WhatsApp aggiorna i termini e vuole svendere i miei dati, cosa devo fare?

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Titolo un po’ acchiappa clic, me ne rendo conto. L’argomento è certamente delicato e merita attenzione, il popup lo abbiamo ricevuto tutti qualche giorno fa, sono tutto sommato convinto che la maggior parte di noi utilizzatori abbia fatto clic su Accetto e smesso di pensare a quelle informazioni scritte a video dopo pochi secondi. Non è però sempre bene far finta di nulla e andare avanti. Proviamo a capire insieme cos’è successo e perché si è corsi abbastanza in fretta verso la smentita riportata a gran voce da siti web specializzati e testate giornalistiche, ragiono ad alta voce con te che stai leggendomi, sono certo che qualcuno ben più esperto di me abbia già capito tutto e che quindi possa fornirti la soluzione tanto semplice da leggere quanto da digerire.

Posso però già dirti di respirare e stare tranquillo, non stai correndo alcun pericolo.

WhatsApp sta aggiornando i propri termini e l’informativa sulla privacy

I principali aggiornamenti includono più informazioni su:

  • Servizio di WhatsApp e modalità del trattamento dei dati.
  • Come le aziende possono utilizzare i servizi disponibili su Facebook per conservare e gestire le proprie chat WhatsApp.

Toccando ACCETTO, accetti i nuovi termini in vigore dall’8 febbraio 2021. Dopo tale data dovrai accettare i nuovi termini per continuare a usare WhatsApp. Se preferisci eliminare il tuo account e vuoi ricevere maggiori informazioni, puoi visitare il Centro assistenza. Per scoprire di più sul trattamento dei dati da parte di WhatsApp, leggi la nostra informativa sulla privacy aggiornata.

WhatsApp aggiorna i termini e vuole svendere i miei dati, cosa devo fare?

La finestra mi è comparsa su Android ma non ancora su iOS (è strano, lo so anche io), sono certo che lo farà entro breve.

Le informazioni che riporta sono abbastanza chiare e invogliano l’utilizzatore ad approfondire dando un’occhiata alla pagina dei termini aggiornati sul sito web ufficiale di WhatsApp, creatura che – come saprai – appartiene ormai a Facebook da molti anni. Io ho rimandato la decisione di accettare i nuovi termini e ho preferito informarmi, mettere mano a quanto disponibile sul sito web dell’applicazione e attendere inoltre degli approfondimenti della stampa italiana che si è lanciata sulla notizia per tranquillizzare le masse. Ho atteso a far uscire il pezzo ma oggi te lo voglio proporre facendo slittare a domani il #BancoProva.

WhatsApp aggiorna i termini e vuole svendere i miei dati, cosa devo fare? 1

Partiamo dalle basi:

Cosa cambia in soldoni? Se prima potevi decidere di non condividere alcun dato con Facebook e le società connesse al buco nero dei Social Network per antonomasia, a partire dal prossimo 8 febbraio non potrai più tirarti indietro a meno di non voler rimanere escluso e perdere così l’accesso al tuo account WhatsApp. Non c’è il grigio tra questo bianco e nero, o sei dentro o fuori, sta esclusivamente a te decidere che strada preferire.

A cosa porta la condivisione dei dati con Facebook e con ogni società connessa a quest’ultimo? Riporto direttamente dalla pagina dell’informativa Privacy di WhatsApp:

