è anche la parte audio (ben sincronizzata). Il controller viene riconosciuto immediatamente e la mappatura dei tasti è davvero perfetta e non hai bisogno alcuno di imparare nulla perché è ciò che sei già abituato a maneggiare giocando con la tua console preferita. Il caricamento dei giochi è molto fluido anche se in alcuni casi ti chiedi come sia possibile che ci si metta così tanto quando dall’altro lato del monitor si ha tutta la potenza di calcolo di big G. (questo è più un pensiero condiviso con Lorenzo, ce lo siamo fatti giocando a Destiny).

Quelle che hai notato non sono problematiche legate alla cattura del video (che ho eseguito in maniera nativa con macOS e con l’aiuto di LoopBack per incanalare l’audio proveniente da Google Chrome), quei brutti tentennamenti derivano esclusivamente da Google Stadia, momenti di panico in cui tutto va a scatti e io perdo il controllo della mia vettura salvo riuscire a impostare in maniera preventiva una manovra che la tiene al sicuro dalle barriere e dalla rottura certa (con conseguente necessità di ricominciare la sfida). Immagina lo stesso tipo di incertezza durante un combattimento in Destiny soprattutto quando giocato un pelo più competitivo e non necessariamente contro la IA.

È tutto così stupidamente sprecato e non c’è un metodo che possa aggirare in qualche maniera l’ostacolo, non c’è (penso per esempio a Zoom) un aggiustamento dinamico della qualità portandola a qualcosa di più basso ma che non perda comunque colpi durante il gioco, roba che sia io che te potremmo tranquillamente sopportare e giustificare in nome della fluidità del gioco e della totale assenza di interruzioni non volute (anche se si tratta di quel secondo o poco più). Tutto questo è davvero un peccato considerando il buon bouquet di giochi a disposizione sottoscrivendo l’abbonamento (e che aumentano mese dopo mese un po’ come il programma “fedeltà” di PlayStation e Xbox) e che va a fare da completamento all’acquisto di grandi titoli tripla A che a queste condizioni mai mi sognerei di pagare se dall’altro lato non c’è l’assoluta perfezione nella riproduzione sul mio client.

Ecco, a tal proposito c’è l’altro dubbio. Perché dovrei pagare un titolo a prezzo pieno (siamo sulla stessa fascia di Sony e Microsoft) senza ottenere un disco di gioco e/o senza la tranquillità che nel mio account a prescindere che Stadia vada o meno avanti quella proprietà mi rimanga assegnata e ridata su altra piattaforma? (Conosciamo Google, sappiamo cosa succede di tanto in tanto ai suoi progetti che non raggiungono il successo prefissato) È l’eterna lotta e corrente di pensiero del titolo digitale contro quello fisico, quello che per tanti era e rimane ancora oggi il “ne ho licenza d’uso a vita ma non ho un disco tra le mani che posso giocare anche se non sono connesso a Internet, quindi dovrei pagarlo meno“. Questo accade già con PlayStation e Xbox ma in un certo senso la storia è un pelo diversa, come un pelo diverso è quel monte anni sulle spalle dei due grandi player del mercato videoludico che ormai dagli anni ’90 circa (Xbox è arrivata nel 2000, nda) si contendono la quasi totalità delle fazioni videogiocatrici (lasciando ampio margine a chi gioca su PC e utilizza un disco oppure un titolo abilitato sui vari Store elettronici come possono essere Steam e soci, il tutto senza considerare ciò che puoi scaricare e memorizzare sul supporto che più preferisci).

In conclusione

Penso mi aspettassi tanto da Google Stadia nonostante fossi mentalmente partito già con scarse premesse mesi fa quando alcuni dei miei amici hanno dato fiducia (e soldi) al progetto accaparrandosi anche Founder’s Edition che – a oggi – non ha nulla di davvero così diverso da una qualsiasi altra offerta disponibile sul mercato per le tasche ed esigenze di chiunque di noi (tranne per il controller Stadia in edizione limitata, chiaro). Io non credo che a queste condizioni si possa giustificare un abbonamento mensile da 10€ (9,99€ a voler trovare il pelo nell’uovo) che preferirei piuttosto investire puntando magari su Microsoft (sono boxaro, quindi l’occhio di riguardo va chiaramente alla casa di Redmond) e sul suo Game Pass per Xbox che mi concede accesso a molti titoli mensilmente aggiornati e arricchiti, in alcuni casi anche allo stesso tempo del rilascio su scaffale senza quindi quelle giuste attese che fanno molto Sky Primafila contro Sky Cinema.

Ho disattivato il mio abbonamento Google Stadia e tutto sommato ringrazio Google per aver dato a noi tutti la possibilità di avvicinarci alla sua piattaforma che sono certo migliorerà con il corso del tempo, almeno fino a quando qualcuno nell’alta dirigenza si stancherà e forse deciderà di staccare il respiratore. Google è spesso precursore e anticipa ciò che accadrà nel futuro, Stadia ha dato una grossa spinta al mercato del Game Streaming che probabilmente sostituirà la tradizionale console e il PC carrozzato in futuro, a noi non resta che aspettare e puntare su un levriero più abile nel non farsi distrarre dalla lepre che gli corre davanti.

Valutazione finale: 2.5

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