  • Informazioni di uso e di accesso. Raccogliamo informazioni relative all’attività dell’utente sui nostri Servizi, come quelle sul servizio, sulla diagnostica e sulle prestazioni. Ciò comprende informazioni sull’attività dell’utente (tra cui le modalità di utilizzo dei nostri Servizi, le impostazioni dei Servizi, le modalità di interazione con gli altri attraverso i nostri Servizi – incluse le interazioni con le attività commerciali – oltre agli orari, alla frequenza e alla durata delle attività e delle interazioni), file di log e report relativi a diagnostica, arresti anomali, siti web e prestazioni. Sono inoltre comprese informazioni su quando l’utente ha effettuato la registrazione per l’utilizzo dei nostri Servizi, funzioni che vengono usate come quelle relative alla messaggistica, alle chiamate, allo stato, ai gruppi (inclusi nome, immagine e descrizione del gruppo), funzioni di pagamento o business, foto del profilo, informazioni in “Info”, informazioni su quando l’utente è online, su quando ha usato per l’ultima volta i nostri Servizi (“ultimo accesso”) e sull’ultima volta in cui ha aggiornato le informazioni in “Info”.
  • Informazioni su dispositivo e connessione. Raccogliamo informazioni specifiche sul dispositivo e sulle connessioni quando l’utente installa, accede o utilizza i nostri Servizi. Ciò comprende informazioni quali il modello di hardware, le informazioni sul sistema operativo, le informazioni sul livello della batteria, la potenza del segnale, la versione dell’app, le informazioni sul browser e sulla rete mobile, le informazioni sulle connessioni (compreso il numero di cellulare, l’operatore mobile o il provider ISP), la lingua e il fuso orario, l’indirizzo IP, le informazioni sulle operazioni dei dispositivi e identificatori (inclusi gli identificatori univoci per i prodotti delle aziende di Facebook associati allo stesso dispositivo o account).
  • Informazioni sulla posizione. Raccogliamo e usiamo precise informazioni sulla posizione dal dispositivo con l’autorizzazione dell’utente quando l’utente sceglie di usare funzioni relative alla posizione, come quando decide di condividere la propria posizione con i contatti o visualizzare le posizioni vicine o le posizioni che altri condividono con l’utente. Alcune impostazioni delle informazioni relative alla posizione si trovano nelle impostazioni del dispositivo o nelle impostazioni in-app, come la condivisione della posizione. Anche se l’utente non utilizza le funzioni relative alla posizione, utilizziamo gli indirizzi e altre informazioni come i prefissi telefonici per stimare la posizione generale dell’utente (ad es. città e paese o territorio). Utilizziamo inoltre le informazioni relative alla posizione dell’utente per scopi di diagnostica e risoluzione dei problemi.
  • Cookie. Utilizziamo i cookie per rendere disponibili e fornire i nostri Servizi, inclusi quelli basati sul web, per migliorare l’esperienza dell’utente, per capire come vengono utilizzati i Servizi e per personalizzarli. Ad esempio, utilizziamo i cookie per fornire i nostri Servizi per il web e per il computer e altri servizi basati sul web. Potremmo anche usare i cookie per individuare gli articoli del Centro assistenza più popolari e mostrare all’utente contenuti pertinenti relativi ai nostri Servizi. Inoltre, utilizziamo i cookie anche per ricordare le scelte dell’utente, come le preferenze relative alla lingua, per fornire un’esperienza più sicura e per personalizzare i nostri Servizi offerti all’utente. Qui sono disponibili ulteriori informazioni su come utilizziamo i cookie per fornire i nostri Servizi.

E si continua con:

  • Informazioni sull’utente fornite da altri utenti. WhatsApp riceve informazioni sull’utente da altri utenti. Ad esempio, quando altri utenti che l’utente conosce utilizzano i nostri Servizi, è possibile che forniscano il suo numero di telefono, il nome e altre informazioni (come le informazioni presente nella rubrica del loro dispositivo) nello stesso modo in cui l’utente può fornire il numero di altri utenti. Possono inoltre inviare messaggi all’utente, a gruppi a cui l’utente appartiene o chiamare l’utente. Richiediamo che tali utenti siano legittimati a raccogliere, usare e condividere le informazioni sull’utente prima di fornirci qualsiasi informazione.
    L’utente dovrebbe tenere presente che in generale qualsiasi utente è in grado di eseguire screenshot delle chat o dei messaggi, registrare le chiamate con l’utente e inviarle a WhatsApp o a chiunque altro, oppure pubblicarle su un’altra piattaforma.
  • Segnalazioni degli utenti. Proprio come l’utente può segnalare altri utenti, altri utenti e terzi possono decidere di segnalarci le interazioni e i messaggi dell’utente trasmessi tramite i nostri Servizi, ad esempio per segnalare possibili violazioni dei nostri Termini o delle nostre informative. In caso di segnalazione, raccogliamo informazioni sia sull’utente che segnala che sull’utente segnalato. Ulteriori informazioni su cosa accade quando un utente viene segnalato sono riportate nella sezione Funzioni avanzate di sicurezza.
  • Attività commerciali su WhatsApp. Le attività commerciali con cui interagisce l’utente tramite i nostri Servizi ci forniscono informazioni su tali interazioni. Richiediamo a ciascuna di queste attività commerciali di agire nel rispetto della legge applicabile quando ci forniscono qualsiasi informazione.
    Quando l’utente invia un messaggio a un’attività commerciale su WhatsApp, deve tenere a mente che i contenuti che condivide potrebbero essere visibili a diverse persone in quella attività. Inoltre, alcune attività commerciali potrebbero lavorare con fornitori di servizi terzi (che potrebbero includere Facebook) per aiutare nella gestione delle comunicazioni con i loro clienti. Ad esempio, un’attività commerciale potrebbe fornire a tali fornitori di servizi terzi l’accesso alle sue comunicazioni per inviare, archiviare, leggere, gestire o elaborare in altro modo tali comunicazioni per l’attività commerciale. Per capire in che modo un’attività commerciale tratta le informazioni sull’utente, incluso come potrebbe condividere tali informazioni con terzi o con Facebook, è necessario consultare l’informativa sulla privacy dell’attività commerciale o contattare direttamente quest’ultima.
  • Fornitori di servizi terzi. Collaboriamo con fornitori di servizi terzi e con le aziende di Facebook per rendere disponibili, fornire, migliorare, capire, personalizzare, supportare, e commercializzare i nostri Servizi. Ad esempio, lavoriamo con loro per distribuire le nostre applicazioni, fornire la nostra infrastruttura tecnica e fisica, servizi di consegna e altri sistemi, supporto ingegneristico, supporto per la sicurezza informatica e supporto operativo; fornire informazioni relative a posizione, mappe e luoghi; elaborare i pagamenti; aiutarci a comprendere la modalità di utilizzo dei nostri Servizi da parte degli utenti; pubblicizzare i nostri Servizi; aiutare gli utenti a stabilire connessioni con le attività commerciali attraverso i nostri Servizi, condurre sondaggi e ricerche per noi; assicurare protezione, sicurezza e integrità; e aiutarci con l’assistenza clienti. In alcune circostanze, queste aziende possono fornirci informazioni sull’utente; ad esempio, gli app store possono fornirci report per la diagnostica e la risoluzione di problemi tecnici.La sezione “Come lavoriamo con le altre aziende di Facebook” qui sotto fornisce ulteriori informazioni su come WhatsApp raccoglie e condivide informazioni con le altre aziende di Facebook.
  • Servizi di terzi. WhatsApp consente l’utilizzo dei Servizi di WhatsApp insieme a servizi di terzi e ai prodotti delle aziende di Facebook. Se l’utente utilizza i nostri Servizi insieme a servizi di terzi o prodotti delle aziende di Facebook, potremmo ricevere informazioni sull’utente da tali servizi, ad esempio, in caso di utilizzo del pulsante di condivisione di WhatsApp in un servizio di notizie per condividere un articolo con i contatti, i gruppi o le liste broadcast di WhatsApp nei nostri Servizi oppure in caso di accesso ai nostri Servizi usando la promozione degli stessi dell’operatore di telefonia mobile o del fornitore del dispositivo. L’utente dovrebbe tenere presente che, utilizzando servizi di terzi o prodotti delle aziende di Facebook, accetta i termini e le informative sulla privacy che regolano l’utilizzo di tali servizi e prodotti.

In pratica si entra a tutti gli effetti in una profilazione più articolata che permette a Facebook di condividere quel pacchetto dati con le società e le applicazioni che fanno capo al gruppo. Instagram e Oculus sono solo due tra i molteplici esempi, ma su Facebook c’è una pagina dedicata ai prodotti posseduti dall’azienda principale. Qui invece trovi una lista di aziende sotto lo stesso cappello. Teoricamente di mezzo c’è anche una più importante capacità di entrare nel merito di quei dati (e quindi utilizzarli) da parte di quelle attività commerciali che utilizzano WhatsApp Business per connettersi con i propri clienti, i quali potrebbero essere raggiunti – per esempio – da comunicazioni pubblicitarie più mirate e puntuali che possono in qualche maniera portarli a “spendere meglio i loro soldi“.

La profilazione e più in generale la pubblicità mirata permettono a servizi come WhatsApp di vivere, crescere, prosperare (economicamente) e raggiungere così uno stato di sostentamento che consente l’utilizzo dell’applicazione – e più in generale del servizio – gratuito per tutti gli utenti iscritti. È una regola che vale proprio per tutti, Google non fa chiaramente eccezione (giusto per citarne uno che è davvero “nelle case di tutti“, più o meno).

Il GDPR ci salverà tutti

La smentita arrivata più rapidamente porta il nome di Niamh Sweeney, è pubblica su Twitter e chi “cinguetta” ricopre il ruolo di Director of Policy for WhatsApp per il territorio EMEA (acronimo dell’inglese Europe, Middle East, and Africa, vedi it.wikipedia.org/wiki/EMEA_(economia)).

Volendo appoggiarsi a qualcosa di “nostrano” potrei certamente citare qui l’articolo di Wired che è stato aggiornato lo scorso 8 gennaio includendo una nota riguardante l’entrata in vigore delle novità in territorio Europeo (con UK ancora considerata al suo interno):

Non ci sono modifiche alle modalità di condivisione dei dati di WhatsApp nella Regione europea (incluso il Regno Unito) derivanti dall’aggiornamento dei Termini di servizio e dall’Informativa sulla privacy. WhatsApp non condivide i dati degli utenti WhatsApp dell’area europea con Facebook allo scopo di consentire a Facebook di utilizzare tali dati per migliorare i propri prodotti o le proprie pubblicità.

[…]

Quanto affermato da Niamh trova poi riscontro anche nell’analisi del buon Enrico che quella privacy policy aggiornata se l’è letta tutta, confrontandola con quanto contenuto nella medesima in versione “superata”:

C’è l’intero thread riportato da Enrico disponibile per una più comoda lettura all’indirizzo threadreaderapp.com/thread/1347567929739636742.html. Per certi versi ciò che il GDPR ha permesso a noi tutti di guadagnare è stato proprio quel cambio di rotta al quale tanti big della tecnologia (e non solo) si sono dovuti adattare. Questo lo ritrovo – ancora una volta – nelle parole di Enrico quando si parla di dati condivisi con Facebook già nell’anno 2016, pratica poi cessata a cavallo con il 2018/19:

Whatsapp condivide dati con le altre società del gruppo *almeno* dal 2016. Dal 2018/2019 (non ho individuato esattamente il momento) i dati raccolti su Whatsapp non sono più utilizzati per migliorare l’esperienza utente su Facebook.

Questo però non credo possa escludere un futuro cambio di rotta se opportunamente discusso con la comunità europea o per lo meno con la commissione per la protezione dei dati irlandese o IDPC (Irish Data Protection Commission), “portando a casa” un accordo tra le parti (tutto dovrebbe partire da “WhatsApp Ireland Limited” che ha sede in Irlanda), trovando riscontro in quanto già oggi disponibile nella pagina web “Come collaboriamo con le altre aziende di Facebook” che tu stesso puoi visionare all’indirizzo faq.whatsapp.com/general/security-and-privacy/how-we-work-with-the-facebook-companies.

In conclusione

What People Really Do On Facebook
Photo by Glen Carrie on Unsplash

Vi è certezza che i miei dati siano al sicuro? Le mie comunicazioni finiranno in mano a chi non deve vederle? Cosa devo fare?

Tutte domande assolutamente lecite alle quali credo sia davvero impossibile dare risposta universalmente adatta. I dati delle chat dovrebbero essere al sicuro grazie alla crittazione end-to-end garantita da WhatsApp (nonostante rimanga ancora scoperto il nervo sul backup delle stesse, che avviene oltre i confini della crittazione e che quindi potrebbe essere accessibile in diversa maniera, così come rimangono una serie di interrogativi legati ad avvenimenti passati che sono stati riportati in un articolo del competitor Telegram tramite parole scritte da Durov: telegra.ph/Why-WhatsApp-Will-Never-Be-Secure-05-15), né Facebook e né una terza parte dovrebbero essere capaci di ficcare il naso in questioni che non riguardano chiacchierate private con familiari, amici, conoscenti.

C’è poi la questione riguardante la condivisione dei dettagli personali, delle preferenze, delle abitudini di interazione, altro interrogativo che – non potendo vedere cosa c’è realmente sotto al cofano – rende difficile, se non impossibile, dare risposta certa.

Ti fidi? Devi essere consapevole che la gratuità di un prodotto si ripaga generalmente con la pubblicità e i dati che tu stai fornendo più o meno consapevolmente al servizio, questo vale per qualsiasi cosa esista sulla faccia della Terra, Internet con il suo mondo di applicazioni e servizi all’utente non fa certo eccezione (tutt’altro, è il primo nella lista a sfruttare questo minimo comune denominatore della profilazione).

Non ti fidi più o la paura che i tuoi dati finiscano in mani sbagliate è più forte della necessità di continuare a utilizzare WhatsApp? Bene, è ora di cambiare. Se fai parte della schiera di persone che non si fidano neppure di Telegram (io lo uso tutti i giorni, di certo non ci faccio passare informazioni del mio conto corrente bancario ma per il resto tendo ad andare dritto), allora la scelta può tranquillamente ricadere su Signal; siamo ancora pochi ma negli ultimi giorni sto vedendo aumentare i miei contatti che hanno cominciato a utilizzare questa applicazione che strizza parecchio l’occhio alla privacy dei dati utente.

Telegram
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‎Telegram Messenger
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Lo stesso Durov (“padre” di Telegram, NdA) ha pubblicato un messaggio molto articolato e completo sulla via intrapresa da WhatsApp e il possibile futuro dello stesso, l’ho letto con piacere e mi sono documentato, incuriosito dalle sue affermazioni. Ti lascio ben volentieri il link diretto al messaggio (visibile anche senza Telegram): t.me/durov/145.

In pratica nulla di quanto scoppiato e sfociato in allarme generale in questi ultimi giorni a “causa” dell’aggiornamento delle condizioni imposte da WhatsApp c’entra davvero con la tranquillità che i tuoi dati non vadano in giro per altrui mano. Io come al solito sono apertissimo al confronto e allo scambio civile di opinioni utilizzando l’area commenti sotto questo articolo, sentiti libero di partecipare :-)

#StaySafe


Immagine di copertina Anton on Pexels

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